Apro la porta e mi trovo di fronte una signora mai vista prima.
<<Emh Salve sono la vicina..Ho sentito che sei nuova qui..>>
<<Ah,si piacere mi chiamo Evelyn.Si starò qui per un pò di tempo.>>
<<Piacere,sono Hanna.Volevo dirti che mio figlio e alcuni suoi amici di questo quartiere hanno organizzato una festa e sarebbe una bellissima occasione per conoscervi meglio..Se ti va di venire domani dalle 10 di sera a Oldmeath,
nel retro che unisce il quartiere.Mio figlio era occupato quindi ho deciso di dirtelo io.È sempre indaffarato >>Mi guarda facendo una risatina pessima.
Mi sembra un opportunità
Magari faccio qualche amicizia..
Sarebbe molto più divertente.
Anche se preferirei di no.Non mi piace avere degli amici a distanza.Mi mancherebbero davvero tanto e mi fa sentire triste sapere di non poterli avere vicino in determinati momenti...
Ho fatto molti viaggi e qualche volta ho stretto legami davvero eccezionali con persone meravigliose.
Ma il rapporto non era un sentirsi costantemente e finiva per svanire senza che nessuno dei due si rendeva conto di tutto ciò
<<Bene,grazie buona serata.>>
Sorrido e chiudo la porta alle mie spalle.
Vado in camera mia e comincio a cercare l'elastico che avevo messo in un cassetto o da qualche altra parte e mentre ne apro uno sotto alla scrivania trovo un foglio.
Lo prendo tra le mani e lo apro.
"Tutto ciò che si pensa di sapere non è la realtà che si desidera.C'è sempre qualcosa di nascosto dietro la propria coscienza ."
Non è la prima volta che vedo questa frase.
Lo già vista..Ma non ricordo dove.
Allegata una foto di un uomo.
Tiene in mano una bambina. È in bianco e nero.
Dietro la foto una citazione:
Noi ci sediamo in cerchio e supponiamo, ma il Segreto si siede in mezzo e sa.
(Robert Lee Frost).
La calligrafia è molto precisa e ben curata.
La foto sembra molto vecchia.
I bordi sono di un giallo ormai sbiadito.
Sarà di qualcuno che prima viveva in questa casa.
Sistemo le coperte e comincio a dormire.
Il fastidiosissimo rumore della sveglia dà inizio alla mia giornata .
Sporgo la mano per spegnerla e cade a terra spengendosi da sola.
Vado in cucina e preparo una cioccolata calda.
Accendo il telefono e tra tutte le notifiche una attira la mia attenzione.
**Sconosciuto**
Quante volte avrei voluto rivivere quel momento e quante volte ci penso.Ancora oggi rifletto e me ne pento.Faccio finta di nulla.
D'altronde quale persona intelligente nasconderebbe la propria identità?
Bevo la cioccolata bruciandomi mezza lingua e corro in salotto per guardare la tv.
A quest'ora ci saranno sicuramente i cartoni animati.
Quando ero piccola ogni mattina mia mamma accendeva la tv e alzava in volume con il mio cartone preferito ed era l'unico modo per farmi alzare dal letto.
Se un giorno non veniva trasmesso non mi facevo tanti problemi e restavo a casa.
Dormivo fin quando non mi svegliavo a causa dell'odore di quel qualcosa che mamma stava preparando per pranzo.
E immersa nei ricordi e nei pensieri mi riaddormento.
Mi sveglio improvvisamente per qualche strano incubo che stavo sognando.
Cucino un qualcosa di leggero per pranzo e dopo
faccio una coda alta.Alla ricerca di una parruchieria.
Per questa sera voglio apparire almeno presentabile.
Cammino per 20m a me sembrati chilometri e finalmente per grazia di Dio trovo un negozio piccolo con una porta rossa.
Suono il campanello e ad accogliermi è una ragazza alta.Più o meno avrà la mia età.
<<Salve signorina,benvenuta>>
È un enorme stanza piena di phon, piastre,lavandini per lavare i capelli scomodissimi che vogliono romperti il collo..Che odio!
<<Vorrei fare lo shampoo al cocco e arriciare i capelli>>
<<Certo si accomodi qui>>
In mezz'ora finisco tutto e ritorno a casa per preparare il resto.
Indosso un vestito bianco con la gomna nera ampia,le parigine nere e delle inglesine alte nere.
Metto l'eyeliner nero sugli occhi e il mascara sulla ciglia e sono pronta.
Si è capito che mi piace il nero no?
Guardo l'orario e quasi urlo.
Sono le 10:05
Scendo le scale e mi avvio nel retro.
La musica rassordante mi fa capire che quella è la strada giusta.
Arrivo e vedo delle ragazze sedute su un tavolo con il loro cocktail in mano e dei ragazzi vicino alla cassa con il dj.
Un ragazzo si avvicina a me e mi sorride.
Lo guardo attentamente e mi sorprendo.
È lo stesso ragazzo del monumento al parco dell'altro giorno.
<<Ehy mi insegui?>>
Mi dice con un sorriso che farebbe svenire Belen.
<<Mmh sei tu il figlio della vicina allora?>>Chiedo.
Solo ora noto la tanta somiglianza con quella signora.
Hanno gli occhi dello stesso colore.
Quel colore impossibile da individuare.
<<Si ma tu non avevi i capelli lisci?>>
Dice scrutandomi attentamente da capo a piede .
Poi continua e dice:<<ma giuro che non sapevo di avere una vicina così bella,non è facile trovare una filosofa così >>
Sorrido e lo guardo intensamente.
Si mette a ridere probabilmente per il mio colorito rosso.
La mia reputazione è andata a farsi fottere.
Mi prende la mano e mi fa girare su me stessa.
L'imbarazzo a 3000.
<<Che bruttina che sei>>
Mi dice facendomi una linguaccia.
Ma è possibile essere belli pure mentre si fa la linguaccia?
<<Ti sei visto?Sei peggio di Trump>>
Gli do un pugno sulla spalla in modo scherzoso e gli faccio notare la differenza d'altezza.
<<Non credere di essere alta piccoletta perché senza quelle scarpe mi arrivi al mento>>Dice ridendo e in effetti non ha tutti i torti..
<<Ahah>>Fingo una risatina irritata e dopo qualche minuto mi afferra il polso e mi porta dentro casa.
<<Vuoi qualcosa?>>Mi chiede.
<<Quel coso rosso>>
Forse era meglio che dicevo di no.
Non è colpa mia se non so i nomi degli alcolici.
Devo andarmeli a studiare?
<<Tieni il coso rosso>>Mi porge il bicchiere e lo bevo tutto ad un sorso.
È alla fragola.
Mi guardo intorno e mi fermo a guardare lui.
Lo conosco da un giorno.
È possibile sentirsi così bene con una persona che non conosci ancora ?
Ho paura di star sbagliando ma lui mi fa stare terribilmente a mio agio.
Andiamo Evelyn sei una ragazzina responsabile delle tue azioni.
Cosa c'è di male nel conoscere un ragazzo di cui ricordi a malapenail nome?
Quindi si chiamava Daniel.(?)
<<Vieni fuori,ti faccio conoscere qualche amica.Ti va?>>
<<Certo>>Dico.
Ma sono io quella che aveva detto di non voler fare conoscenza per paura di far finire il rapporto e restarci male?
<<Ti presento Jiuliette,Alexa,Carolyn e Chrystal>>
Tutte sorridono.
<<Piacere Evelyn>>
<<Avrete modo piu tardi di parlare ora tu vieni con me>>Mi dice Daniel.
È molto carino nei miei confronti e mi fa molto piacere.
<<Vieni ti presento i miei amici.Chissà magari trovi il tuo amore.>>Mi dice schiacciandomi l'occhiolino.
<<Ne dubito>>Rispondo fredda.
<<Dai sto scherzando scema>>
Mi trovo davanti quattro ragazzi che mi fissano.
Daniel comincia a ridere vedendo le loro facce.
<<Piacere Evelyn>>
<< David>>
<< Harvey>>
<< James>>
<< Matt>>
Stringo la mano a tutti e mi giro verso Daniel che continua a tenere la mano sulla bocca per trattenere la risata.
Gli do una gomitata e gli sfugge un piccolo mugolio.
<<aahi>>
Lo guardo soddisfatta e mi avvicino al suo orecchio.
<<Dov'è il bagno?>>Chiedo.
Perché la pipì arriva nei momenti meno opportuni?
<<Vieni ti accompagno>>
Mi dice.
Sorrido ai ragazzi e rientro in quella casa bellissima.
<<Prego signorina >>
<<Ma grazie mio principe>>Rispondo con la faccia di un pesce palla.
Esco dal bagno e trovo lui davanti alla porta.
<<Non c'era bisogno di aspettarmi>>
<<Temevo ti perdessi e poi che principe sarei sennò? >>
<<Mmhhh hai ragione dai>>
Usciamo fuori e la musica si è fatta alta.
Le ragazze ballano al ritmo delle canzoni del dj.
Come si chiamava?James?Si insomma uno di loro.
Comincio a ballare proprio a caso e Daniel mi afferra le mani e comincia a farmi ballare come una pazza di mente.
Poi non so come finiamo tutti e due a terra tra l'erba.
Finisco sopra di lui e sento gli occhi di tutti fissati su di noi.
Mi guarda e scoppia a ridere.
Ma ride sempre?
Ci rialziamo e cominciamo a ballare ponendo fine così alla situazione imbarazzande che si era creata prima.
La mattina il profumo del caffè e di cornetto al cioccolato mi sveglia.
<<Buongiorno>>
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Pensa a te stessa.
RomanceCorrevo tra le vie più buie di New York. Stavo scappando da qualcosa o meglio, da qualcuno. Ricordo ancora i suoi occhi, mi fissavano così tanto che mi sentivo dannatamente debole. Avevo freddo, i brividi percorrevano ogni singolo centimetro del mio...