6- Avada Kedavra

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Petra's Pov

Ormai mancava poco alle vacanze di Natale. Era stata informata da Piton che sarebbe ritornata al Maniero Malfoy dove al momento risiedeva il Lord. Lei non ne aveva voluto sapere ma era stato irremovibile. Cosi quella sera senza neanche salutare i ragazzi si smaterializzo con lui. La villa era immersa nell-oscurità. Pavoni bianchi passeggiavano qua e la tranquillamente. Aveva scelto per fortuna e su suggerimento di Severus qualcosa di nero, da mettere per l'incontro con suo padre. Era agitata e constato con piacere e confusione che la presenza del professore la tranquillizzava. Nell'atrio una donna dai capelli ricci li attendeva. Lanciò uno sguardo omicida al professore.
-Tu hai osato accompagnarla?-
-I suoi ordini non si discutono, Bellatrix.- rispose pigro. Notai uno sguardo di tristezza nella donna verso il mio indirizzo. Ma che..? Non ebbi modo di pensare che entrammo nella stanza. Trattenni quasi il fiato mentre mi avvicinavo alla poltrona.
-Ottimo lavoro Severus. Puoi andare adesso.- l'uomo s'inchino leggermente poi mi lanciò un occhiata come se volesse rassicurarmi. Subito eressi le barriere occlumantiche che mi aveva insegnato. Il volto serpentesco di Lord Voldemort apparve davanti a me in tutta la sua crudeltà.
-Benvenuta figlia mia. Nella mia umile dimora.- disse con un fremito di eccitazione. Sbuffai. Osservai la stanza dell'enorme Villa.
-Modesto vedo.. Come sempre Riddle.-
Sputai tra i denti, tanto era l' odio che provavo nei suoi confronti. La donna accanto a lui, si mosse, indecisa fra i due. La bloccò con una mano.
-Bellatrix ti dispiace lasciarci soli? Devo fare una lunga chiacchierata con mia figlia.- di nuovo lo sguardo omicida, seguito da uno di tristezza. Eppure lasciò la sala, seguita da Severus. Quasi terrorizzata cercando di non lasciar trapelare nulla lo guardai andare via. Soli nella stanza l'uomo o meglio il mostro che era diventato puntò gli occhi rossi così simili ai miei su di me.
-Capisco il tuo astio nei miei confronti e non ti biasimo. Potresti almeno ascoltare ciò che ho da dire?- annuii semplicemente perché non avevo altra scelta.
-Tu sei nata in una sera d'inverno esattamente sedici anni fa. Volevo un erede per cui, proposi a tua madre, una cosa che forse qualsiasi donna avrebbe rifiutato. Una notte di sesso, in cambio di una figlia o un figlio. Lei accettò. La mia scelta non era stata fatta a caso. È la mia serva più fedele, ho sentito il suo sentimento simile ad amore nei miei confronti.- mentre raccontava sentì qualcosa strisciare nelle sue gambe. Abbassai lo sguardo e con terrore vidi un enorme serpente, acciambellarsi vicino a lei come se fosse un gatto.
-Nagini, le piaci. È colei che ho usato per parlarti in camera.-
Accarezzai distrattamente la testa viscida. Per quanto mi facevano ribrezzo i serpenti, mi ci stavo abituando.
- Dunque... Dove eravamo arrivati? Ah si... Tu naqui nello stesso momento in cui Harry Potter veniva acclamato come Salvatore del mondo magico. E io ero poco più di un ombra. Mi costarono le ultime forze prenderti in braccio e darti alla levatrice, ordinandogli di allevarti come se fossi sua nipote. Ordinai anche come ben sai, si tenere nascosto il nome della donna che ti mise al mondo. Che è la donna che hai appena visto andare via.-
Sgranai gli occhi. Io, figlia di Lord Voldemort e Bellatrix Lestrange? Sapeva benissimo chi era. La odiava con tutta se stessa. L'anno scorso al ministero ci aveva intrapreso una battaglia.
-Non è possibile. Non posso essere figlia di quella strega!- La mia voce esplose nella sala e andò disperdendosi.
-Invece è così. E ti conviene fartelo andare bene. Queste sono le tue origini. Ti sei mai chiesta perché riesci a parlare il serpentese?-
Mi afflosciai sulla poltrona in pelle. Era vero. Quella era la prova che nelle sue vene scorreva il sangue della creatura oscura che aveva davanti a se.
-È.. Per questo che a volte sento la necessità di uccidere?-
Lui sorrise malevolo.
-Certo. Posso accontentarla subito. C'è qualche prigioniero di sotto che attende la morte. Codaliscia!- un ometto di bassa statura con gli occhi acquosi fece capolino dalla porta.
-Portaci uno degli ultimi prigionieri babbani- accenno ad un inchino per poi ritornare poco dopo con un anonimo uomo. Si guardava intorno stupito. Le gambe quasi le cedettero. Dovette aggrapparsi a suo padre.
-So che la prima volta può essere distruttivo, ma mi fido di te.-
Sussurro in serpentese. Lo guardai scioccata mentre lui gentilmente mi rimetteva in piedi di fronte al malcapitato.

-Ascolta la tua forza dentro di te. Sai che se anche la reprimi lei è li, sotto la cenere pronta ad uscire.- i sibilii prodotti dalla lingua riempivano la stanza. Petra era come incantata dal poveretto che la guardava senza capire. Eppure sentiva la sensazione di potere scorrere tra le dita, la voglia di liberarla. Gli occhi inespressivi così come le sensazioni ed emozioni. Forse senza saperlo aveva accettato ciò che era.
Punto la bacchetta verso il corpo.
-Avada Kedavra-
Un lampo di luce verde e il corpo cadde a terra con un tonfo, mentre Lord Voldemort scoppiava in una risata fredda.
-Questo è solo l'inizio. Da domani sarai addestrata personalmente da me. Complimenti per la mano ferma e la freddezza.-
Con ciò capì di essere stata congedata e in quel momento Petra non desiderava altro. 

~.Figlia del male.~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora