Ore 22.00
I tre amici erano appena entrati nel locale: la fila non era molta e nemmeno la gente all'interno. I corpi sudati e striscianti l'uno sull'altro impedivano che la camminata del trio fosse scorrevole. Arrivare al tavolo prenotato da Matt la sera prima fu una delle cose più complicati che Luna avesse fatto, pensò la ragazza dai capelli biondo platino mettendosi a ridacchiare tra sé e sé.
Una volta seduti -Princesa sui divanetti con Luna e Matt sulla sedia davanti a loro- i tre iniziarono a commentare i vari drinks che il pub offriva.
"Io mi butto sul Japanese, sembra buono" concluse Matt, soddisfatto."Con cosa è fatto?" chiese Princesa che, fino a quel momento, non aveva detto una parola. Aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco che non sapeva interpretare e il silenzio, in quel momento, sembrava l'unica cosa che riusciva a capirla.
"Gin, vodka, rum bianco, midori, sweet sour e lemon soda."
La mora strabuzzò gli occhi: non aveva mai visto tanti tipi di alcolici differenti... in un solo drink tra l'altro, tutti insieme. Forse perché non beveva spesso; anzi di sicuro era per quello.
"Ma sì dai, pure io lo provo." sorrise Luna.
I miei amici sono pazzi, confessò tra sé e sé Princesa. L'idea di bere non le era mai piaciuta e le poche, pochissime, volte che lo aveva fatto si era sempre trovata nel bagno di Matt a vomitare e, anche se rigurgitava l'anima, quest'ultima ce l'aveva ancora. Ne era sicura.
Ma, comunque, si dimenticava, seppur per poche ore, dei mille problemi che l'assillavano e quella sera, dopo gli avvenimenti dell'ultima settimana, voleva proprio sentirsi leggera.
"Princ cosa prendi tu?" domandò Matt per la terza volta. L'amica s'era persa nei propri pensieri e non l'aveva ascoltato minimamente le prime due volte.
"Primo: non chiamarmi così, lo sai che odio quel soprannome stupido." iniziò a sentenziare la mora, alzando un dito per tenere il conto di ciò che diceva. "Secondo: prendo anche io il Japanese dai." sorrise finendo.
"Uuuuh, la nostra santarellina che beve..." la schernirono Matt e Luna.
L'amica rispose con un "Zitti." scocciato ma, nascosto, aveva un sorrisino sulle labbra. Che li adorava era dir poco.
La serata così prese il via, continuando serena tra un drink e l'altro e, dopo una buona mezz'oretta, ognuno si era disperso nella sala della discoteca.
Princesa rideva sulla pista da ballo con movimenti leggiadri, ma, allo stesso tempo, scoordinati, muovendosi sul mix del dj. Usare il termine "ballare" era esagerare: quei movimenti non si potevano definire 'ballo' ma alla ragazza non importava. Ondeggiava dappertutto, senza preoccuparsi di quello che gli altri, intorno a lei, potessero dire, senza preoccuparsi di ciò che potevano pensare le menti giudicanti dei suoi coetanei presenti in quella discoteca. Era libera. Libera da qualsiasi problema, libera da sua madre e dalla sua decisione di cacciarla di casa pensando che tutto ciò poteva essere la soluzione alla violenza incontrollata del marito, il padre di Princesa, ma tutti sapevano che non era la risposta giusta. In più, la ragazza era libera dal demone che abitava nella sua testa, dal demone che la perseguitava ogni giorno, che la faceva soffrire, che la torturava con i suoi continui giochetti.
Matt, quando beveva, riusciva sempre a rimorchiare "dei gran pezzi di fighi", come li chiamava Luna. Con la forza dell'alcool riusciva a mettere da parte la timidezza che caratterizzava il suo carattere ogni giorno. D'altronde, come si poteva crescere se non in questo modo, con i genitori che si era ritrovato? I loro assilanti modi di fare, le loro regole, il bon ton, l'educazione, i vestiti eleganti, le cene di gala, tutto quel continuo sorridere. Tutto ciò segnò quel povero ragazzo dai capelli mori, facendolo diventare riservato e timido. Nemmeno lui sapeva come aveva fatto a fare amicizia con Princesa e, soprattutto, con Luna.
Luna stava invece corteggiando la guardia che stava accanto alla porta, il quale compito era di sorvegliare ciò che accadeva e intervenire in casi di rissa e molestie. L'alcool dava, alla ragazza dagli occhi blu ghiaccio, ancora più coraggio che di certo, nella vita di tutti i giorni, non le mancava: le dava quella spinta che l'aiutava a superare le sue paranoie, che l'aiutava a non pensare alle conseguenze di ciò che voleva fare. Le faceva e basta, senza esitazione. E quel ragazzo era una di quelle azioni. Si era avvicinata perché il mistero che lo circondava era molto e voleva scoprire cosa celava dietro quell'espressione dura, impassibile. Erano ormai due ore che parlavano e nemmeno la pista da ballo era riuscita a distrarla.
Insomma: l'alcool, in quella serata, era ben accolto così come la musica che il dj mandava in console.
Quando Luna guardò verso la postazione rialzata, da cui venivano anche gran parte delle luci colorate, vide il dj castano, con una maglietta bianca a maniche lunghe con dei piccoli bottoni sul davanti, lasciar spazio ad una ragazza, forse poco più grande del dj precedente. Le sue gambe si mossero automaticamente e, scusandosi con Jack, la guardia, si dirise da Princesa con l'obbiettivo di far notare la nuova dj all'amica.
Ore 22.00
La musica si sentiva ben chiara nel camerino di Ruby. Il dj che la precedeva, Martin, era molto bravo, il talento non gli mancava e, di sicuro, avrebbe fatto successo.
La serata era appena cominciata, da lì a due ore sarebbe andata in scena lei e le truccatrici già facevano capolino nel camerino.
"Non è troppo presto?" chiese Rose con tono scocciato. Cosa serviva prepararsi così presto?
"La perfezione richiede tempo." rispose l'oca bionda con la borsa dei trucchi in mano. Ruby, a quell'affermazione, sbuffò e si mise comoda a sedere dicendo di non far troppo che tanto avrebbe sudato.
L'oca bionda, Taylor come le aveva detto, prese un primer per il viso e lo spalmò sulla pelle della dj, così come il fondotinta, la cipria fissante, un leggero ombretto nude, il mascara e il lucidalabbra.
Prima di salire sul palco me lo tolgo 'sto coso dalle labbra, decise Ruby tra sé e sé, alzando gli occhi al cielo.
Subito dopo il trucco, cominciarono ad acconciare i suoi capelli corti. Taylor li fissava come se fossero un abominio: a lei piacevano di più i capelli lunghi fino al fianco, rigorosamente lisci e splendenti.
Alla fine le applicò solo un po' di lacca per tenerli fissi verso destra e, con un bacio sulla guancia alla dj, l'oca bionda sentenziò finito il momento dedicato al trucco e parrucco.
Notando che mancava ancora un'ora, Ruby si sedette sul divanetto e, aprendo Instagram, lo guardò fino al momento che doveva salire in console.
"E ora accogliete con un bell'applauso la famosa dj Ruby Rose" annunciò Martin al microfono, allungando la u e la o del nome. Mentre saliva gli scalini si fece passare la mano sulle labbra togliendo il lucidalabbra.
La mora diede il cinque, con conseguente pacca sulla spalla, a Martin e si posizionò dietro la console. Le cuffie vennero alzate e posizionate vicino alle orecchie di Ruby. La musica partì, le prime note di No Broken Hearts di Bebe Rexha e Nicky Minaj riempiono la sala insieme alla voce della mora:"Grazie mille Martin, sei un grande! Allora? Come va ragazzi?"
Veder ballare le persone sulla pista fece sorridere Ruby, adorava far divertire la gente attraverso la sua musica.
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Confused || Ruby Rose.
Teen FictionQuando trovi quella persona che rimane nonostante i tuoi demoni, che ti sopporta nonostante il tuo brutto carattere, che ti aiuta nei momenti di crisi bisogna tenersela stretta. Non bisogna lasciarsela scappare. Vorrei specificare che è tutto inven...