<Ora mi spieghi cos'è successo?> Chiesi a Sam.
Sam e Jain si conoscevano già da tempo anche con me solo che mentre Sam soffriva di alcuni disturbi d'ansia e panico, Jain invece era completamente "pulita". Lei non era una mina vagante di questa terra.
Ma questa volta l'avevano combinata grossa e dovetti preoccuparmi non sono di una persona ma due mettendo in mezzo anche Roy. Cosa si fa' per delle amiche. Pensai.E mentre Sam mi stette a spiegare tutto ciò che era accaduto cercammo di far riprendere Jain.
<Puzza di alcool, Gwen, cosa dirà tua madre domani?> Mi disse Sam.
<Non dirà nulla ma è meglio lavarla>A malapena Jain sbatteva gli occhi ma non si muoveva del tutto, come paralizzata. La portammo in bagno per lavarla e mentre io riempivo la vasca calda, Sam spogliava Jain.
<Non c'è la faccio, voglio morire, sto piangendo troppo, non posso> urlò Sam.
<Tranquilla, non fa niente>
Sapevo che non l'avrebbe retto e non volli sforzarla altrimenti sarebbe svenuta per un attacco di panico.
La mia vita non può andare meglio di così.Chiamai Roy per far portare a dormire Sam sul divano e gli diede una coperta e dei vestiti.
Poi venne da me.
<In che guaio ti sei cacciata?> Mi domandò Roy appoggiandosi allo stipite della porta.
<Devo aiutarle e se Sam fosse rimasta ancora qui l'avrei portata in ospedale oltre a portarci anche Jain. Intanto mi aiuti?> Dissi leggermente irritata.Immergemmo' Jain in vasca e sbuffai per quanto fosse pesante, non che io fossi così forte.
Arrossí nel guardare Roy affianco a me seduto con le spalle rivolte alla vasca. Dopotutto aveva vista la mia amica nuda e non me.
Ma che pensieri fai?
Scacciai quella vocina.Poi mi guardò e quasi mi lesse nel pensiero.
<Oh no, non preoccuparti, non è la prima ragazza che vedo nuda non che ne abbia fatte tante, cioè voglio dire...> disse non finendo per la mia risata.
<Non preoccuparti tu, anzi ti devo ringraziare> dissi e dovevo veramente ringraziare.Roy dopo un po' andò a prendere un altro mio pigiama da dare a Jain e lo feci andare fuori.
La vestì, oramai non c'era più la puzza di alcool nell'aria, e la trascinai sul divano letto accanto a Sam.Sospirai, c'è l'avevo fatta.
<Grazie Roy>
<Di nulla "ambulanziera"> e marcò la parola finale.
Gli diedi un colpetto al petto e lui invece mi attirò a se per abbracciarmi.Mi misi a sistemare tutto in casa, dal bagno ai vestiti da sera delle due ragazze in casa mia.
Oggi non ci voleva proprio, meno male che mia madre non fosse stata qui altrimenti...non immaginerei.Sbadigliai.
Mi appoggiai anch'io allo stipite della porta opposta a Roy davanti al divano.
Lo trovai a fissarmi.<Perché mi guardi?> Domandai.
<Perché sei bella, non ho mai visto una creatura così bella> disse.
Sbuffai ridendo.
<Ma se sono le 5:30 di mattina, come pretendi che io sia bella? Ho le occhiaie sotto gli occhi per il mancato sonno.>
<Tu non capisci, Gwen, sei sempre bella anche se tu dici di non esserlo.
Ti guardo come guardo tutto ciò che voglio ma consapevole di non poterlo avere.>Arrossí.
Ammetto il fatto che mi piaccia ma non realizzavo: io gli piacevo?<Ma adesso bisogna dormire, quindi...>
Senza accorgermene mi prese di peso e mi mise sulla sua spalla.
Battei i pugni sulla sua schiena ridendo.
<Mettimi giù!> Urlai.
<Non gridare o le sveglierai. Ti conviene star zitta e farti portare a letto>
Sbuffai e mi buttò sul letto.<Oh letto, mio caro, ci incontriamo ancora> dissi cercando di aprire al massimo le braccia per "abbracciare" il mio letto.
<Stai dando di matto, tu, dormi> insinuò Roy.
Intanto mi ero già addormentata.Il giorno dopo il mio risveglio fu' necessario. Mi rigirai su me stessa tastando il letto ma senza trovare un altro corpo vicino a me. Aprii di scatto gli occhi e scesi giù.
Sentii l'odore del latte caldo e del caffè di prima mattina e vidi pancake sul tavolo della cucina.
<Ti adoro> sussurrai a Roy mentre gli diedi un bacio sulla guancia.
Sorrise. Oh, il paradiso.
Mi sedetti e versò sul mio cibo sciroppo d'acero.
Delizioso.<Che bel risveglio> mormorai.
<Stamattina una di loro ha vomitato in bagno e penso che..>neanche il tempo di parlare che sentimmo lo sciacquone del bagno.
<Eh già, anche l'altra ha fatto> continuò lui.
Risi e poi le vedemmo arrivare in condizioni più o meno decenti al tavolo.
<Preparero' anche del The' caldo> disse Roy dirigendosi alle mensole per prendere il necessario.<Buongiorno> dissero entrambi.
<A voi due> risposi io.
Si sedettero e mi domandarono cosa fosse successo.
Questa volta fui io a raccontare tutto a loro due mentre Roy fece la sua comparsa per dargli il The'caldo.
Rimasero a bocca aperta mentre si sedette.<Chi è questo gran pezzo di ragazzo> mi domando' Jain nell'orecchio.
<Oh, giusto, lui è Roy...ehm, un mio amico. Mi ha aiutato nell'impresa di ieri>
<Buongiorno ragazze> disse Roy sorridendole.Non so perché ma stavano letteralmente svenendo.
Okay, Roy è un bel ragazzo ma è mio.
Cioè mio amico, ovvio.Arrivò mia madre nel bel mezzo della colazione.
<Cos'è?Avete fatto un pigiama party?> Disse mia madre appoggiando una mano sulla mia spalla. Poi salutò tutti, perfino Roy.
Per fortuna mia madre era molto comprensiva e le faceva piacere quando portavo qualcuno a casa, d'altronde questi erano i miei amici non ne avevo molti di più "intimi".
Disse che sarebbe andata nel suo studio e ci lasciò finire la colazione.
<Scusaci del disturbo, ma grazie. Non sapevo chi altro chiamare ieri> affermò Sam.
<È stato un piacere, l'importante è che queste cazzate evitiate di farle ancora. Non reggete molto l'alcool come si è visto> e ridemmo un po'.Osservai Roy, la sua mascella si muoveva appena apriva bocca per mangiare o per ridere. Ed era così unico, così bello.
Salutai le ragazze e Roy e gli dissi che ci saremmo incontrati poi al gruppo di supporto e mi lasciò un bacio in guancia.
Mi sedetti sul divano pensando a quanto, dopo tanta sofferenza, una luce è arrivata. Ne ero grata.
Quella luce fu' Roy.
È come era bella quella luce.Accesi la TV e mia madre mi affiancò sul divano.
<Ti piace, non è così?> Mi chiese.
<Si ma non è nulla> dissi a mia madre alzando gli occhi al cielo.
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Anche le Stelle vanno in Paradiso
RomanceGwen e Roy sono due ragazzi a cui la vita ha giocato brutti scherzi. Si ritrovano nella stessa città ma per nessuno dei due ci sarà un per sempre in questa vita che sembra abbia già deciso.