Iron

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Sento le tue dita solleticarmi il capo, piccole si sono intrufolate tra la mia massa di capelli, tirandomi alcune ciocche quando la lingua finalmente raggiunge un tuo punto nevralgico.
Tra le tue cosce aperte e unte dal tuo liquido piacere, affondo il viso, baciando con la bocca il tuo sesso bagnato, aperto ad ogni mio sfizio.
Ti sento gemere e contorcere sotto di me e sollevando il viso per guardarti, uno spasmo mi sconquassa il ventre rendendomi duro fino a far male.
Sorretta sui gomiti mi guardi con occhi a mezza luna liquidi di piacere, hai le gote arrossate e le labbra lucide di saliva morse tra i denti.
-Gamberetto sei coì sexy, riusciresti a farmi venire solo guardandoti- ghigno, facendoti eccitare oltre misura e mugugnare un -Continua- che dalla gola esce in un singulto strozzato.
Allora, spinto dalla tua voce rotta, oltre alla mano che perentoria mi pressa il capo, dolcemente ti bacio l'interno coscia lasciando tracce umide sulla tua pelle diafana.
Ti sento imprecare lamenti e ghignando bastardo continuo la tortura, sotto i miei tocchi insolitamente leggeri rabbrividisci, frustrata contrai i muscoli delle cosce quando con un morso ti lascio il segno dei canini, stimolando la tua percezione.
-Gageel muoviti- imprechi tra rabbia e frustrazione.
-Allora pensi ancora che io sia troppo selvatico?- ti domando all'improvviso facendoti sgranare gli occhi d'ambra verso i miei. Schiudi le labbra in segno di stupore e ancora sorretta sui gomiti mi guardi perplessa -Non ci credo! Vuoi rimbrottarmi questo proprio ora?!- sbotti battendo una mano sul materasso con fare stizzito.
I ricordi affiorano nelle nostre menti, tu che mi accusi di essere uno scimmione selvatico in un momento di rabbia.
Un ghigno mi solca il viso -Chiedimi scusa- ti ordino mentre con le dita ti solletico il sesso, creandoti un fremito.
-Gageel- miagoli con voce mielata di piacere, tentando di distrarmi, di divincolare l'argomento.
-Chiedimelo- ripeto orgoglioso nonostante l'eccitazione di possederti sia molta, ma il mio cuore è rivestito di ferro e immune da ogni tuo miagolio tentatore.
Ti sento imprecare, rifilarmi qualche epiteto colorito ma quando senza fretta poso la bocca sulla tua intimità bagnata, incominci a gemere lamenti dovuti alla mia flemmatica tortura.
-Va bene! Scusa! Scusa! Sei contento ora?- cedi gettando il capo sul cuscino per osservare il soffitto,  incrociando le braccia al petto e sbuffando un sospiro piccato.
-Non sai quanto, ghi ghi- affermo perverso e inspirando il tuo odore, assaggio in pieno il sapore del tuo essere donna percorrendo con la lingua la vulva, dall'ano al monte di venere, godendo dei tuoi mugolii di piacere, poco più che sussurri ma a me perfettamente udibili.
Il ritmo aumenta e allungando le mani racchiudo tra i palmi  i tuoi seni piccoli e sodi impastandoli a dovere. Tu inarchi la schiena, stringi tra le dita porzioni di lenzuola sfatte e umide di sudore e scuotendo il capo, ciocche turchine, libere dalla morsa della solita fascetta, ti coprono il viso. La lingua continua malandrina con una ferocità tale da farti venire nel giro di qualche minuto e urlando il mio nome, vieni nella mia bocca facendomi assaporare il gusto del tuo piacere.
Mi scosto da te lasciandoti un ultimo bacio sul clitoride gonfio e sovrastandoti, mi sorreggo sulle braccia per non aggravarti addosso, con le dita ti scosto le ciocche sudate dalla faccia permettendomi di vedere quell' espressione appagata  che ti contorna il viso.
Mi sorridi racchiudendomi una guancia in un palmo aperto, con il pollice mi asciughi un angolo della bocca -Sei proprio uno stronzo- sospiri in un sorriso facendomi ghignare soddisfatto.
Assorto ti guardo, sei così piccola tra le mie mani, così inerme e da proteggere ad ogni costo, ma completamente perso a contemplare ogni tuo dettaglio, repentina spingi un palmo contro il mio petto spingendomi contro il materasso.
Svelta mi sovrasti e mettendoti a cavalcioni su di me, premi le mani contro il torace chinandoti contro le mie labbra, baciandomi la bocca nel più irruento dei baci.
Sento la tua lingua impazzita cercare la mia, lottarci quando la trova, dando vita a baci bagnati e morsi sulle labbra.
Sussulti nella mia bocca quando i miei palmi battono sulle tue natiche in uno schiocco sonoro.
-Cazzo gamberetto! Io non ho davvero nessuna lamentela su questo tuo lato selvatico- ghigno in una risata gracchiata facendoti storcere il naso.
I muscoli si tendono quando mi afferri il membro eretto, lo avvolgi nella tua piccola mano e masturbandomi mi fai ansimare senza ritegno.
Sono io ora a buttare il capo indietro e ringhiare quando sollevando le ginocchia ti cali sul mio sesso, facendoti impalare un centimetro alla volta, fino a farti riempire completamente.
-Cazzo, cazzo- impreco boccheggiando serrandoti i fianchi, ti sento tremare e prendere lunghi respiri, sollevi poi il capo rimasto chino qualche istante.
-Sei bellissimo- mi soffi con voce arrochita facendomi sciogliere.
Incominci ad ancheggiare, saltellando sul mio inguine in una danza estasiante, intreccio le mia dita con le tue posando le mani sul mio petto e sollevando il bacino in un colpo di reni, ti strappo un urlo.
Le spinte si fanno fluide e irruente e tu urli sempre più forte, ti accasci su di me senza mai smettere di muoverti, sento i tuoi seni scivolare contro la mia pelle lucida di sudore e il respiro contratto dai gemiti.
Come un mantra gemi il mio nome e circondandoti il busto con le braccia do le ultime poderose spinte.
Il piacere ci travolge insieme ed è bellissimo quando succede, il mio sperma ti invade il ventre, ne scivola un po' tra le cosce quando sfilo via da te il membro ammorbidito.
C'è ne restiamo così, rannicchiata te ne stai sul mio corpo lasciandoti coccolare dalle mie mani grandi e dal mio fiato caldo che s'infrange contro il tuo viso.
-Sei la cosa più bella che ho- sospiro senza preavviso facendoti sgranare gli occhi e affondare le dita nella pelle del mio braccio.
Resti comunque in silenzio, ormai mi conosci e sai che preferirei mozzarmi un braccio a morsi piuttosto che ripeterti ciò che mi ha suggerito il cuore in un momento di debolezza.
Strofini il naso contro il mio petto ritornando a chiudere le palpebre, stavolta un sorriso aleggia sul tuo bel viso e stringendoti più forte sento qualcosa all'altezza del petto, credo che una crepa su quel strato di ferro sia appena apparsa.

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