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Iniziamo a camminare verso casa sua poiché volevamo parlare sia da soli e sia in compagnia di un film.

Entrammo in casa e mi presento' i suoi genitori.

<Piacere, sono Gwen Jennifer Colten.> dissi un po' imbarazzata.
<Il piacere è tutto nostro, noi siamo Elisabeth e Jhon Gayerold.> disse lei, indicando se stessa e dopo il marito con una smorfia divertita che la stava aiutando in cucina o forse stava facendo le prove per Halloween visto la quantità enorme di farina in viso da farlo sembrare un fantasma.
Risi leggermente e mi sentii tirata con la mano da Roy.

<E con grande onore ti presento la mia camera da relax.> disse con entusiasmo allargando le braccia in modo teatrale e facendo un giro lento su se stesso per poi guardarmi e sorridere.

Che bel sorriso.

Era una stanza non molto stretta e abbastanza grande per contenere molti trofei di calcio su una mensola trasparente, sopra il letto. Più avanti c'era un divano e una PlayStation, con dei giochi e sopra c'era una TV. Vicino a me, sulla destra, c'era un'altra mensola trasparente con sopra film e libri. Sulla mia sinistra c'erano, invece, delle casse per ascoltare la musica. Un grande armadio vicino al letto, ed in fine le pareti erano nere e rosso scuro.

<Bella, vero?> Esclamò.
Annuì, era proprio bella.

Mi avvicinai ai film e li osservai tutti. La maggior parte erano d'avventura e mi soffermai sull'unico film romantico tra tutti i film.

<Voglio vedere questo!> Affermai, porgendogli il CD in mano.
Lo guardò e piegò la testa.
<Letters to Juliet?> Mi guardò.
<Si, proprio quello.>

Inserì il CD e ci sedemmo sul divano, di fronte alla TV.

Dopo, quando finì, lo commentammo.

<Ti è piaciuto?> Chiese.
<Molto, a te?> Gli chiesi.
<Si, ma non capisco...> disse, portando una mano dietro la nuca.
<Cosa?> Domandai.
<Cosa succede dopo? Si sposano? Vivono come ogni essere umano insieme? Ho tante domande senza risposta. Avevo già visto questo film ma non tanto per accorgermi di ciò che non capivo.> Si alzò e fece avanti e indietro alle spalle del divano.
Mi girai verso di lui, per osservarlo.
<Si, si sposeranno e se non lo faranno, resteranno insieme a vita amandosi.>
<Mh... è tutto da vedere, d'altronde vuoi qualcosa da bere> mi chiese.
<Acqua, grazie.> Dissi.

<Allora...-cerco' di aprire un altro discorso- parlami di te.>

Cosa? Me lo aveva già chiesto.

<Te l'ho detto, quando ebbi 12 anni mi diagno-> iniziai a dire è dopo poco fui interrotta da lui.
<No, Gwen. Parlami di te, delle tue passioni, dei tuoi sentimenti, cosa ti piace e cosa non ti piace. Fammi vedere la tua parte più bella, oltre a te.> E concluse.

Quello era un complimento?

<Oh...mh...non so. Mi piace il blu è il nero, mi rispecchiano. Ho un carattere molto chiuso ma questo non significa che io sia timida. Amo la musica leggera ma adoro i Coldplay. Mi piace pensare in un futuro d'amore ma non mi piace l'amore.>
<Come? Non ti piace amare?> Mi domandò alzando un sopracciglio.
<Esattamente.> Affermai degna di ciò che avevo detto.
<Non ci credo, mia Gwen tu saresti la persona che saprebbe amare fino a scoppiare. Fino a far scoppiare il cuore solo per un sorriso.>
<Perché dici questo?>

Non capivo.

<Perché tu, Gwen, sei così bella e cinica allo stesso tempo da far innamorare chiunque, persino me.> si indicò e poi iniziammo a ridere.

Anche le Stelle vanno in ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora