《Francesca!》sento chiamare all'uscita mentre sono diretta verso la fermata e mi volto, restando incredula.《Alex?》domando retoricamente con gli occhi fuori dalle orbite.
《Anche te studi qui?》proseguo raggiungendolo.《Sì, quinta.》afferma con una mano in tasca e con l'altra si gratta dietro l'orecchio sinistro.
《Ah! Quindi...se Genn viene in classe con me e te fai il quinto...》
《Troppe assenze.》ridacchia.
《Uh, ora capisco!》sorrido abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.
《Ma Gennaro ti ha abbandonata?》mi chiede alzando un sopracciglio.
《Ah boh, mi ha detto che mi avrebbe raggiunta dopo.》spiego vaga.
《Senti, visto che è tanto che non ci vediamo, che ne dici di...passare il pomeriggio insieme? Tanto è il primo giorno, non dovresti avere tanto da studiare.》mi propone.
Resto senza parole. È tanto che non ci vediamo. Non accenna niente al fatto che non mi sono fatta minimamente sentire, come se l'avesse dimenticato. Gli sono decisamente grata, in fondo se mi avesse chiesto il motivo per cui non gli ho scritto non avrei saputo cosa rispondere.
Accetto senza pensarci due volte, anche per scappare dalle mille domande che mi farà Rebecca.
《Senti Ale, io non-》provo a spiegare il motivo del mio lungo 'silenzio' iniziando ad incamminarci.
《Fra, è normale che tu non mi abbia scritto, tranquilla. Ci siamo visti solo una volta, Gennaro praticamente lo odi, in più sei timida come non so cosa.》abbozza un sorriso.
《In realtà preferisco le persone come te》prosegue ridacchiando 《Quelle che si tengono tutto dentro.》mi confida.《E perché?》chiedo sorridendo, curiosa, e allo stesso tempo incredula sia perché Ale mi ha praticamente letto nel pensiero, sia per ciò che ha appena detto.
《Perché stando vicino a loro prima o poi si sfogano, un giorno inizieranno a fidarsi di te. E quel giorno sarà una specie di piccola vittoria, ti sentirai fiero di te stesso, e soprattutto è straordinario il fatto che qualcuno conta su di te.》alza lo sguardo verso il cielo.
《E tu pensi questo di me?》chino leggermente la testa fissando le punte delle mie converse.
《Altrochè. Questa cosa che non ti sei fatta sentire è stata una specie di...conferma? Chiamiamola così, al fatto che conoscerti mi interessa sempre di più.》ammette.
《Dio Ale, io son-》mi limito a fissarlo. Gli occhi nocciola, le guance paffute, il corpo robusto, i capelli corvini al vento. E più lo guardo, più mi convinco del fatto che di lui posso fidarmi.
Alessio sorride imbarazzato, e io divento rossa al pensiero di averlo osservato con sguardo da ti stupro mentre dormi :) per buoni quaranta secondi.
Il mio stomaco brontola e lo ringrazio mentalmente per avermi tirato fuori da quella situazione imbarazzante.
《Qui qualcuno ha fame!》esclama entusiasta Ale mentre mi gratta la pancia, proprio come si fa con i bambini.
《Eh già!》mi stringo nelle spalle sorridendo.
《Te che sei del posto, sai dove possiamo andare per mangiare qualcosa?》continuo.《Possiamo...andare a casa mia.》riflette Alex guardandomi.
《Detesto chiedertelo Ale...ma Gennaro è in casa?》gli chiedo abbassando lo sguardo.Alessio ridacchia.
《No, tranquilla. So che lo odi, ma non dovrebbe esserci.》mi rassicura.《Scusa, è che volevo passare questo pomeriggio solo con te, e poi lo sai, ogni volta che sto con lui finiamo sempre per litigare, seppure per stronzate.》sorrido arrossendo.
Mentre osservo il cielo grigio, i bus rossi a più piani tipici di questa città, il Tamigi sulla nostra destra che scorre e fa sentire la sua presenza, il vento che si insedia tra i miei capelli facendoli svolazzare, alcuni ragazzi che cantano e suonano 'Cancer' dei My Chemical Romance cercando di fare soldi, e mentre penso a quanto un giorno desiderassi vivere in questo ambiente e quanto ciò mi tolga ogni preoccupazione, la voce di Alessio mi porta dolcemente via dal mondo dei miei pensieri verso quello reale.
