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Quello stesso pomeriggio fui accompagnata da mia madre al gruppo di supporto.

Scesi dalla macchina e corsi per arrivare all'ingresso.
Stava piovendo.

Salutai mia madre con un gesto della mano e lei svoltò la strada per andare a lavoro.

Presi una sedia come tutti e mi sedetti per formare un cerchio.
C'era Sam, Luke e Roy: gli unici che conoscevo.

Mark Twain era la nostra "guida" era lui che proponeva gite o semplicemente ci poneva domande.
Io lo chiamo "sopravvissuto" ironicamente poiché aveva avuto un tumore alle palle e se l'era fatte tagliare. In questo momento se fossi stato maschio mi sarei sentita male.
Mark ripeteva sempre del suo tumore e del coraggio e bla bla bla. Era uno sfigato che viveva ancora con i suoi genitori, senza amore e senza figli.

Iniziammo con il pregare per tutti i morti leggendo i lori nomi su un foglio verdognolo, l'ultimo fu' un ragazzino morto per infarto, lo conoscevo ed era simpatico: pregai per lui con tutta me stessa e mi rattristai quando mi venne in mente che la prossima prima o poi sarei stata io.
Un nome in più su quel foglio verdognolo da leggere.

<Oggi vi farò una domanda generale, voglio essere molto esplicito.
Sapete di star morendo e volete raccogliere ciò che vi offre la vita in questo momento. Gli attimi che vi si presentano. Cosa fareste? Gli raccogliereste?> Domandò Mark guardando tutti.

Silenzio, nessuno rispose fino a ché un ragazzo coraggioso si alzò per parlare.
<Salve! Sono Roy e penso che tutti non dovremmo rinunciare agli attimi e hai ragali che troviamo nella vita.  Intendo, se mi piace quella torta che mi offre la madre di un mio amico io non faccio il timido o il modesto, la magio perché oggi c'è e domani non ci sarà> dice Royston.
<Ecco perché ieri ti sei fiondato sulla torta che aveva preparato mia madre! Bastardo!> dice Luke ridendo.
<Esattamente amico> e ride anche lui.

E ci fu' una piccola risata generale. Di solito eravamo tutti seri e tristi ma certe volte ci voleva proprio un momento per ridere. Eddai! Dopotutto questo è un cerchio di dolore non si può non avere una luce di speranza e ridere. Fare le ultime cose prima di finire in una bara.

<Quindi Roy, tu la pensi così ma ti è mai capitato di aver avuto un'opportunità del genere di recente e di averla colta al volo? E se è sì, potresti fare mente locale della vicenda?> Chiede Mark riferendosi a Roy.
<Certo, Mark. Di recente ho osservato la ragazza più bella che avessi mai visto ma non solo bella esteticamente ma internamente. Sai quando si dice "non giudicare un libro dalla copertina? Perché al suo interno potrebbe essere favoloso?" Beh lei è proprio un libro che oltre ad avere una copertina deliziosa ha un cuore così freddo da potersi riscaldare solo grazie a cose minime ma importanti per lei. Quel giorno era così silenzioso attorno a lei e pensai "le devo far sciogliere il cuore" così andai da lei è l'abbracciai così forte da far annullare tutte le pareti create da lei stessa. Le serviva un abbraccio! Così ho colto l'occasione perché, diciamocelo, oggi ci sono domani no. E non me ne pentirò mai!> Disse tutto d'un fiato.

Mio Dio, si riferiva a me. Arrossí all'istante.
Ti ha rubato il cuore
Infierì la mia vocina.

Molte persone lo applaudirono.
<Ben fatto amico> disse Luke guardandomi.

Luke era mio amico ma il migliore amico di Roy. Era in carrozzina, non aveva le gambe e Roy gli faceva da "mamma" o almeno lui diceva così mentre Luke si incazzava quando lo diceva, ed erano così divertenti. Una vera amicizia ballava nei loro cuori e si vedeva.

<Wow, dovremmo prendere esempio da Roy, beata la fortunata!> Fece Mark.

Guardai Roy, che a sua volta guardava me. La sua gote si illuminò di un intenso rosa pallido e mi fece l'occhiolino.
Alzai gli occhi al cielo ma sorrisi.
Oh l'amore.
Zitta tu'.

Finimmo di fare il giro di preghiere e ci avviammo all'uscita.

Sentii la mia mano tirata da un'altra.
Roy mi sorrise.

<Che ne dici di andare a casa mia?> Domandò alzando un sopracciglio.
Lo fissai a lungo, aveva la testa rivolta verso l'alto e un profilo accentato da una mascella serrata mentre qualche ciuffo gli cadeva con delicatezza sul volto.
Sveglia! Non puoi stare ad osservarlo per ore, ti ha fatto una domanda.
Ringraziai la mia coscienza e risposi.
<Non ci penso neanche! Sotto questa pioggia poi, no e no> e misi le braccia al petto.
<Cosa sarà mai un po' di pioggia?>
<No, ci bagneremo>
E in un attimo Roy mi prese da terra e mi portò a fare un bagno sotto la pioggia freda che solleticava la mia pelle mentre io strillavo di mettermi a terra.

<È solo pioggia!> Gridò lui per il troppo rumore che facevano le goccie quando toccavano l'asfalto.
<Tu! Royston Peter Gayerold, sei morto!> Gridai e mi misi a rincorrerlo.

Lui correva avanti a me ed io ridevo, attraverso la pioggia non vidi che eravamo arrivati già a casa sua.
Aprì la porta di casa e mi ci fiondai dentro per il troppo freddo accompagnata da lui.
I miei capelli gocciolavano a terra.

<Sei un bastardo!> Mormorai dandogli pugni sul torace invano.
Non gli facevo niente se non un po' di solletico.
Mi bloccò le mani e mi attirò a se, avvicinando le sue labbra alle mie. Sentivo il suo respiro quando fu' interrotto dal suo telefono.
Cazzo! Imprecai mentalmente.

Mi lasciò scusandosi e prese il suo telefono.
Sentii qualcosa, probabilmente parlava con sua madre.
Infatti fu' come leggermi nella mente.
<Era mia madre, non rientrerà entro sta sera sul tardi> mi informò, annuii.
<Devi pagare il tuo danno> indicai i miei vestiti bagnati.
Sorrise furbamente.
Andammo in camera sua e mi presto' una sua maglia nera e dei pantaloncini femminili di sua sorella maggiore, poi mi indicò il bagno e andai chiudendo la porta subito dopo.

Mi guardai allo specchio, avevo un sorriso da ebete sul volto e la matita un po' colata. Tralasciai.
Mi cambiai e sentii la maglietta troppo larga, immaginavo.
Profumava di iris, lo adoro.
Mi guardai ancora allo specchio per aggiustarmi i capelli su un lato.
Ero più o meno un disastro.

<La maglietta è un po' larg-> dissi aprendo la porta del bagno ma mi bloccai alla vista di un Roy nudo con solo dei boxer mentre era intento a mettersi una maglietta, con i suoi muscoli che si contraevano e il viso rigato da alcune gocce cadute dai capelli biondo cenere.
<Cosa c'è?> Mi domandò innocente.
<N-nulla>balbettai in imbarazzo.
<Sei così buffa> rise.
<Sei tu che mi hai dato una maglietta troppo grande> lo indicai.
<Sei buffa lo stesso> sbuffai.

Finì di cambiarsi e scendemmo le scale per arrivare in salotto.

Faceva freddo per via della pioggia così prese una coperta e ci mettemmo comodi sul divano.

<Tra una settimana si parte> sussurrò lui.
<Non vedo l'ora> infatti lo pensai veramente, era la prima volta in cui avrei fatto un viaggio con un amico e non fa' niente il fatto che sarebbero venute le nostre madri per me l'importante era stare con Roy.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2016 ⏰

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