Third Chapter.

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Mi sveglio.
Era solo in incubo.
Tocco la fronte parecchio sudata.
Sporgo il braccio sul comodino per guardare l'orario.
8:30.
Sposto le coperte dal letto,metto le ciabatte,mi alzo e dopo aver fatto una doccia veloce vado in cucina e preparò la colazione.
Oggi sarà una giornata interessante.
Avevo pensato inizialmente di andare in centro a fare shopping il giorno e nel tardo pomeriggio andare al cinema a vedere the walk di Robert Zemeckis, con protagonista Joseph Gordon Levitt che nel film interpreterà Philippe Petit.
Prendo una gonna bianca a vita alta,una maglietta rossa e il giubotto di pelle beige.
La giornata sembra perfetta..
Dalle finestre s'intravede il sole con tutto il suo calore.
Sistemo i capelli ,prendo le chiavi ed esco di casa.
Ho tanto sonno.
Sto ancora pensando a quel sogno.
Quando ero piccola avevo avuto grandi problemi con i sogni.
Mi impedivano di dormire notte dopo notte.
Incubi di vario genere.
A volte sognavo dei fatti che poi accadevano realmente.
Sognavo spesso lo stesso incubo.
Ero in una casa.
Era piccola.
Come le casette sugli alberi.
C'era sono una finestra.
Mi nascendevo da qualcuno .
Il suo volto era oscuro.
Correvo più che potevo cercando di nascondermi in un luogo dove potevo sentirmi al sicuro.
Poi mi svegliavo piangendo.
Mi chiedevo il perché.
Mia mamma pensava che erano i cartoni.
Ma non erano loro.
Con l'adolescenza non ho fatto più incubi di questo genere.
Sono convinta di aver vissuto una situazione simile.
La suoneria del mio cellulare attira la mia attenzione.
<<Pronto,amore?>>
<<Ciao mamma.Come stai?tutto bene lì? >>
<<Piccola mia!Si qui tutto bene.Ti trovi bene?>>
<<Si mamma è davvero tutto magnifico.>>
<<Sono felice per te amore se hai bisogno chiamami.Divertiti.Ciao tesoro!>>
<<Ciao mamma>>
Stacco la chiamata e mi accorgo di avere sul volto un sorriso da ebete.
Arrivo alla fermata e prendo la metrò che porta al centro commerciale più grande della città.
Fare shopping è una delle cose che più mi piace fare durante il tempo libero.Non sono una di quelle ragazze che non indossa la metà degli abiti che compra.
Adoro più comprare oggetti  utili per me e per le persone  a me più care.
Dopo pochi minuti arriviamo sul posto.
Immense file di macchine parcheggiate.
Entro e davanti a me ho un infinità di negozi che probabilmente non riuscirò mai a vedere.
La gente cammina felice ognuno con in mano tante  borse.
La maggior parte dei bambini tiene in mano un palloncino rosso distribuito in un bancone vicino l'entrata.
Mi avvicino per andare nelle scale mobili per vedere i negozi che  più mi interessano.
Entro su HM.
Vado spesso qui.
Prendo una maglietta nera e una gonna scozzese e cerco un camerino.
Quando ero piccola sono andata a sbattere ad uno  specchio perché ero distratta nel trovare un camerino.Lo ricordo ancora adesso.
Fu davvero una figuraccia bruttissima  perché nello stesso negozio c'era il bimbo che mi piaceva.Si chiamava Peter.
Avevamo entrambi 4 anni.
Era biondo con gli occhi castano chiaro.
Si distingueva fra tutti perché a lui non piacevano i cartoni.Preferiva i film dei supereroi.
E neanche a me piacevano.
In realtà li adoravo ma facevo finta di odiarli  per cercare di mostrarmi perfetta ad i suoi occhi..
Che stupida!
Dopo aver provato i vestiti ed averli comprati esco dal negozio ed entro in una profumeria.
Ho sempre amato i profumi maschili ma non ho mai avuto il coraggio di metterli..Mi sentivo quasi a disagio.Negli scaffali ci sono profumi molto costosi.
Chanel n.5,Dior,D&G..
<<Signorina vuole un consiglio?>>
La classica domanda che più odio in questo mondo.
<<No,grazie.>>
Cerco di essere il più cortese possibile ma proprio non è da me.
Vado verso l'uscita e mi avvicino al Mc Donald.
Prendo le classiche cose evelyniane.
Mc chicken
Patatine medie
Coca-Cola grande
Ormai this is storia.
Mangio tutto in non meno di 15minuti e corro nel piano terra per andare verso il cinema a vedere il film.Compro il biglietto ed entro nella grande sala immensa.
Mi siedo sulle file centrali con i miei popcorn in mano nonostante io abbia finito di mangiare  circa 5 secondi fa.
Ma la fame viene spesso.
Inizia il film.Nella sala c'è un silenzio tombale (cit. )e io ho occhi solo per lo schermo.
Inizia la seconda parte.
L'uomo accanto a me si addormenta e comincia  a russare.
Accanto la moglie piange nonostante il film non sia poi così commovente.
Le luci della sala si accendono e io resto basita e davvero impressionata dalle fantastiche riprese e scene di questo film.
Chiamo un taxi e mi faccio venire a prendere per tornare a casa.
Sul telefono vedo il messaggio di un numero che non conosco.
È davvero molto lungo.
Clicco la foto profilo e mi compare una giovane ragazza fino ad ora sconosciuta.
La ignoro mentre  salgo sull'auto gialla.
Arrivo a casa e metto il pigiama.
Decido di accendere la tv quando il campanello di casa suona.
Apro la porta e mi trovo di fronte una signora mai vista prima.

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