15. Assenzio [explicit contents]

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Elizabeth

Non è facile chiudere un capitolo, soprattutto se si tratta del capitolo più importante della storia.
Un anno fa avrei detto che si poteva fare, che sarei stata in grado di chiudere una relazione con facilità, perché tanto non sarei mai stata capace di legarmi profondamente a qualcuno, tranne che a Blanch, forse.
Ora è inutile prendermi in giro.
È inutile sperare di poter mettere un punto alla fine della frase, voltare pagina e scrivere un nuovo pezzo della mia vita.
Perché non potrebbe mai essere straordinario come il precedente.

È passata esattamente una settimana dalla scoperta dell'identità di Mr Red, ma rivivo ogni giorno, nella mia mente, le stesse scene, come se fosse accaduto ieri.
E da quel momento non l'ho più visto.
E non voglio rivederlo.
Che contraddizione vivente che sono.
Penso che quell'uomo dagli occhi verdi abbia reso magnifico un importante capitolo della mia triste vita, e ora sostengo di non voler affatto rivederlo.
È solo che davanti a certe scoperte si può scegliere di reagire in due modi: si può restare calmi, ragionare, elaborare e affrontarle.
Oppure si può scappare via.
E scappare via è sempre la cosa più facile.

Canticchio fra me e me un motivetto inventato sul momento, cadenzato e malinconico, mentre con le dita sfioro i petali di una rosa.
Rosa.
Come può un semplice fiore riuscire a rappresentare così bene qualcuno?

"El?" Carl grida improvvisamente il mio nome.

Sobbalzo, prima di voltarmi verso di lui.

"Puoi portare questa pila di vasi nello sgabuzzino?"

"Certo!" esclamo.

Poi, con i vasi stretti fra le braccia, mi incammino verso la porta arrugginita ed entro.

Per fortuna la mia giornata lavorativa è quasi giunta al termine.
Ho voglia di andare a casa, distendermi sul letto e non pensare a niente.
O magari fare un po' di compagnia a mia madre, che fortunatamente adesso ha ricominciato a mangiare e a parlare con me.

All'improvviso, travolta dai pensieri lascio cadere un vaso sul pavimento. Guardo i pezzi infrangersi con violenza.
Il rumore mi riempie le orecchie per un secondo, facendomi sobbalzare.
Mi copro la bocca, prima di chinarmi sul pavimento a raccogliere i cocci.
Non riesco più a vivere con questo pensiero. Con due occhi stampati nella mente. Con una voce che riecheggia continuamente nella mia testa, impedendomi di distrarmi.

Così, di colpo, scoppio a piangere.
Le mie mani abbandonano i pezzi del vaso, per coprire il mio viso.
Ogni brandello del mio cuore sembra liberarsi dal mio corpo attraverso gli occhi, trasportato dal fiume ininterrotto delle lacrime.

Io devo ricominciare.
Io devo ricominciare.
Io devo ricominciare.

Me lo ripeto finché non me ne convinco.
Ma non riesco a smettere di piangere, cavolo.

"Esci dalla mia testa..." sussurro, a denti stretti, massaggiandomi le tempie.

Eppure lo so, sono solo una stupida a pensare di poter cancellare l'inchiostro indelebile di centinaia di ricordi stupendi.

"Questo sgabuzzino non è fatto per piangere..."

Una voce spezza improvvisamente il mio pianto, interrompe il flusso dei miei pensieri e mi fa voltare di scatto alle mie spalle. A quelle parole segue il rumore della porta, che viene chiusa lentamente dietro di me.

"È stato questo il posto in cui abbiamo stretto il nostro patto, ricordi?"

L'uomo fa un passo avanti verso il mio corpo pietrificato.

"Mi dicesti che avresti accettato il mio segreto, che ero l'unica cosa positiva nella tua vita in quel momento."

Le mie labbra cominciano a tremare. La pelle si raffredda e impallidisce.

Mr Red [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora