Capter 2

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"Siediti" mi dice Niall.

"Ehm.. no no. Io sono con Liam e Zayn e proprio devo andare..". Non finisco la frase che vengo strattonato giù e fatto sedere a forza davanti al ragazzo che guardavo prima. Portava una maglietta a righe, pantaloni skinny con le bretelle e converse bianche. Guardava da tutt' altra parte. Ovvio, io attiro solo le ragazze....

"Allora.." dice Niall con la bocca piena di pizza.

"Scusalo. È un pozzo senza fondo" sussurra il ragazzo. Cavolo, la sua voce! Sembro una ragazzina in preda agli ormoni...

"Ehi! Guarda che ti ho sentito!" dice agitando una patatina fritta verso il ragazzo

"Attento" dice "Non mi vorrai colpire con quella patatina, vero? Guarda che fa male" alza le mani in segno di resa. Intanto io ridacchio.

"Si Louis, e non avrò paura ad usarla" . Quindi è così che si chiamava, Louis.

"Ragazzi, è l' ora di obbligo o verità!!" Starnazza un oca... Volevo dire una ragazza. Mi alzo. Non voglio giocare a quello stupido gioco. È solo una perdita di tempo.

"Ehi aspetta". La voce di Louis mi ferma. "Solo un giro". Sbuffo sonoramente e mi risiedo. questa cosa non finirà bene.

"Allora Harry" sorride Louis "obbligo o verità?"

"Verità" rispondo prontamente

"Ti piacciono le ragazze o...". Lo fermo subito

"Sono gay" dico. Alcune ragazze aprono la bocca come scioccate, altre sorridono e annuiscono invece dei ragazzi solo Niall e Louis mi guardavano.

"Bene" dico "tocca a me, giusto?". Niall annuisce. Guardo i ragazzi del gruppo, sarei tentato di scegliere Louis, ma desterei sospetti

"Niall" dico "obbligo o verità?"

"Ehm..." ci pensa su un attimo "verità"

"Schiappa" dice Louis

"Non mi fido di lui. Potrebbe farmi qualcosa di orribile" risponde riferendosi a me

"Ma quale orribile se è solo un gay senza spina dorsale". Louis ha un sorrisetto in faccia. Cavolo, quanto fanno male quelle parole. Mi alzo e mi volto. Mentre cammino, sento Niall e Louis discutere.

"Cavoli, amico, Non dovevi dire quello che hai detto. Sei uno stronzo"

"È la verità". Louis è uno stronzo, coglione e un bastardo. Non gliene frega dei sentimenti altrui. È solo un ipocrita.

Non me ne frega più niente. Ne di Liam ne degli altri. Cammino velocemente per uscire da quel inferno. Non devo piangere per una persona del genere. Non devo. Non si merita le mie lacrime.

Entro in macchina e rimango seduto sul sedile con le mani sul volante.
Nessuno ti accetterà mai per quello che sei.
Liam mi accetta. Lui mi accetta per quello che sono.
Perché lui è come te.

Sento il telefono squillare nella tasca dei pantaloni. Lo tiro fuori e sbuffo. Ovvio è sempre lui.

"Cosa vuoi?" Rispondo

"Tua madre vuole che torni a casa, sfortunatamente. Io non voglio un gay sotto al mio tetto" dice mio padre.

"Smettila, smettila!"

"Cosa? Lo sei giusto? E allora perché ti da tanto fastidio? Non sei fiero di essere un gay?" Ride. Detesto mio padre.

"Lasciami stare" dico, riattacando il telefono. Lancio il telefono nel sedile accanto al mio e accendo l' auto. Voglio solo andare a casa mia. Lo sapevo che non dovevo venire a questa stupida festa.

Guido velocemente e penso che alcune telecamere mi abbiano anche ripreso. Mi aspettano un paio di multe da pagare. Questa giornata non poteva andare peggio di così. Appena entro nel vialetto di casa. Vedo una figura seduta nei gradini del portico. Parcheggio l' auto davanti al garage e scendo. Quella figura sta singhiozzando.

"Che ci fai qui??" Chiedo sorpreso.
Alza lo sguardo e vedo le lacrime righarle il volto.

Eighteen // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora