Chapter 1- Rain

28 5 1
                                    

Uno dei tanti motivi per il quale adoro questa città è il tempo.
Ma non quello che si misura con l'orologio, quello vola sempre, sia qui che quando ero in Italia.
Intendo il tempo meteorologico.
Strano, vero? Qui piove ogni due per tre. Il cielo è sempre coperto da nuvoloni grigi. Eppure io adoro tutto questo.
Gli alberi spogli e i marciapiedi pieni di foglie secche, il freddo, le nuvole, la neve, le vacanze di Natale, le corse per tornare a casa cercando di non bagnarsi troppo, il tuo piatto caldo che ti aspetta dopo una giornata di scuola, camminare per strada con le cuffiette alle orecchie e il vento che ti scompiglia i capelli, uscire a tornare zuppa a casa dopo un temporale,  correre a fare una doccia bollente, il buio delle cinque e mezza, guardare fuori dal finestrino pieno di goccioline di pioggia, il calore del camino, guardare fuori dalla finestra, il tuo CD preferito in riproduzione casuale a palla allo stereo mentre studi.

Mentre faccio queste considerazioni e le note di Photograph risuonano nelle mie orecchie, qualcosa di duro mi viene contro e il libro che avevo in mano scivola dalla mia presa.

Metto una mano sulla testa e alzo gli occhi verso quella cosa che mi è venuta contro.
Ora che ho visto cos' è, o meglio chi è, sbatto un attimo le ciglia e mi rendo conto che un ragazzo con i capelli biondo cenere e gli occhi color oceano mi sta fissando con aria piuttosto scazzata.
Mi rialzo il piedi e mi passo le mani sui jeans, aspettando almeno uno 'scusa' dopo un aiuto praticamente inesistente da parte sua.

Mr.sonofigoquindinonmiscuso prende in mano il libro che lui mi ha fatto cadere venendomi addosso e le uniche parole che fuoriescono dalla sua bocca sono:
Shadowhunters, Città di vetro.
Che merdata.》dice con aria superiore.

《Il piacere è tutto mio.》ironizzo sarcastica.

《No, ragazza, ti sbagli. Anche se volessi scusarmi e presentarmi, il piacere non sarebbe mio. Quindi, fammi il favore, levati dal cazzo.》dice avvicinandosi fino a stare a due centimetri da me, e non so come, mi ritrovo tra il petto del ragazzo sconosciuto e il muro di un edificio.

Mi ritrovo in uno stato di trance.
Ho il viso di un tizio che non conosco a un unghia di distanza dal mio, e, sempre questo tizio, mi tiene per un braccio.
Il mio battito cardiaco accelera, più per il timore che per la troppa vicinanza, e ansimo.
Mr.sonofigoquindinonmiscuso ora sorride beffardo davanti a me.
Scuoto la testa e sbatto le palpebre, per riprendermi dal stato di trance in cui ero precedentemente sprofondata.

《Ammesso che tu ne abbia uno.》ribatto e strappo il libro dalle sue mani, prima di spingerlo sul petto per scostarlo da me e allontanarmi.

Arrivo alla fermata dell'autobus e salgo su quest'ultimo prima di perderlo, incurante di qualche altro ritardatario come me che mi sta dietro.

Infilo nuovamente gli auricolari nelle orecchie.
La riproduzione casuale sputa fuori The Scientist dei Coldplay e inizio a guardare la pioggia che cade dal finestrino.

Arrivo alla mia fermata e sta ancora piovendo. Ovviamente chi è che non ha l'ombrello? Io, mi sembra giusto. Per fortuna casa è abbastanza vicina.

Alla fine la pioggerella è lieve e non mi bagno più di tanto.
Frugo nella tasca cercando le chiavi di casa.
Oddio.
No eh.
No. 
Ora voi spuntate fuori dal nulla, stupide chiavi del cazzo, capito?
Rebecca non tornerà prima di domani mattina, sono fuori casa e per di più piove. Cos' altro potrebbe succedere di peggio?

《Problemi, ragazza?》sento sussurrarmi nell'orecchio dal tipo che mi è venuto addosso, e percepisco una sua mano sul mio fianco.

Ecco appunto.
Cosa poteva succedere di peggio?

《Non sono affari tuoi.》butto fuori senza degnarlo di uno sguardo.

《Sicura? A me sembra che tu sia rimasta fuori casa, bagnata e...》dice con voce ammiccante.

《...E la mia coinquilina non tornerà prima di domani mattina, esatto. Che fai ora, stalkeri?》lo interrompo.

《Non direttamente》sussurra ancora più piano senza spostarsi dalla posizione che aveva assunto prima.

《Bene. Stanotte farò la straniera urbana, okay? Ma ti ripeto che non sono affari tuoi.》

Mi guarda divertito, poi alza gli occhi al cielo e mi prende per un braccio senza degnarmi di uno sguardo iniziando a camminare velocemente.

《Fermati! Fermati, dove stiamo andando? Anzi, dovrei dire dove mi stai trascinando!

Ingnora le mie domande, fin quando, stufo, sbuffa (senza lasciarmi il braccio) e decide di darmi una risposta.

《A casa mia, contenta?》

Mi divincolo dalla sua presa:《Che? Non so neanche il tuo nome! Potresti essere uno stupratore!》

《Vuoi dormire per strada?》

In effetti non avevo scelta. Mi mordicchio il labbro e giusto per non dirgli subito di sì, chiedo:《Sei uno stupratore?》

Sbuffa e alza le mani in segno di difesa: 《No!》

《Oh, mmm...okay.》

Dopo due minuti di silenzio, il ragazzo di cui non so il nome, dice:《Comunque sono Genn.》

《Francesca.》

《Ti ho detto come mi chiamo solo perché 'Non so neanche il tuo nome! Potresti essere uno stupratore!'》dice rifacendomi il verso.

《Meglio così》dico indifferente.

Tira fuori un pacchetto di Malboro dalla tasca.

《Sigaretta?》

《Non fumo, grazie.》

《Non hai mai provato?》chiede incredulo.

《Non che mi faccia male stare lontana da quella roba...》ammetto.

《Come vuoi. Comunque, siamo arrivati.》



The Rain Is Our Soundtrack|| Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora