<< Ehi Sammy >>
Il pavimento duro e freddo era pieno di polvere che lo faceva tossire.
Samuel era un nome troppo in anonimato per il suo fratellino. Lo aveva sempre creduto. Per lui sarebbe sempre stato Sammy, il suo Sammy.
Era disteso vicino a lui.
Il plaid era a quadri neri e rossi.
Dean riuscì non senza sforzo a toccare il braccio del fratello.
<< Dimmi... jerk >> La sua voce era quasi un sussurro come quella del fratello.***
6mesi prima
Dean si ritrovava davanti a una pagina della sua vita che pensava fosse stata persa per sempre.
Lei.
<< Mamma? >>
Non poteva credere ai suoi occhi. Non poteva essere vero.
Aveva un'enorme confusione in testa. Smarrimento, incredulità di fronte a questo incontro così surreale.
<< Dean! >> La voce di Mary si incrinò. Si mise a corrergli incontro.
Lei era lì, era viva.
Non era invecchiata dal 1983. Stessi capelli biondi, stesso sguardo pieno d'amore e stessa camicia da notte che indossava quel giorno quando fu uccisa.
La poteva sentire che lo abbracciava, il suo cuore che batteva contro il proprio mentre Dean aveva le braccia lungo i fianchi.
Era impassibile.
Diffidenza era il sentimento che più provava in quel momento.
Non credeva nella fortuna e non sapeva come comportarsi. Era veramente lei? Cosa doveva fare?
A quel punto ricordò le parole di Amara e disse in un sussurro:
<< Amara... è stata lei a...>>
La donna annuì staccandosi dal figlio. Una lacrima era scesa sulla sua guancia e prima di parlare la tolse velocemente.
<< Dopo aver salvato te e Sam quando ero un fantasma mi sono dissolta. Pensavo che sarei andata nel Nulla invece sono arrivata in luogo unico, speciale, Dean, nel quale poi è arrivato tuo padre. Non so neanche come descriverti il posto, ogni aggettivo superlativo non sarebbe adatto. Dio ci aveva riservato un posto particolare e quando ci apparve disse che era destino che voi nasceste e che aveva un programma. L'ho visto solo quella volta sotto delle sembianze alquanto particolari. >> A quel punto la sua voce si ruppe.
<< Riuscivo a vedervi Dean... vedevo le vostre sofferenze, il vostro bisogno di aiuto e io... - singhiozzò - non potevo far nulla. Ero impotente e... >>
Dean sentiva le sue stesse lacrime scendere sulle guance prima poche, poi sempre più copiose perché era veramente lei.
Non sapeva quante volte avesse sognato quel momento. Quanto avrebbe voluto che fosse presente per lui. Un posto accogliente da cui tornare, una casa. Non sapeva quanto avesse desiderato ritrovarla dopo anni. Non sapeva che dopo gli incubi si svegliava per cercare Sam, per vedere che non era completamente solo sia da piccolo sia quando erano tornati insieme, anni dopo. Vedeva il fratello vicino a lui e si riprometteva che ci sarebbe sempre stato per Sam. Che non sarebbe andato via dalla sua vita volutamente.
Adesso non erano più soli, erano una famiglia, di nuovo tutti insieme.
Era tornata.
Pensò a John, a quanto avrebbe voluto che fosse lì dopo tutto.
A quel punto l'abbracciò. Un abbraccio caldo che sapeva di dolore e soffrenze ma soprattutto di casa e amore.
Quando si allontanarono vide che anche lei si stava asciugando le lacrime.
Le prese le spalle dolcemente << Tutto questo non è successo per colpa tua mamma. >>
Da quanto non diceva il suo nome di fronte a lei.
L'aveva rivista da giovane quando era andato indietro col tempo ma lei non sapeva chi fosse realmente. O almeno non se lo era più ricordata per colpa di quell'arcangelo.
<< Sono stati quei bastardi - continuò- e quel demone dagl'occhi gialli. Ti abbiamo vendicata lo sai? Noi tre. >>
Pensò a Sam.
<< Non sai quanto sarà felice Sammy di vederti! >>
Dean era felice dopo tanto tempo e in quell'ultimo periodo non avrebbe mai pensato di riuscire ad esserlo di nuovo. Il marchio di Caino l'aveva portato sul colmo del baratro della disperazione e della violenza. Poco tempo dopo invece era andato a morire per cercare di uccidere Amara. E se già questo non fosse doloroso aveva lasciato Sam. Ancora. Di nuovo. Rabbrividì a quel ricordo.
Da adesso però potevano ricominciare da punto a capo. Un nuovo inizio. Una vita migliore e più serena.
<< Devo avvisare gli altri che...beh sono vivo. >>
Sammy... Castiel... si ricordava gli ultimi loro abbracci. Se quello con Castiel era stato doloroso, quello con Sammy straziante. Se avessero fatto durare di più l'abbraccio, lui non sarebbe più riuscito a partire in quella che era in tutto per tutto una missione suicida.
Non aveva con sè il cellulare così iniziò a pregare.
"Cas ascoltami sono Dean, sono vivo. Chuck e Amara si sono riuniti e... "
Un leggero soffio di vento gli accarezzò la pelle ma lo riuscì a sentire a malapena in confronto alle mani di Castiel sulla sua schiena e il suo corpo stretto contro il proprio in un stretto abbraccio. Era arrivato subito come sempre.
Immaginava il sollievo di Cas, lo stesso di quando lui per poco non l'aveva perso con i Leviatani. Sorrise dietro le spalle del suo amico, di suo fratello e ricambiò più convinto l'abbraccio.
L'angelo si staccò tenendolo comunque per le spalle. Non voleva lasciare subito il contatto. Indossava il suo solito impermeabile e i capelli erano più spettinati del solito come se ci avesse passato le mani diverse volte.
Solo allora si accorse della figura vicino a Dean che li stava osservando.
<< Mary? >>
<< Castiel >>
La madre di Dean gli si avvicinò con passo deciso e gli strinse la spalla.
<< Grazie - aveva le lacrime agl'occhi - per tutto quello che hai fatto per loro, per aver rinunciato adirittura al Paradiso per aiutarli. Non posso neanche immaginare le difficoltà che avrai dovuto affrontare. >>
L'angelo sorrise, un sorriso piccolo e stanco e commentò con un semplice: << Sono loro la mia famiglia. >>
Improvvisamente un pensiero lo fece rabbuiare. Le braccia tornarono lungo i fianchi e abbassò il capo. Quando lo rialzò aveva gli occhi più cupi di prima. Un senso di colpa lo stava attanagliando. Guardò la donna prima di spostare lo sguardo altrove e di incominciare a parlare.
<< Vi devo dire una cosa importante... - si passò una mano sul viso - ... Sam è stato preso. >>
Il cuore saltò di un battito a Dean.
<< Merda! >>
<< Chi è stato? >> La voce di Mary era forte e preoccupata.
<< Non lo so ancora. Sam voleva stare un momento da solo dopo la tua dipartita e io lo accontentai. Capivo bene come si dovesse sentire >> Non riuscì a tenere il contatto visivo con l'uomo.
<< Eravamo in auto - continuò - arrivati a casa entrò prima di me. Lo seguì subito dopo ma una forza invisibile mi bloccò. Erano dei sigilli che non vedevo da una centina d'anni. Sono sicuro di ciò perché solo questi possono fermare un angelo. Avvertivo che erano stati tracciati tutt'attorno il bunker. Gridai il nome di Sam ma lui era già entrato, la porta chiusa dietro di lui >> guardò Dean.
<< Era impossibile che non ci fosse un intruso. Sam era da solo contro quella minaccia e io... io... non potevo aiutarlo. >>
Diede un pugno con frustrazione ad un albero vicino che atterrò diversi metri più avanti. Nè Mary nè Dean si scomposero.
<< A quel punto ho sentito la tua chiamata e sono accorso qui. >>
<< Siamo ancora in tempo - La voce della donna arrivò subito forte e chiara - muoviamoci. >>
Dean la guardò attentamente. Gli occhi di lei bruciavano di determinazione.
Una parte di lui non voleva metterla in pericolo, non voleva perderla dopo che l'aveva appena ritrovata. Sapeva però che sua madre non gli avrebbe permesso di andare senza di lei. Era una cacciatrice in fin dei conti. Non si smette mai veramente di esserlo, non si dimentica mai. Per questo non la intralciò.
Castiel strinse una spalla ad ognuno dei due e subito dopo si teletrasportò.~~~~
Spazio dell'autriceCiao a tutti! Tranquilli ce ne saranno pochi di questi spazietti. Io sono Isa e adoro Supernatural. Vi avviso che ci sono dei spoiler se non avete finito l'undicesima stagione quindi non ditemi che non vi avevo avvertito! Se avete qualche consiglio o commento non esitate a scrivere 😉
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Supernatural - Il Finale ~ What hurts the most ~
Fiksi Penggemar"Non poteva negarlo: appena il demone aveva avanzato quell'ipotesi, Dean non era riuscito a smettere di pensare ad altro. La paura che suo fratello fosse morto era enorme e lo divorava ogni minuto con voracità. Se fosse veramente morto non sapeva co...