Avvertiva due presente ai lati e una persona sia davanti che dietro di sé. I passi erano silenziosi lungo quel corridoio insonorizzato pieno di angoli e diverse svolte. Se fosse stato un altro momento avrebbe facilmente memorizzato la strada percorsa ma il cappuccio che gli era stato legato sotto il mento non gli permetteva di respirare normalmente nè, tantomeno, di vedere qualcosa oltre al buio. Sam si stava concentrando a mantenere il respiro regolare per non finire l'ossigeno piuttosto di ricordare la strada.
Camminava.
Alcune volte gli uomini in divisa lo strattonavano per le spalle da una parte all'altra per evitare che finisse contro un muro; non potevano arrivare in ritardo.
Le manette gli laceravano la pelle attorno ai polsi ma aveva sopportato torture peggiori nella sua vita pertanto non dava peso alla cosa.<< Avanti >> ordinò una voce fiebile femminile.
Una porta si aprì cigolando e Sam venne fatto accomodare su una sedia di legno senza troppe cortesie. Gli legarono i polsi sui braccioli della sedia prima di chiudersi la porta alle spalle e di lasciare la sala.
La luce entrò nella sua visuale e gli fece sbattere più volte le palpebre quando gli fu tolto l'indumento dalla testa.
<< Benvenuto Samuel >> parlò la stessa voce femminile di prima.
A due metri di distanza Tonim lo fissava dietro ai suoi occhiali rettangolari; seduta a gambe acavallate, con il suo completo elegante grigio e i capelli biondi raccolti in uno chignon sembrava una donna in carriera. Teneva un blocco di fogli sulle gambe mentre la penna era impugnata nella mano. Sam la guardò, attento a mantenere un'espressione neutra.
<< Lo sai perché sei qui? - lo fissava leggermente protesa in avanti - Sei un uomo intelligente, probabilmente lo avrai già dedotto >>
Per pagare tutto il male che aveva fatto ovvio. Finalmente.
Constatò amaramente che quello era un pensiero rinchiuso nella mente da tanti anni, non era mai riuscito a spiegarsi cosa fosse per questo l'aveva sempre ignorato.
Qualcuno doveva fermarlo. I due fratelli avrebbero continuato a creare problemi e catastrofi se qualcuno non li avesse fatti fuori.
Finché era con Dean era un altro discorso, erano felici insieme e riuscivano ad esserlo anche con il peso che avevano sul cuore.
Adesso invece...
<< Lo sai che questa è la punizione che ti meriti giusto? Per tutto quello che hai fatto. >> continuò lei.
Tolse gli occhiali rossi lentamente e li tenne in mano. Lo stava fissando intensamente cercando di cogliere le parti più emotive dell'altro, quelle facili da manipolare.
Sam aveva capito il suo gioco, non era di certo stupido come sembrava pensasse la donna per questo si tenne i propri pensieri. Non rispose: non voleva dare la soddisfazione di vederlo parlare così facilmente anche se non capiva cosa volesse da lui. Tanto, pensò, non aveva niente da perdere ormai.
<< Samuel - continuò lei con un sospiro - sei sempre stato un soggetto molto interessante da osservare, devo dire la verità. Un uomo violento, sadico sotto certi versi, che usa le persone a proprio piacimento per raggiungere i propri scopi... anche se non quanto il fratello che sa essere di gran lunga peggiore di te. Ma posso ritenere che uno su due non sia una gran perdita. >>
Sam mantenne lo sguardo fisso su di lei, senza farsi intimorire.
<< Non sai chi sono io realmente Tonim >> sputò fuori queste parole quasi fossero degli insulti.
<< Raccogliamo informazioni sul vostro conto da diversi anni... l'Apocalisse ti dice qualcosa? >>
<< Lo so, abbiamo fatto delle scelte e abbiamo sbagliato ma non abbiamo mai permesso a Lucifero di... >>
Una scossa gli partì dal collo per arrivare fino alla punta dei piedi e alla testa dove il cacciatore, preso dalla sprovvista, non riuscì a soffocare l'urlo che emise per il dolore. Chiuse gli occhi mentre gridava e di scatto strinse le mani sui braccioli. Il dolore era lancinante.
Venne preso per i capelli e strattonato all'indietro contro lo schienale della sedia,
si trovò a guardare una donna dai capelli scuri. In mano brandiva, ancora sotto il mento di lui, un oggetto che l'uomo poté supporre fosse un taser. Degli occhi color ghiaccio lo guardavano minacciosi, come se fosse un'altra delle numerose cavie di lei.
<< Suvvia non siamo qui per perdere tempo ma sarò disposta a farlo finché non mi spiegherai come due cacciatori si siano trasformati in assassini - la donna di Lettere bionda incominciò a leggere dai fogli che aveva - Quello era solo l'inizio, devo andare avanti con la lista? Leviatani, Cavalieri, caduta degl'angeli, i vostri rapporti con il Re dell'Inferno, per non parlare dell'Oscurità >>
<< Insomma - disse l'altra donna prendendo in mano un lanciafiamme - non stiamo facendo niente che ogni singolo abitante della Terra non vorrebbe fare >>
<< L'antico ordine degli Uomini di Lettere ti vuole condannare per i crimini commessi contro l'umanità, vuoi raccontarci qualcosa Samuel? >>***
La strada per Washington D.C era lunga e monotona. Non potevano fatla tutta in una notte, non da Kansas city sicuramente. Gli alberi si sovrapponevano al cielo mentre le strisce bianche sull'asfalto sembravano non finire mai.
