La mela d'oro

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La vita di Lara cambiò il 1 Febbraio 2013.
Quando quella mattina sua mamma la svegliò, il suo mondo si sgretolò senza pietà, con la stessa facilità e rapidità con cui si sbriciola una foglia secca tra le mani.
Appena incontrò il suo sguardo capì ma non volle crederci, glielo doveva dire lei, doveva sentirlo da lei.
Il suo petto era scosso da singhiozzi profondi che le impedivano di parlare, ma si fece forza, inspirò profondamente, abbassò lo sguardo e lo disse tutto d' un fiato.
<< Papà non ce l' ha fatta.>>
Le mancò il respiro, si sentiva soffocare, non poteva essere vero, nulla sembrava aver più senso, niente al mondo le avrebbe più ridato il suo papà, la sua gioia, la sua famiglia, era tutto perso, tutto distrutto, tutto morto.
Pianse. Pianse fino a non avere più lacrime, pianse perdendo la cognizione tutto quello che la circondava, c' erano solo lei e l' abbraccio di sua mamma e sua sorella, l' unica forza che riusciva ancora a tenerla intatta, che non le impediva di sgretolarsi.
Quella settimana la ricorderà per sempre come buio, vuoto, mani ed abbracci senza volti e silenzio. Si, il silenzio totale nel quale si nascose la sua mente. Non poteva pensare, faceva troppo male.

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Erano le nove di sera quando stremata e senza forze si sfilò i vestiti e si buttò nel letto.
Nel momento esatto in cui chiudeva gli occhi la mente le si affollava di immagini di suo papà in quella maledetta bara, sulle mani le ritornava la sensazione di vuoto e pietra di quell' ultima carezza, sulle labbra freddo, il freddo di quel bacio posato sulla sua fronte.
Non sappe bene nemmeno lei come accadde ma si addormentò...

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Faceva freddo. Si guardò intorno. Era in una radura circondata da pini altissimi. Il profumo di resina mischiato a quello leggero e lontano della pioggia in arrivo impregnava l' aria. Una sensazione di pace le si espanse nel cuore. Si sdraiò sul prato umido. Stava bene, era libera, era in pace. Il cielo era un dipinto ricco di colori che variavano dalle più belle tonalità del rosso fino al rosa, toccando un meraviglioso arancione dorato, segno che il sole stava morendo. Una voce maschile e profonda la fece sobbalzare.
<< Alzati Lara, dobbiamo sbrigarci, dobbiamo salvarlo.>>si guardò intorno spaventata ma non vide nessuno.
<< Chi sei? Dove sei? Non ti vedo.>> la sua voce rimbalzò nel bosco trasportata dal vento.
<<Trova l' albero spezzato e troverai me. Fai presto o non faremo in tempo. >>
Era urgente, lo sentiva. Si addentrò tra gli alberi seguendo nient' altro che il suo istinto.
Non si accorse dell' innaturale silenzio che la circondava, un bosco doveva essere pieno vi vita, ricco di piccoli animali che andavano alla ricerca di un riparo per la notte, di gufi, civette e pipistrelli che si risvegliavano. Li, invece, tutto era morto, persino quei pini e quegli alberi tanto imponenti sembravano senza vita.
Le sembrò di camminare per giorni, era un labirinto senza uscita, più tempo passava più l' ansia si rinvigoriva nel suo cuore. Doveva trovarlo, a costo di dover girare quel bosco maledetto centimetro per centimetro. Quando la disperazione stava per prevalere sulla sua forza di volontà lo vide in lontananza, era spaccato a metà da un fulmine nonostante la sua imponenza e la forza che trasmetteva. Eterno e potente, eppure sconfitto.
Un fruscio improvvisso ruppe il silenzio, lei si girò e lo vide. Le sorrideva dall' alto di un ramo. Con un salto le atterrò davanti ai piedi. Era alto una spanna più di lei, muscoloso e selvaggio. Gli occhi scuri, profondi, infiniti.
Le porse una mano continuando a sorriderle.
<<Seguimi, devo mostrarti una cosa.>>
Lo conosceva da sempre, era lui che la salvava dai sui incubi tutte le notti, si fidava. Si avvicinarono a quell' albero dilaniato. Poco prima che la base di esso fosse visibile lui si fermò e la guardò negli occhi come a dirle ''Fatti forza, ci sono io.''. Fecero ancora pochi passi e lei urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Suo padre era incatenato all' albero, pallido e senza sensi. Le lacrime cominciarono a scorrerle calde sul viso.
<< Papà, no...non di nuovo, ti prego.>> fece per correre verso l' albero ma lui la bloccò. Lei lo guardò con rabbia.
<< Non lo lascerò li, non lo perderò di nuovo! Ha bisogno di me! Lo capisci?! Lasciami subito! Devo salvarlo>>
<<Non servirà a niente. Ci ho già provato. >> Lei si avvicinò lo stesso.
Prese il viso di suo padre fra le mani e lo baciò sulla fronte.
<< Non ti lascerò qui. Cosa devo fare per liberarti? Per favore.>> glielo sussurò tra le lacrime. I suoi occhi si mossero e piano piano si aprirono. Un sorriso di sollievo attraversò il viso di lei.
<< Piccolina mia, che cosa fai qui? Scappa. Vattene.>> il suo respiro era affaticato e irregolare.
<< Mai! Me ne andrò solo insieme a te. Dimmi come liberarti.>>
<< Trova il giardino dalle mele d' oro e portane una qui. Lui vuole solo quella.>> una smorfia di dolore attraversò il suo viso.
<< Va bene. Ce la farò e tornerò da te.>> nei suoi occhi tornò la speranza e così anche la decisione. Ci avrebbe provato con tutta se stessa. Si girò verso il suo accompagnatore e si alzò.
<< Tu sai come arrivarci?>> lui annuì .
<<Si, ma non sarà facile.>> non le importava, lo avrebbe trovato a tutti i costi.
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Camminarono e corsero per tutta la notte. Qualcosa li seguiva. Lei inciampò, non fece in tempo a rialzarsi che qualcosa la afferrò per una caviglia e la tirò. Si girò per vedere cosa fosse ma non vide niente. Era il buio, il nulla, tutto dietro di loro stava scomparendo ed un tentacolo nero la stava trascinando verso quella notte infinita.
<<Non perdere la speranza Lara, non far vincere quella nera disperazione alle tue spalle. Combatti.>> La voce di suo padre le arrivò come un sospiro su una guancia. Avrebbe lottato. Conficcò le mani nel terreno e tirò con tutta la forza che aveva, strappando quel lembo di nulla che la teneva.
Lui la aiutò ad alzarsi tendola per mano. Salirono su un collina senza pensare e nient' altro che allontanarsi e seminare l'ombra che li seguiva.

