Di mattina, devo dire tre volte "ciao" mentre sono chiuso nel gabinetto guardanomi negli occhi allo specchio. Così quando per strada incontro qualcuno lo guardo e lo saluto. Per me è una tortura perché sono timido. Molto timido. Quando mi rivolge la parola qualcuno che non conosco è come se andassi contro un albero. Il mio corpo è impacciato e non so che espressioni bisogna fare. Non so se è meglio essere senza testa oppure senza corpo. E quel fatto che divento rosso è un incubo da sempre, per me. Cerco di non diventare rosso e questo peggiora le cose. È come una specie di inondazione, diventare rossi. È qualcosa che tutte le volte mi travolge. È ancora peggio di farfugliare, è io sono campione mondiale di farfuglio. A volte non capisco neanche io cosa voglio dire. E il fatto che mi guardano come se fossi una persona strana peggiora orribilmente le cose. Perché non sono una persona strana, il fatto è che mi vergogno di tutto. L'unica cosa che mi libera un po' è scrivere. Sto tenendo un diario, tutti i giorni sono uguali. Sempre io che mi vergogno per niente, spesso in posti diversi, altre volte nello stesso posto. Ho letto che alcuni scrittori timidi si sono creati un mondo alternativo dove non sono timidi, e alcuni di loro sembra siano impazziti dentro a quel mondo artificiale. Io devo smetterla con la storia di scrivere. Devo svegliarmi un giorno come tutti gli altri, quelli che parlano in fretta e ridono e di mattina non devono ripetere tre volte "ciao" prima di avere il coraggio di uscire.
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Sono Un Ciccione
ContoMi picchiano a scuola. Mi buttano per terra. Mi butto da solo, tante volte, così non cado male.