《In realtà Gennaro mi ha parlato di te quest'estate quasi come se non ti avessi mai vista.》afferma con lo sguardo abbassato scuotendo la testa e soffocando una risata.
《Alessio, guarda che anche se fossi simpatica al tuo amico, la mia vita non cambierebbe di una virgola. Non so, sembra che ruoti tutto intorno a lui e no, non è così, la sua presenza non cambia il mio umore se non in peggio, per cui, è inutile che ti inventi cose su di lui.》 dico a bassa voce, quasi rassegnata.
《Perché dovrei inventarmi tutto? Io non ti conosco, sì, è vero, ma non riesco a fare a meno di voler scoprire perché non ti fidi di nessuno e cosa può averti fatto soffrire così tanto. Tu stai male, ti senti sola, io lo so. Quando mi guardi, quando ti guardo, i tuoi occhi sono in attesa di qualcuno che stravolga la tua vita, qualcuno che prenda e ti parli, qualcuno che si interessi a te più di tutti gli altri, qualcuno che ti metta al primo posto tra le persone a cui tiene di più.
Quando ti ho visto andare via da casa nostra, con le cuffiette nelle orecchie e il tuo libro nella borsa, ho capito che tu cerchi qualcuno che cammini accanto a te, che ascolti la tua musica, insieme a te. Gennaro può farlo, Gennaro sembra un totale stronzo bipolare, neanch'io lo sopportavo all'inizio, ma ti prometto, ti prometto che se lo conoscessi bene non te ne pentiresti neanche un po'.》butta giù tutto d'un fiato, come offeso dal fatto che penso mi stia prendendo in giro sulla storia di Gennaro.《Non è vero, non ho bisogno di nessuno. Tantomeno di Gennaro.》mento a denti stretti.
《E io?》chiede speranzoso, ma allo stesso tempo con il tono di qualcuno che già conosce la risposta alla domanda che ha posto.
《Tu cosa?》
《Hai bisogno di me?》deglutisce.
《Tu...》provo disperatamente a cercare un modo per continuare la frase, ma le parole mi muoiono in bocca, come l'espressione di Alessio, sempre più deluso a ogni mio secondo di silenzio.
《Perfetto. Scusa se volevo aiutarti, scusa se volevo provare a parlare con te. Non lo farò più.》mi promette con voce rassegnata e ferma, prima di voltarsi e lasciarmi lì, da sola, mentre si dirige verso chissà quale posto, sconosciuto a me.
Rimango ferma.
Gocce di pioggia iniziano a bagnarmi, ma non m'importa.
Non mi muovo fino a quando non realizzo pienamente che l'ho deluso, ho deluso una della poche persone che poteva aiutarmi.
Dopodiché infilo gli auricolari, la voce di Lana Del Rey si disperde nelle mie orecchie, e inizio a vagare senza meta, inzuppandomi tutta.
Continuo fino a quando le mie gambe non si bloccano automaticamente davanti al numero 21 di una via.
Di quella via.Tutto è chiaro in due secondi, nella mia mente.
Alessio si è voltato nella direzione opposta alla mia.
Eravamo diretti verso casa sua.
Per cui, molto probabilmente Alessio non è in casa, visto che sarà passato si e no un quarto d'ora da quando ci siamo divisi.
Prima che possa pensare alle conseguenze, il mio dito si fionda sul campanello, e un Gennaro incredulo mi apre la porta.Baell!
Non mi dilungo, spero solo che il capitolo sia stato di vostro gradimento♡.-Fran.
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The Rain Is Our Soundtrack|| Genn Butch
Fiksi PenggemarDal capitolo 8: 《Sono stanco.》 《 Di cosa?》 《Di mentire.》 《Mentire a chi?》 《A tutti. A te.》 《A me?》 《Già. Vedi la cosa che non ti sopporto? Ecco. È una cazzata.》