Senza rendersene conto arrivarono rapidamente in cima. Non vi era nulla intorno a loro, solo un melo. Era immenso e maestoso.
<< Ci siamo Lara. >> il fiatone le faceva bruciare i polmoni, lui invece sembrava non avesse nemmeno corso. Si fece forza e si avvicinò. Un ramo si protese verso di lei e le porse la mela d' oro più bella e grande che posseva. Lara si protese e la afferrò ma l' albero non la lasciò.
<< Rinuncia a lui e potrai prendere la mela. Scegli.>> si voltò e tre bellissime ragazze circondavano il suo accopagnatore. Avevano i capelli lunghissimi fino alla vita ed argentati, la pelle talmente chiara che sembrava brillassero. Lui le sorrideva deciso.
<< Prendi quella mela e salvalo. Non preoccuparti per me, me la caverò.>>
Il dispiacere le attanagliava il cuore, lui non l' aveva mai abbandonata, l' aveva salvata ed ora lei lo doveva abbandonare li. Doveva salvare suo padre, non poteva perderlo di nuovo. Le lacrime le solcarono il viso.
<<Scusa...>> glielo sussurrò piano e strappò la mela dall' albero.
Un urlo acuto squarciò l' aria, le tre ninfe si erano trasformate in terribili arpie con lunghe ali nere ed occhi gialli come il sole. Un becco enorme e mostruoso sfigurava loro il viso e dei pericolosissimi artigli tenevano in ostaggio il suo salvatore. Con un altro grido gelido, che le fece accapponare la pelle, si alzarono in volo e lo portarono via, sparendo nel cielo illuminato da un altro tramonto.
Cadde in ginocchio e pianse.
Quando si riscosse era buio ed era sola. Si rialzò a fatica, era stanca e il suo corpo si ribellava, aveva freddo ma doveva ritrovare in qualche modo la strada del ritorno. Diede le spalle al melo e si allontanò nella direzione opposta. Tutto intorno a lei era sparito. Quel terribile nulla l' aveva circondata.
Un ombra, nel lembo di cielo rimasto, attirò la sua attenzione. Delle ali immense la sovrastarono. Planò silenzioso, lo sentì toccare il suolo alle sue spalle.
<< Dammi la mela ed io ti ridarò tuo padre. Non voglio farvi del male. Ho solo bisogno di quella mela.>> lei si girò lentamente . Era alto e le sue ali erano allo stesso tempo bellissime e terribili. Gliela lanciò e l' angelo la prese al volo. Suo padre comparve sotto il melo, non si muoveva ed era pallido.
<< È vivo.>> sbattè le ali e si alzò da terra.
<<Chi sei?>> tutto la attirava in lui, era come una magnete.
<< La tua rovina e la tua salvezza. Ci rivedremo Lara>> Non riuscì a vedere il suo viso ma era convinta che lui stesse sorridendo.
Corse verso suo padre e lo abbracciò. Era vivo. Respirava.

Una luce la acceccò, aprì gli occhi. Era sveglia, nel letto in camera sua.




La mela d' oro (Concorso 2016♥)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora