Terza Prova

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«È stato un procedimento lungo, complicato e, almeno per uno di noi, doloroso: ancora mi viene da ridere pensando a quando Codaliscia è stato morso da una Mandragola mentre la teneva ferma così che io e Felpato potessimo staccare le foglie fresche che avremmo dovuto tenere in bocca per un mese intero, il tutto di notte e all'insaputa di Lunastorta. Sono state una vera tortura, quelle foglie. Non solo,com'è ovvio, rendevano complicato parlare, mangiare o qualunque altra cosa implicasse il muovere la bocca, ma avevano oltretutto un sapore che definire pessimo è un eufemismo. Soprattutto all'inizio,è stato quasi impossibile resistere all'istinto di sputare tutto e rinunciare, ma avevamo già fatto così tanti sforzi per arrivare a quel punto – ed ancor più avevamo ben presente quale fosse il nostro obiettivo: a qualunque costo, volevamo poter alleviare anche solo in minima parte le notti di Lunastorta – avresti dovuto sentirlo, la prima volta che l'abbiamo chiamato così! Era terrorizzato: ha capito immediatamente che avevamo scoperto il suo segreto e pensava che l'avremmo detto a tutti e che non gli avremmo più voluto rivolgere la parola. Il fatto che continuassimo ad essere suoi amici gli pareva una specie di miracolo... Non gliel'ho mai perdonata del tutto, questa cosa: come poteva pensare che fossimo persone così infime? 
Ma, dopotutto, in effetti era stato abituato a molto peggio. Immagino che la prima persona a mostrargli gentilezza da quando era stato morso fosse stato Silente.Non so che avrei dato, per vedere la sua faccia quando gli ha detto che avrebbe potuto frequentare la scuola! 
Comunque, sto divagando.Dicevo che abbiamo dovuto tenere in bocca quelle foglie per un mese intero: quella è stata una delle ultime cose che dovevamo fare –una lunga lista di cose, scoperte in altrettanto lunghe notti passate nel Reparto Proibito della Biblioteca, finite le quali abbiamo iniziato le prove. Era difficile trovare momenti in cui provare,perché non volevamo che Lunastorta ci vedesse: avrebbe sicuramente tentato di fermarci, a costo di dirlo a Silente in persona, e poi... Beh, non eravamo assolutamente certi che ci saremmo riusciti: facendo qualche domanda alla McGranitt a lezione qua e là quando la cosa poteva non sembrare sospetta, ed anche grazie alle nostre ricerche,sapevamo che per quanta dedizione ci mettessimo, non era sicuro al cento per cento che avremmo potuto trasformarci e, in caso ce l'avessimo fatta, comunque non avevamo idea del tempo che ci sarebbe voluto per imparare a padroneggiare perfettamente la tecnica. 
Una sera siamo sgattaiolati fino alla torre di Astronomia – non sapevamo in cosaci saremmo trasformati, ma Felpato contava di diventare un falco e aveva deciso che in caso avrebbe voluto fare il suo primo volo gettandosi da lì – e ci siamo seduti in cerchio come al solito.Era quasi due mesi che provavamo a trasformarci, ed il nostro successo più grande era stato quando Codaliscia pensava che gli fosse spuntato del pelo sulle braccia, che però si era poi rivelato un effetto collaterale della pozione per la crescita dei capelli di Lumacorno. 
Quella sera eravamo piuttosto tesi, perché la luna piena si avvicinava e noi desideravamo davvero aiutare Lunastorta, perché quella precedente l'aveva lasciato particolarmente debilitato, ma senza riuscire a trasformarci non avremmo potuto fare nulla per lui. Così, ci siamo seduti in cerchio ed a turno abbiamo provato e provato. Il problema era che non sapevamo cosa fare nello specifico: nei libri che avevamo consultato c'era scritto solamente che era necessario raggiungere un profondo stato di concentrazione e calma ed iniziare a sentirsi come l'animale che saremmo diventati – ma non dicevano nulla su come capire quale fosse l'animale! E non potevamo rischiare di chiedere alla McGranitt nulla di troppo specifico, o avrebbe certamente sospettato qualcosa.
Abbiamo passato ore, seduti lassù. Faceva un freddo tremendo e ricordo che Felpato stava diventando insofferente, ma sono riuscito ad ignorarlo.
Avevo chiuso gli occhi,ed iniziato come sempre a pensare a che animale mi sarebbe piaciuto essere, o a che animale in qualche modo potessi somigliare, ma era dannatamente difficile! Insomma, c'erano alcuni animali che mi rifiutavo a priori di prendere in considerazione – voglio dire, chi potrebbe immaginare di diventare un pesce rosso o un insetto o cose di quel tipo?
Ero quasi rassegnato, ed avevo iniziato a divagare: pensavo a come sarebbe stato correre nella foresta, con Lunastorta al fianco. Pensavo a quale animale avrebbe potuto tenere il passo con lui: in forma umana non lo si direbbe mai,ma è un lupo mannaro dannatamente veloce!
Ed all'improvviso ho capito quale sarebbe stato l'animale giusto per me, quello nel quale mi rispecchiavo meglio: un animale forte, ma allo stesso tempo agile e veloce – come un Cacciatore nel Quidditch! – un animale in grado di tenere il passo con chiunque, ma non spaventoso... Un po' arrogante forse, ed altezzoso – smettila di fare quella faccia! –, ma fiero. In seguito, Felpato una volta ha detto che l'unico motivo per cui il cervo è la forma che assumo è che le corna portano attenzione alla testa quanta ne volevo io negli anni precedenti scompigliandomi continuamente i capelli. Penso che non gliela farò mai pagare abbastanza per questo.
Comunque, appena ho capito che quello era l'animale che sarei dovuto diventare, l'animale che mi rappresentava più di ogni altro, all'improvviso è stato tutto semplice: sapevo come sarei dovuto essere, sapevo dove avrebbe dovuto stare ogni arto, ogni organo, ogni pelo e, dopo un istante di calore che ha pervaso ogni millimetro della mia pelle, quegli arti li ho sentiti. Ho sentito il peso delle corna sulla testa, la forza dei muscoli; ho sentito con estrema chiarezza gli odori che mi circondavano e l'istinto di correre. Ed ho maledetto Felpato – che nel frattempo mi guardava con un ghigno in volto, mentre Codaliscia era "lievemente" strabiliato – per la sua stupidissima idea di andare sulla Torre di Astronomia, dove non potevo testare immediatamente la mia nuova forma.
Poi, però, mi sono venute in mente le scale.
Credo di essere andato un po' fuori di testa, a quel punto, perché ho ignorato qualunque tipo di cautela, soprattuto considerando che era il turno di ronda dei Prefetti Serpeverde, ed anche il fatto che se qualcuno mi avesse visto sarei finito direttamente ad Azkaban per un bel po' di tempo ed ho deciso che le scale fossero il posto migliore per provare immediatamente quelle zampe che sentivo così forti e capaci di portarmi dovunque volessi, e sono corso via, saltando le rampe con la stessa facilità con cui normalmente avrei fatto un gradino. Ero assolutamente euforico: non mi ero mai sentito così, e non avrei mai immaginato di potermi sentire così a mio agio nei panni di un animale... Ti sembrerà strano, ma quello sono io. È la forma in cui mi sento più me stesso, è come se fossi nato per essere quel cervo. Mi fa sentire libero, ed in grado di superare qualsiasi ostacolo.
Comunque, per quella prima volta la mia libertà è finita ben presto: mi ero fermato alla fine delle scale per assimilare tutto ciò che provavo, per prendermi un istante per muovere ogni parte del corpo possibile e per osservare l'ombra che proiettavo sul muro alla luce delle candele, quando Felpato mi ha raggiunto e mi è saltato in groppa – non ho idea se per assicurarsi che non scappassi via o perché era contento. Fatto sta che non l'avevo sentito arrivare e mi sono alzato sulle zampe posteriori, facendolo cadere sui gradini retrostanti. Mi sono sentito talmente in colpa da desiderare immediatamente di tornare nella mia forma umana, per poterlo aiutare nel caso in cui si fosse fatto male, e non appena quel desiderio ha attraversato la mia mente un brivido mi ha percorso la spina dorsale e mi sono ritrovato a terra di fianco a lui. "Ti ho fatto male, Sirius?" gli ho chiesto, preoccupato. "Non sei così pericoloso, Ramoso" mi ha risposto, ed ha riso, ed io ho pensato che la sua risata fosse maledettamente simile ad un latrato... Puoi immaginare il resto» concludo la mia storia perché Lily sembra stanca, anche se vorrei tanto raccontarle di quando abbiamo corso per la prima volta insieme a Remus: il lupo mannaro, il cervo, il grosso cane nero ed il piccolo ratto dalla coda lunga e rosa. Di quanto era arrabbiato quando, tornato umano, si è reso conto di quello che avevamo fatto, e di quanto tentasse allo stesso tempo di nascondere la commozione e la felicità.  
«Sei bravo a raccontare storie, Potter» mi sussurra mia moglie, gli occhi che si chiudono per la stanchezza. È così bella, con i capelli rossi tutti scompigliati e le mani sul pancione di sette mesi. Le carezzo il viso e rispondo: «E tu sei un'ottima ascoltatrice, Evans. Chi l'avrebbe mai detto?».  Mi fa la linguaccia, prima di riprendere a parlare: «A Harry piace il suono della tua voce: quando racconti è l'unico momento in cui sta fermo.È come se volesse ascoltare insieme a me».  
«Quando sarà nato,allora, gli racconterò tutte le storie del mondo».  
«Buonanotte, James», ha già gli occhi chiusi e sono certo che entro pochissimi istanti dormirà, anche se è presto.
«Buonanotte, Lily.Buonanotte, Harry» sussurro, baciandole prima la fronte e poi il pancione, per poi attendere. Aspetto che cali il buio più completo,per uscire in giardino.  
Perché è nella mia forma animale che ancora sento di poter affrontare ogni impresa – e questa guerra è una di quelle più difficili.  
Perché è nella mia forma animale che riesco a riflettere meglio su ciò che è necessario fare.

Perché è nella mia forma animale che posso stare al passo con la corsa di un lupo mannaro... E questa notte c'è luna piena.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 29, 2016 ⏰

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