Si erano messi in viaggio da diverse ore e nessuno era riuscito a proferire parola, immersi com'erano nella loro comune preoccupazione: Sam.
Dopo 4 ore riuscirono ad arrivare alla loro prima tappa St.Luois.
Le ruote sollevavano la polvere sulla strada depositata prima da un leggero vento che proveniva da ovest.
Dean cambiò marcia e premette l'acceleratore dopo un semaforo rosso che non faceva passare nessun'altra automobile tranne la loro.
Era mattina quando arrivarono, l'alba era sorta da poco.
Nessuno aveva chiuso occhio e Dean non aveva dato il cambio neanche dopo gli ammonimenti degl'altri due.
Aveva promesso che sarebbe andato a dormire per poco all'arrivo e così fece vinto dalla stanchezza del viaggio.
Trovarono una stanza nel primo motel a cui passarono accanto e, mentre il cacciatore si addormentava Castiel decise di andare con Mary a chiedere informazioni nella città per vedere se avevano notato una Chevy Impala del 97' o qualcosa di sospetto.Castiel aveva già incontrato lungo la sua esistenza quei simboli disegnati sulla parete. Non riusciva a ricordare dove, e questo era un fatto inimmaginabile per un angelo. C'era qualcosa che non quadrava. Come poteva non ricordare qualcosa? Era sicuro che scoprendo questo avrebbero fatto diversi passi avanti. Un pensiero gli attraversò la mente all'improvviso.
A meno che...
Salutò Mary velocemente e disse che aveva un altro compito da svolgere per aiutare a scoprire i rapitori di Sam.
Doveva andare in una biblioteca, o in più, ragionò mentre volava verso la St.Louis Library.
Ora che aveva ristabilito la sua grazia, non gli fu difficile leggere tutti i libri riguardo il sovrannaturale che riuscì a trovare soffermandosi maggiormente sugl'angeli e su porte del Paradiso.
Il luogo era deserto a parte la donna al bancone e due studenti che studiavano per qualche esame pomeridiano.
La tavoletta degl'angeli non era in suo possesso, il Paradiso l'aveva sottratta da esseri sulla Terra e non, troppo voraci di potere.
Sapeva che nessuna biblioteca poteva eguagliare la conoscenza posta nel Paradiso ma Castiel era rimasto sempre affascinato dalla conoscenza che gli umani acquisivano col tempo e con le esperienze. Cose che neanche gli angeli sapevano.
Quando era declassato a umano, ogni giorno imparava qualcosa di più che gli cambiava la vita. Piccole cose che facevano la differenza. Cibo, dentrificio, il caldo sotto le coperte...
Si riscosse rimettendo l'ennesimo libro in uno scaffale.
Non si sentiva in sé.
Iniziò a pensare cosa stesse passando Sam mentre volava verso il bunker in Kansas a prendere altri libri più importanti dopo aver capito che non avrebbe trovato molto lì.
Doveva muoversi.
In quel momento aveva un compito da svolgere, non poteva perdersi.
Era poco prima di pranzo quando tornò al motel trovando madre e figlio che parlavano.<< Hai ragione >>
Dean era rimasto in silenzio ad ascoltare il piano dell'angelo.
<< Non ci avevo pensato >> continuò mentre si dava dell'imbecille, aveva agito d'istinto ancora una volta. Avrebbe dovuto capire che c'era un motivo sotto l'incapacità di Cas di ricordare.
<< Come possiamo fare a ritrovare un pezzo del tuo passato? >> disse Mary mentre finiva di alacciarsi le scarpe.
<< Devo andare in Paradiso. C'è una porta con su scritto in enochiano 'tal-graph-drun-gisa-graph' cioè 'mente, memoria'. Quella stanza si trova vicino le segrete e la chiave si dice sia stata consegnata all'inizio della creazione a Joshua, l'angelo custode, anche se lui in tutto questo tempo ha continuato a smentire ciò. Si dice - continuò - che da centinaia di millenni la tiene nascosta pronto a cederla a sua volta al momento opportuno ordinatogli da Dio stesso. Anche quando ero con Metatron uno dei suoi obiettivi era quello di trovare la chiave. Era il meno realizzabile di tutti e per questo decise di lasciarlo in sospeso. >>
<< Come mai irrealizzabile? >> parlò Mary.
<< Joshua scomparve e non si hanno più notizie di lui da anni. >>
Dean aprì la bocca ma Castiel lo interruppe prima che potesse emettere alcun suono.
<< Quella porta è più difficile da trovare e aprire di quanto sia trovare la mela di Eva. È tutto quello che possiamo fare al momento. Non possiamo perdere tempo >> constatò mentre vedeva trasparire negl'occhi di Dean la paura di perderlo di nuovo.
<< Come farai ad
entrare? - chiese invece - Abbiamo già usato il trucco di creare confusione grazie a Bobby ma adesso? >>
<< Non saprei. >>
<< Ti aiuteremo - aveva parlato Mary con una nuova fiamma negl'occhi - non ti lasceremo solo. Troveremo l'accesso e la chiave. >>***
Spazio autrice
Ciao! Eccomi dopo questa piccola assenza
Scusate scusate
Ho aggiornato perché quello che avevo scritto non era stato pubblicato prima uff
Ditemi come vi sta sembrando la storia :)
Isa
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Supernatural - Il Finale ~ What hurts the most ~
أدب الهواة"Non poteva negarlo: appena il demone aveva avanzato quell'ipotesi, Dean non era riuscito a smettere di pensare ad altro. La paura che suo fratello fosse morto era enorme e lo divorava ogni minuto con voracità. Se fosse veramente morto non sapeva co...