First Chapter.

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Piccole goccioline di acqua scorrono sul vetro del finestrino dell'auto di mia madre.
Nonostante stia piovendo le strade di New York sono sempre affollate.Osservo la gente che cammina con il loro piccolo ombrello cercando di non bagnarsi.Scendo dall'auto quando finalmente smette di piovere.Il colore del cielo è cosi grigio che credo che tra qualche minuto ricominci la pioggia.Cammino sul marciapiede ascoltando la musica con i miei auricolari.
All'improvviso senza rendermene conto vado a sbattere contro qualcuno.
-Stai attenta la prossima volta piccola-dice con un ghigno malizioso osservandomi da capo a piede.Ha dei capelli in contrasto tra il nocciola e il rame e i suoi occhi sono di un castano intenso.Credo abbia la mia stessa età,mi sembra di averlo visto ma non ricordo dove.
-Scusa-dico imbarazzata
Scommetto che le mie guancie hanno preso un colorito roseo per l'imbarazzo.
Continuo per la mia strada cercando di arrivare il prima possibile a destinazione.
Arrivo alla stazione e mi siedo sul primo posto libero.Aspetto qualche minuto poi il mio treno arriva.È colmo di gente con il proprio bagaglio in mano.Un piccolo bambino mi sorride e io non posso fare a meno di ricambiare.
Purtroppo non tutti hanno la possibilità di avere un infanzia felice e molti preferiscono non ricordarla.Non mi piace molto parlare della mia poiché parlare di mio padre mi fa stare davvero male.Da quando è morto la mia famiglia non è più unita come prima ed è stato un trauma per me perderlo così.Ero troppo piccola per capire e vorrei tanto ritornare a quei momenti per poterlo riabbracciare un ultima volta anche solo per un secondo.Mi manca il suo profumo,mi mancano le sue coccole e mi mancano le sue facce buffe che comparivano sul suo viso pallido per cercare di strapparmi un sorriso.
Non tutti sanno valorizzare ciò che hanno,ciò che possiedono,ma quando sono consapevoli di aver perso una persona davvero capiscono che da quel momento tutto non sarà mai come una volta.
Nella mia vita non è stato mai tutto perfetto.Da piccola ho sempre sognato di essere una comune bambina.Una di quelle bimbe che ogni domenica poteva pranzare insieme con la propria famiglia.Una di quelle che a Natale scartava regali.Una di quelle bambine che giocavano con il proprio padre,che correvano a piedi scalzi in giardino per sentire l'ebbrezza e la rugiada sotto i propri piedi.Una di quelle che si dondolava nell'altalena immaginando di poter toccare il cielo.Una di quelle che quando scendeva dallo scivolo sapeva di poter stare tranquilla perchè c'era mamma o papá a proteggerla.Invece io una vera famiglia non l'ho mai avuta.Dopo due ore di viaggio,il treno comincia a rallentare quando le stelle che dominano il cielo mi colpiscono.Ho sempre trovato rifugio nel cielo.È sempre stato per me un qualcosa di indefinito,di infinito.Un qualcosa che può regalarci davvero tante emozioni,e come se riesce a proteggermi,come se guardandolo sono al sicuro.Mia madre mi aveva consigliato infatti di dedicarmi all'astronomia ma in realtà non ho mai avuto il tempo. I passeggeri si alzano avvicinandosi verso l'uscita.Respiro per qualche secondo l'aria di Boston.Ho sempre continuato a pensare che ogni paese,che ogni città abbia il suo profumo.Mi piace viaggiare,mi piace andare in un posto non per uno scopo ben preciso bensì per raggiungere un obiettivo.Per un attimo resto lì, immobile,con la valigia fra le mani.Digito il numero del taxi che verrà a prendermi fuori dalla stazione per arrivare nell'appartamento che ho affitato.Mamma in realtà preferiva l'hotel ma starò qui qualche settimana,finché non mi mancherà l'aria di New York.
-Signorina Evelyn Guire?
Mi chiede gentilmente il taxista abbassando il finestrino dell'auto tipicamente gialla.
-Si,grazie.
Apro lo sportello posteriore e salgo sul veicolo.
-In quale luogo devo portarla? Chiede osservandomi dallo specchietto retrovisore.
-Charles Street.
Dopo aver mandato un messaggio di rassicurazione a mia madre,appoggio la testa sul finestrino restando a guardare le strade di Boston.
Le luci,i ragazzi in strada.
La notte qui sembra così viva,così sveglia.
Ammetto che anche New York è così,però ogni città nuova,ogni posto nuovo,sembra avere sempre qualcosa di più speciale.Ti regala sempre nuove avventure,nuove esperienze che possono riuscire a farti crescere sopratutto psicologicamente.Riescono a volte a farti capire come è importante apprezzare ciò che hai perché nonostante tutto la tua vita quotidiana un pò ti mancherà,ma le nuove esperienze riusciranno a farti capire che cambiare vita,cambiare modi di fare,può sempre esserti d'aiuto.Perché a volte bisogna allontanarsi dalle solite abitudini,a volta bisogna scappare dal posto in cui ti trovi per cercare davvero il luogo adatto a te.Il luogo che potrai chiamare casa.
L'importante è non prendere la cattiva strada.
Essere consapevoli delle proprie azioni.
Non avere paura,in qualsiasi situazione.
Avere coraggio e guardare bene tutto ciò che ti circonda.
Basta trovare la via d'uscita.
A tutto.

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