I capitolo

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Italiano: fatto✅
Latino: fatto✅
Inglese: fatto✅
Chimica: fatta✅
Storia dell'arte: fatta✅
"Ok per domani dovrei essere a posto, quindi ora mi faccio una doccia veloce e poi a dormire!"
Quando presi sonno erano già le 02:35, cosa che sicuramente mi avrebbe penalizzata il giorno dopo e ne ero completamente consapevole, anche perchè, essendo che abito ad una quindicina di minuti da scuola, mi sarei dovuta alzare come mio solito alle 6:30 per poter arrivare in tempo.
Il giorno dopo mi alzai dal letto al primo suono emanato dalla mia temuta nemica sveglia, scelsi accuratamente i vestiti e, dopo essermi lavata, scesi in cucina a fare colazione con tè al limone e 2 pancake al succo d'acero canadese. Guardai l'ora: '7.30'. "Mammaaa, io vado, ci vediamo a pranzo."
"Va bene, buona scuola tesoro!", mi gridò lei dal bagno.
Io e mia mamma avevamo un legame che non avevo con nessuno (anche perchè, non avendo amici, un padre ed essendo figlia unica, non potrei comunque avere molti altri legami) e sapevo che per qualsiasi cosa potevo contare su di lei.
Arrivata davanti a scuola cominciai a ripetermi mentalemente gli argomenti studiati il giorno precedente per le possibili interrogazioni e, dimenticandomi che stavo continuando a camminare in un cortile con molti bidoni, alberi e panchine, inciampai in un grosso cumulo di sassi di media dimensione vicini ad un albero e caddi, facendomi male ad un ginocchio (colpa delle poche ore di sonno). Fortunatamente quasi nessuno se ne accorse, ma una ragazza carina dai capelli rossi, venne in mio aiuto. "Tutto bene? Comunque io sono Alice."
"Uhm... si, ho solo un po' male al ginocchio; grazie per avermi aiutata, io sono Eleonora."
"Figurati! Mi ha fatto piacere conoscerti, ora però devo andare a lezione perchè tra 2 minuti comincia matematica. Ci vediamo dopo scuola."
"Va bene, ciao." Così inizò e finì la nostra conversazione. Ero stupita, e non poco, perchè nel corso della mia vita ho avuto pochissimi amici e quelli che ho avuto se ne sono andati. Chissà, magari Alice ed io saremmo diventate amiche in futuro. Le ore passarono in fretta e appena suonò l'ultima campanella mi affrettai, in modo tale da poter arrivare subito da Alice e non dover farla aspettare. Appena uscita la intravidi vicino all'albero dove qualche ora prima ero caduta. Così le andai in contro.
"Ciao Alice, scusa se ti ho fatta aspettare."
"Tranquilla sono arrivata qualche istante prima di te. Che ne dici di mangiare insieme oggi? Così parliamo un po' e poi conosco un posto davvero bello, dove cucinano benissimo e non è molto frequentato, quindi saremo tranquille!"
"Va bene, chiamo e avviso mia mamma, così poi andiamo."
"Oks."
Prima e dopo aver pranzato parlammo del più e del meno e alla fine tirò fuori, aihmè, l'argomento ragazzi...
"Tu hai mai avuto un ragazzo?" Mi chiese.
"Veramente no..." le dissi ammetendo di vergognarmi un po' per questo; "Tu?"
"Io ho avuto qualche ragazzo, ma non sono mai riuscita a trovare quello giusto, e per giusto intendo quello che sogni sia la notte sia ad occhi aperti e che è in grado di farti piangere e sorridere allo stesso tempo." mi raccontò lei.
"Io non sono mai riuscita a farmi dei veri amici, figurati un ragazzo!"
"Sono sicurissima che lo troverai, così come hai trovato me: un'amica."
Mi limitai ad annuire, ma subito dopo mi iniziarono a scendere lacrime come i fiumi di alta montagna scorrono. Così lei mi abbracciò fortissimo e in quel momento capii che era una vera amica e che, nonostante ci fossimo conosciute da poco, era in grado di capirmi.
Dopo aver pagato il conto, che pagò lei perchè insistette e alla fine cedetti, proseguimmo il pomeriggio facendo una passeggiata chiaccherando piacevolmente. Poi mi riaccompagnò a casa perchè mi disse che abitava due vie dopo la mia.
"Domani ti passo a prendere e così andiamo a scuola insieme. Ora vado a casa perchè devo studiare. Ci vediamo domani!". E mi abbracciò nuovamente.
"Ciao e grazie di tutto, sei una persona fantastica e spero non ti dispiaccia il fatto che ti consideri una mia amica." le risposi.
"E io spero che non ti dispiaccia il fatto che io di consideri la mia MIGLIORE amica." Marcò la parola "migliore" e, detto questo, si allontanò.
Entrai in casa e, dopo aver salutato, abbracciato e raccontato a mia mamma com'era andata la giornata, mi chiusi in camera, mi lanciai sul letto e mi comparse un sorriso a trentadue denti.
La sera passò in fretta e così decisi di guardare un film e poi andare a dormire.

Prendendo in considerazione l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora