Chapter 8.

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Riuscimmo a svegliarci veramente solo qualche ora dopo. Così scesi in salone andando ad aprire il frigo di quella vecchia casa.

<<Luke, non c'è nulla che possiamo cucinare per pranzo.>> Urlai per farmi sentire.
Dopi qualche istante lo vidi scendere e prendere le chiavi della macchina.

<<Vado a comprare qualcosa che ci basti da oggi fino a lunedì.>> Dissi sorridendo per poi uscire di casa.
Nel frattempo corsi al piano di sopra, per farmi una doccia fredda. Restai qualche minuto a pensare a Zenden, e a come avesse potuto farmi una cosa del genere.
Per tutta la notte sentì il telefono vibrare per le sue chiamate e i suoi messaggi che decisi di ignorare, e probabilmente, avrei fatto così per ancora molto tempo.
Come al solito feci avvolgere un asciugamano, che avevo trovato in una cassettiera, intorno al mio corpo e andai nella stanza dove avevo lasciato il borsone.

Dopo una mezz'oretta sentì la porta d'ingresso sbattere, così tornai di sotto, dove trovai Luke a sistemare la spesa nel frigo.

<<Ho fatto una doccia, spero non ti dispiaccia. Ora preparo qualcosa per pranzo, che dici?>>

<<Vado a farla anche io.>> Rispose salendo le scale.

Decisi di preparare un po' di pasta ed apparecchiai la tavola, sedendomi poi sul divano, iniziando a fare zapping sulla televisione.

<<Non si mangia dentro questa casa?>> Sentì la sua voce dietro il divano.

<<Ti stavo aspettando, è già tutto pronto.>> Mi alzai dal divano, seguendolo in cucina.

<<Che brava donnina di casa!>>

<<Sta zitto e mangia!>>

<<Ecco, sei già tornata acida. Mi spieghi cosa ti ho fatto di male? Il bacio? Non mi sembrava chissà che cosa, anzi sembrava ti fosse piaciuto.>> Disse alzando lo sguardo verso il mio.

<<Non posso non ringraziarti di questo favore e non posso negare che stanotte abbia dormito bene, ma ho appena scoperto di essere cornuta e tu, Luke. Luke dai, hai 16 anni, ti conosco da quando sei un mociosetto che mi faceva i scherzi con mio fratello. Per lo più, te ne scopi una diversa ogni settimana.>> Risposi posando la forchetta sulla tavola.

<<Anche tu sei un acida, arrogante, so tutto io e pure non mi comporto di merda con te. Ti sei fatta troppi pregiudizi infondati su di me. Cambierai idea.>> Disse riprendendo a mangiare la pasta.

<<Dai bambino, mangia e fai il bravo.>> Dissi ridendo leggermente.

Il resto della giornata passò normalmente, tra piccole discussioni per la tv e piccoli battibecchi normalissimi per noi due.

Si era fatto ormai buio, così andai a mettere due pizze in forno e tornai in salone, buttandomi sul divano, con le gambe sulle sue.

<<Andiamo a ballare stasera?>> Disse poggiando una mano sulla mia coscia. <<Conosco una discoteca fuori città, non c'è nessuno di conosciuto, così nessuno potrà vederti e dirlo ai tuoi.>> Continuò allungando la mano.

<<Va bene, ma tieni a bada le mani.>>

Dopo aver mangiato le pizze sul divano, salì al piano di sopra, andando a cambiarmi. Indossai un vestitino leggero rosa, con delle scarpe non troppo alte.

Non troppo tempo dopo, arrivammo alla discoteca e subito Luke mi trascinò in pista, avvolgendo i miei fianchi con le sue mani.
Lasciai cadere la testa all'indietro, muovendomi a ritmo di musica.

<<Vado a prendere da bere.>> Urlai nel suo orecchio per farmi sentire.

<<Vengo con te, sei troppo sexy stasera per farti andare in giro sola stasera.>> Risposi intrecciando la mia mano alla sua.

Al bancone ordinammo due Sex On Te Beach e mi fece poggiare alle sue gambe, seduto sullo sgabello.

<<Attento a non far svegliare qualcuno.>> Continuai al suo orecchio ridendo.

<<Non sarebbe colpa mia. Ma solo del tuo fondo schiena.>> Rispose portando una mano dietro la mia schiena.

Presi il drink dal bancone e mi fece alzare, prendendomi per le mani libere che avevamo.
Vidi che entrò nell'atrio del bagno e mi portò con lui.
In una frazione di secondo, mi fece poggiare al muro e portò le sue labbra sulle mie.
Lasciai cadere il drink che tenevo in mano a terra, e portai entrambe le braccia dietro al suo collo, giocando con i suoi capelli.
Schiusi leggermente le labbra, andando a cercare la sua lingua.
Sorrisi leggermente tra le sue labbra, senza pensare a ciò che sarebbe successo dopo o a ciò che era successo il giorno prima con Zenden.

Cazzo, Zenden.

Portai le mani sul petto di Luke, allontanandolo da me.

<<No, Luke.>> Dissi uscendo dal bagno, iniziando a farmi spazio tra la folla per raggiungere l'uscita.
Lo sentivo seguirmi per raggiungermi, ed urlare il mio nome.
Iniziai a camminare più veloce, trovando la porta di uscita.
Sentì l'aria calda e opprimente di giugno, sbattermi sul viso e sul corpo sudato.
Mi poggiai su un muretto, socchiudendo gli occhi.
Qualche istante dopo sentì il suo respiro affannato dietro di me.

<<Ti porto a casa.>>

Mi voltai e annui, camminando fino alla macchina. Per tutto il tragitto ci fu un silenzio tombale. Non mi voltai mai verso di lui, ma tenni tutto il tempo lo sguardo fuori dal finestrino.

Ero stata bene, fino a quel bacio. Mi ero lasciata andare, ma non potevo permettermelo.
Solo il giorno prima avevo scoperto il mio ragazzo tradirmi e chissà quante altre volte lo aveva fatto. Ed ora mi ritrovo in macchina con un sedicenne, e cerco di evadere dei miei pensieri, che mi tengono sempre più imprigionata. Chiusi gli occhi e respirai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 31, 2017 ⏰

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