Capitolo 1: party.

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Il campanello del Tattoo World squillò, segno che un cliente era entrato. James si alzò dunque dallo sgabello, sul quale era seduto a disegnare, e andò ad accogliere il cliente.

Non si aspettava di trovare lei.

La ragazza aveva dei capelli lunghi e corvini, una pelle candida come la luce della luna, una maglietta con le maniche lunghe blu notte che le lasciava leggermente scoperto il polso, dal quale si vedevano i tatuaggi che lui stesso aveva creato, e infine c'erano gli occhi. Quegli occhi dal quale lui era sempre rimasto affascinato, di due colori diversi: uno azzurro cristallino, quasi trasparente, come il cielo o l'acqua del mare, e l'altro verde, come l'erba dei prati o le foglie degl'alberi, il verde vivace, che ti fa sorridere il cuore. Ogni volta che ella entrava in negozio, mentre le osservava gli occhi, James si ricordava dei momenti passati al parco vicino casa a giocare con i suoi amici, o con i suoi fratelli. Non era innamorato di lei: era solo attrazione. James era attratto dalla sensazione che lei suscitava in lui e da quello che gli faceva ricordare. Dei ricordi passati, che purtroppo non torneranno più.

"Ehy James, come va?" chiese Princesa con un sorriso stampato in volto. Il suo intento era di sciogliere il ghiaccio e sembrare cordiale, come era.

James rinvenì dallo stato di shock in cui era caduto, come ogni volta, e rispose.

"Sto bene, cosa ti porta qua?" le sue labbra si curvarono in un sorriso spontaneo.

"Vorrei un tatuaggio: è bello grosso, quindi penso lo faremo in un paio di sedute." la ragazza immerse la mano nella tasca e ne tirò fuori un foglio da stampante con rappresentato la testa di un lupo, decorata con mille dettagli e colorata da altrettante tonalità. 

Era davvero bellissimo, pensava il tatuatore.

"Interessante..." il ragazzo dai capelli bianchi tinti prese il foglio nelle proprie mani e, appoggiandosi al balcone con i gomiti, si mise a studiare quel bel disegno. "Dove lo vorresti fare?" 

In realtà la domanda che voleva farle era un'altra, ovvero: "L'hai davvero disegnato tu?", ma sapeva che era inutile chiedere perché, come tutti i tatuaggi precedentemente fatti, era sempre stata lei a disegnarli. All'inizio pensava che li prendeva da Internet. Che stupido che era stato, a non notare il tratto delicato fatto con la matita e i colori stesi con mano esperta.

"Pensavo sulla coscia destra, davanti." gli rispose Princesa.

"Fammelo trasportare sullo stencil e vedere in quante sessioni posso fartelo, poi ti chiamo e ti dirò tutto. Tu quante volte potresti venir qua?" si ricordava che, per ogni tatuaggio, la ragazza faceva fatica con i trasporti dato che abitava lontano. Ma sapeva anche che non si fidava di nessun tatuatore, se non lui.

La ragazza ci pensò un attimo. 
"In realtà, in questo periodo sono da una mia amica a dormire, abita qua vicino e posso venire tranquillamente a piedi. Quindi, in tutte quelle che vuoi." 

"Va bene, ti farò sapere Princesa."

I due si salutarono con un abbraccio; dopodiché la ragazza sgattaiolò fuori dal negozio, rimettendosi le cuffiette nelle orecchie e cominciando a camminare. 

James tornò a quello che, prima dell'arrivo di Princesa, stava facendo.

La scrivania nel retro del negozio era pieno di pastelli e matite, stencil usati e nuovi, un vero casino.

Il suo telefono emise un suono, quello della sveglia. 
Tra 5 minuti hai un appuntamento.

C'era scritto. James la spense, strisciando sullo schermo con il dito e si mise a sistemare. Tra poco sarebbe arrivata una cliente e, dovendola condurre sul retro per tatuarla, non le sembrava il caso farle vedere tutto l'ammasso informe di pennarelli, pastelli e matite che vi era la sua scrivania. 
Appena finì la cliente arrivò e così la seduta per il fiore sulla spalla cominciò.

Nel frattempo, a poche centinaia di metri dal Tattoo World, Princesa era di fronte alla porta della sua migliore amica, aspettando che le venisse ad aprire. 

Luna che, dall'altra parte della porta, stava ascoltando la musica, non sentì praticamente nulla e ci vollero tre citofonate e dieci squilli al telefono prima che spense lo stereo e le andasse ad aprire.

"Scusami, piccola." esclamò la ragazza dai capelli biondo platino, con sguardo dispiaciuto.

"Tranquilla." Princesa la abbracciò. "Sediamoci dai, ti devo raccontare tutto." 

Luna, da ragazza curiosa che è, non se lo fece ripetere una seconda volta e subito si tuffò sul divano, con un'evoluzione meglio di Tania Cagnotto. La mora la seguì ma con molta più calma. Si limitò a fare il giro per poi sedersi vicino all'amica.

"In pratica, quando gli ho mostrato il tatuaggio ne è rimasto entusiasta, l'ha preso in mano e ha iniziato a studiarlo. Non sa in quante sedute può tatuarmelo, me lo comunicherà più avanti, ha detto." 
"Io spero ti chiami presto perché sennò impazzisco. Ti posso accompagnare, vero?" Luna fece la sua solita faccia da cucciolo a cui Princesa non poteva resistere, nemmeno una volta, mai.

"Va bene, rompipalle." 

"A proposito di rompipalle..." disse Luna, felice. "...sai chi sta arrivando?" 

"Matt?" gli occhi della mora si illuminarono: adorava Matt, è sempre stato il suo migliore amico, fin dall'asilo, così come ha sempre saputo che era omosessuale. Lui se ne è accorto dopo ma la ragazza l'aveva sempre intuito, sia dai suoi comportamenti sia da quello che diceva. Lo adorava.

"Se non fosse gay me lo farei." esclamò Luna.

"Beh, è un bel ragazzo ma è inutile pensarci." e scoppiarono in una fragorosa risata, quelle sincere e spontanee. Se Matt avesse saputo di cosa le due ragazze parlassero in sua assenza, si sarebbe indignato.

A interrompere il momento tra le due migliori amiche fu appunto il campanello. Princesa andò ad aprire.

"Ciao, grande uomo!" lo salutò con un grosso bacio sulla guancia e un abbraccio davvero stretto, quasi da soffocare il povero ragazzo.

"Ciao figone! Vi devo assolutamente raccontare della festa di ieri sera a cui non siete venute." esclamò il ragazzo mentre entrava in casa.

"Siediti qua, Matt." Luna fece segno nel posto accanto a lei e il moro seguì il consiglio.

"Dai, dai, dai!" esclamarono in coro le due ragazze.

"Premettendo che mi ero vestito davvero davvero bene: camicia bianca leggermente trasparente e sbottonata, pantaloni neri attillati, Nike nere e gel, taaaaaaanto gel, sui capelli. In pratica, appena arrivato, i ragazzi del locale erano già completamente ubriachi e senza nemmeno bere me ne son fatti un paio, ma non erano granché. Dopo un paio di drink mi viene a parlare un figo da paura: occhi castani, capelli neri, lineamenti marcati e muscoli da wow, capite, no?"
Le due ragazze annuirono, ammiccandosi a vicenda. Non si erano perse una parola di quel lungo discorso e non ne volevano perdere. Fecero capire al ragazzo di continuare, così Matt narrò di come era riuscito a conquistarlo e come se lo era portato a letto, nella sua camera.

"Alla fine come è andata dal tatuatore, Princesa?" i cambiamenti di discorso erano normali nel trio; aveva cominciato Luna con questa sorta di abitudine e, in pochissimo tempo, aveva contagiato anche gli amici.

"Bene, dovrebbe chiamarmi per dirmi in quante sedute me lo farà, poi prendo appuntamento. Vieni quando lo faccio?" questa volta era lei a fare la faccia da cucciola. Se Luna sapeva di non fallire con Princesa, quest'ultima sapeva di non fallire con Matt. Infondo, era la sua piccola.

"Okay, okay, almeno vedo questo tatuatore bellissimo di cui mi ha sempre parlato Luna." rise Matt.

La serata passò così, tra risate, pop corn e quasi metà stagione di Orange Is The New Black, ovviamente scelto da Princesa. Alla fine dell'ottavo episodio, Matt iniziò a sbagliare, contagiando le altre. Erano le due di mattina.

"Andiamo a dormire, dai." propose Luna, e tutti erano d'accordo.

"Prima, però, voglio chiedervi una cosa." annunciò Matt, guardando prima l'una e poi l'altra. "Venite ad una festa, sabato?"

Confused || Ruby Rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora