La testa di Zayn vorticava e se non ci fosse stato Harry sarebbe anche caduto a terra ed avrebbe sbattuto la testa. Fortunatamente, a volte, succedeva che la sua scoordinazione si alternava con la prontezza. Lo aveva catturato nelle sue braccia senza permettergli di crollare.
La corsa all'ospedale era stata la reazione spontanea del gruppo. La loro capacità di organizzazione venne messa largamente alla prova di fronte alla macchina di Zayn, sporadicamente guidata, dotata solo di 5 posti. Louis propose di prendere la sua, di automobile, dunque, si allontanò con la promessa di raggiungerli il quanto prima possibile. Era il più preoccupato e non sarebbe stato in grado di aiutare più di tanto gli altri con i pensiere ansiogeni che gli riempivano la mente. Non aveva nemmeno capito dove stesse andando, prima di avvistare la villetta che condivideva con la madre e le sorelle. I piedi erano andati da soli ed avevano inseguito il barlume dell'abitudine.
Nel mentre Liam, il più forzuto di tutti, prese in braccio in stile principessa, il corpo svenuto del ragazzo pakistano.
Emma, Selena ed Harry rimasero al seguito. La prima recuperò le chiavi del velicolo su un mobiletto all'ingresso della casa. Il panico era stato tale che nessuno si preoccupò di chiudere a chiave la porta principale.
Harry si occupò con Liam di sistemare Zayn sul sedile posteriore di modo che venisse tenuto dalle due giovani e non rischiasse botte contro il finestrino.
Fino a metà percorso aveva lasciato occhiate nervose al compagno con gli occhi chiusi ed il viso insofferente, solo successivamente si rese conto che "Louis non c'è".
La constatazione lo fece impallidire. Ci pensò Selena a tranquillizzarlo e metterlo al corrente della decisione del fidanzato.
Si rimise seduto svuotando la mente da gran parte delle preoccupazioni. Rivolse una scongiura al cielo.
L'ospedale svettava su tutte le schiere di dimore del quartiere. Era imponente ed incuteva timore, aveva analizzato Harry. Liam premette il freno con troppa decisione e tutti i passeggeri sobbalzarono. Ma in un attimo furono fuori dalla vettura; le due donne chiedevano informazioni su quale corridoio imboccare, la restante minoranza cosciente sollevò il corpo e tentò di rimanere al passo delle fanciulle.
L'attesa non fu molta, ma il tempo dilatato non permetteva alle lancette di avanzare verso la meta del 12. Il dottore di turno li accolse e si mise al lavoro. Eppure la testa del ricciolino rimase alla volvo del suo ragazzo.La stessa che ora si trovava ad un incrocio. La stessa che non notò dei fari.
"Codice rosso, codice rosso" un urlò rombombò nel corridoio ed allarmò i pazienti in attesa.
"Ferito di una Volvo nera. Due costole incrinate e taglio al labbro."
La voce mano a mano divenne più debole ed ovattata, ma non passò inosservata ad il fidanzato, il quale di mise in guardia.
Non cercò il permesso degli altri per uscire e mettersi sulle tracce di quegli uomini che si erano fatti portatori di cattive notizie. Per le vie continuavano a transitare malati o anziani malfermi sugli arti inferiori. L'odore di disinfettante impregnava l'atmosfera e quello che avrebbe dovuto rappresentare un amico, diede ad Harry l'impressione di venirne soffocato.
In un po' di falcate rincominciò a sentire le voci annunziatrici e non si fece nessuno scrupolo nell'inseguirle. Voltò l'angolo e vide una barella venire trasportata. Uno stuolo di infermieri e medici stava appresso ad essa.
Il ragazzo alto non ebbe tempo di riflettere che le sue gambe avanzarono a passo di corsa verso di loro. Bloccò un uomo dalla pettorina di soccorritore sulla quarantina. Gli chiese cosa fosse successo. Rimasero indietro rispetto al mucchio.
"Un ragazzo, probabilmente sui 25 anni ha fatto un incidente in macchina."
"Ma come sta?"
"Perchè se ne interessa?"
"Perchè forse è il mio fidanzato."
"Allora ci servirà dopo per la documentazione. La prego di tornare nella sala d'attesa."
"Non posso accertarmi che sia lui?"
In fondo quante volvo nere avrebbero potuto cadere vittima di pirati della strada. Esisteva ancora una remota possibilità che quello si trattasse di uno sconosciuto e che Louis lo stesse aspettando nella sala d'attesa del reparto.
Nel suo egoismo sperò fosse così.
"Ti sembra il momento, ragazzino. Noi siamo qui per salvare vite, non per dare retta a degli adolescenti con i loro 'forse'. Per me può essere anche il nemico di suo nonno, ma questo non mi impedirà di salvargli la vita." rispose stizzito il soccorritore.
Si girò ed entrò nell'ascensore dove aspettava il resto della trupe. Harry non ne sapeva molto di ospedali, aveva solo visto molte serie televisive: quell'ascensore portava alle sale operatorie.
Forse l'incidente era stato più cruente del previsto. Forse volevano solamente fare accertamenti sul caso. Forse...
Guardò davanti a sè e vide un giovane quasi ventenne squadrarlo ed il corridoio continuare, niente più porte di ascensori aperte. Lo vide accasciarsi per terra. Aveva uno sguardo vuoto, ma le lacrime scesero lo stesso. Forse era il proprio riflesso. Anzi, certamente lo era.
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What you deserve | Zayn Malik
Fanfic'Io non sono quello che meriti.' 'Si che lo sei.' 'No, io sono quello che vorresti meritare. Ma tu puoi di più. ' Idea by @sorridimizayn Written by @brickei