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E dopo un paio di minuti l'auto si ferma.
Do i soldi al taxista e scendo dall'auto con la mia valigia.Arrivo davanti quella che per un periodo non stabilito sarà casa mia.Intravedo un grande giardino nel retro pieno di alberi ormai spogli.Le foglie dai colori autunnali cadono sul marciapiede.Salgo i primi gradini e suono il campanello.
Sento dei passi provenire dall'interno della casa e avvicinarsi sempre di più all'ingresso.
-lei è la signorina Guire? -mi chiede quella che dovrebbe essere la proprietaria.
È una donna minuta con dei capelli tra il biondo scuro e il castano chiaro.Avrà circa 55 anni.
Nelle sue labbra si forma un sorriso da ebete.
-Si,piacere-le porgo la mano come gesto di educazione e lei mi accompagna all'interno della casa.
È davvero accogliente e spaziosa.Nel salone c'è un grande camino e di fronte un divano.La cucina è in legno antico e i mobili si distinguono per i disegni particolari incisi nel legno.Una grande scala va al piano di sopra dove sicuramente ci saranno le camere da letto.
-Per qualunque cosa può chiamarmi tranquillamente,le lascio qui il mio numero di telefono.Spero si trovi bene qui a Boston.Arrivederla-
-La ringrazio,buona serata.-
Mi sorprendo della disponibilità e dell'accoglienza che ha saputo darmi questa giovane signora.È stata davvero carina e gentile.
Faccio un lungo respiro prima di salire al piano di sopra per sistemare i miei vestiti e tutto il resto.
Apro la porta restando a bocca aperta.La mia camera è davvero grande.Al centro c'è un letto matrimoniale con i bordi in ferro battuto.Accanto un piccolo comodino con una abat jour dalle sfumature di beige e panna.
L'armadio è nero con le ante bianche.Sul tetto ci sono disegnati dei piccoli fiori di germoglio che combaciano con il grande lampadario in cristallo.
Accanto all'armadio c'è una poltrona .
Sistemo i vestiti all'interno dell'armadio.
Scendo le scale e vado in cucina dove c'è una porta in vetro che va in giardino.La apro e il lieve vento di aria fredda mi colpisce.
Decido di prendere il mio parka ed esco.C'è una piccola panchina in legno e vicino una grande quercia.Dalle radici capisco che deve essere molto antica.
Sulla destra c'è un'altalena ormai arrugginita.
Mi piace questo posto.Sembra di vivere negli anni 80.Un contrasto tra il moderno e l'antico.
I colori qui sono intensi,scuri ma non completamente spenti.Così come il cielo nella notte.È buio,scuro,nero ma non passa mai inosservato.Ci sono sempre quelle piccole luci che lo rendono speciale,che lo illuminano.Così come la Luna che ha bisogno del sole per brillare.
Rientro dentro casa e vado a farmi una doccia.
Non voglio restare qui,voglio godermi ogni attimo di questa esperienza quindi uscirò per vedere una parte diversa di questa città .Voglio andare al centro di Boston,l'anima viva,piena di gente,di luce,di profumi.Rientro dentro casa e faccio scorrere l'acqua calda sul mio corpo.Lavo i capelli con il mio shampoo al cocco e li sciaquo.Avvolgo un asciugamano intorno al petto e asciugo i capelli con il phon.Vado in camera da letto per decidere cosa mettere.
Perché per una donna è sempre difficile scegliere cosa indossare?
Afferro dei pantaloni a vita alta Neri,una felpa grigia e le mie Vans nere.
Liscio i capelli con la piastra e dopo li raccolgo in una coda alta.
Prendo le mie cuffie,l'Iphone ed esco di casa.
Non ho una meta precisa.
Voglio girare la città senza una destinazione,senza un luogo definito da visitare.
Credo che l'arte sia dappertutto.Nell'asfalto,nelle strade,ovunque.
L'arte non è solo nei musei,nei templi,nelle gallerie.
La vita è il capolavoro più bello.
Non perfetto,ma meraviglioso.
Cammino sul marciapiede ascoltando la dolce melodia di Christina Aguilera.Di fronte a me passa una mamma che tiene per mano una bambina.È felice.Mi viene in mente me da piccola.Quando ero una piccola bambina indifesa.Che non si meritava di vivere questa vita.Ogni volta mi vengono in mente tanti ricordi.Come i flashback che compaiono nei film.Come se i ricordi ritornano nella mia mente d'improvviso.
Come se c'è qualcuno che cerca di non farmeli dimenticare.
E credo che non li dimenticherò facilmente.
Questi ricordi sono pochi ma per me valgono davvero tanto.
Ricordare piccoli avvenimenti del passato è importante.
Ti fa capire che sei cambiata in questi anni ma c'è qualcosa in te che è rimasta sempre uguale.
C'è sempre una parte di noi che rimane piccola,che non cresce e non cambia.
Il cielo non cambia. Passano gli anni.Le cose qui cambiano.Ma lassù è tutto un altro mondo.
L'universo,le galassie,le stelle che nascono e quelle che muoiono.
Le piccole nane bianche e le grandi giganti rosse.
Lì è tutto un mondo parallelo che un giorno raggiungeremo tutti.
Il futuro lo scopriamo noi ogni singolo giorno che viviamo il presente.
Non mi vedo perfetta.
Non mi sono mai vista bella.
Non riesco ad autogiudicare né il mio aspetto esteriore né quello interiore.
Ho sempre preferito che gli altri giudicassero me.
Il giudizio per me conta,tanto.
Però quello delle persone importanti per me.
Quello delle persone vere.Passo dopo passo arrivo in un piccolo parco.
È pieno di bambini.
Altalene,scivoli,casette sugli alberi e altri giochi.
Intravedo un viale.
Una specie di labirinto.
Entro dentro il parco e vado verso questo cancello dove c'è una piccola stradina fatta con le pietre.Non so dove porta ma sembra davvero carino come posto.
La stradina finisce lì.
In un posto bellissimo.Pieno di ragazzi.
Ci sono delle panchine e al centro una grande statua.Non so in realtà cosa rappresenta ma è semplice,pura.
Sotto essa una grande scritta:Freedoom is key of life."La libertà è la chiave della vita "
Questa frase l'avevo già sentita.
Era una citazione di un grande filosofo antico.
Amavo la filosofia,la amo ancora.Mi è rimasto molto dopo aver finito il liceo.Ancora oggi ricordo molto di quella materia che tanto adoravo.
Non so cosa mi affascinava, ma la trovavo una delle più interessanti.
Mi posiziono accanto alla statua per scattare una foto a essa ma soprattutto per fare una foto alla frase.
Vicino a me c'è un ragazzo.
È biondo,magro,alto.Ha un sorriso bellissimo.
Dei denti perfetti.Gli occhi sono profondi di un verde in contrasto con l'azzurro.
Indossa dei pantaloni neri.
Un maglioncino blu e un giubbotto di pelle nero.
-Cosa ti piace di questa statua?-mi chiede.
-Tutto.Ma soprattutto la frase.Sembra dire molto con poche parole non credi?-
Cosa sto pensando in questo momento?Che è strano,davvero strano, non lo conosco eppure si è rivolto a me come se fossi una conoscente per lui.
-Hai ragione.-Mi dice.
Non credo ai colpi di fulmini.
Non credo all'amore a prima vista.
Penso siano solo cazzate.Per piacerti una persona devi prima conoscerla.Anche se una persona non è mai come pensiamo,anche se non smettiamo mai di conoscere una persona realmente per com'è.
-Comunque piacere, Daniel.
No aspetta.
Si sta presentando.
Okay non me l'aspettavo.
-Piacere Evelyn-
Ci guardiamo dritti negli occhi.
Ho un dolore al petto.
È come se ho paura che guardandomi negli occhi riesce a leggermi l'anima.
Ha degli occhi così intensi che sembrano dire tutto.
Sembrano manifestare tutte le emozioni che un essere umano può provare.
Riescono a dire tanto.
Guardo l'orario nel mio orologio.
È tardi.
Devo andare a casa.
Ho davvero tanto sonno e un po mi dispiace.
Sicuramente non parleremo mai più.
-Beh io vado,ciao e..grazie-dico abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.
Con il pollice sfiora il mio mento per farmi alzare lo sguardo.
Si avvicina alla mia guancia.
Sono fottuta, penso.
Mi lascia un bacio sulla guancia.
Riesco a sentire ancora il suo profumo.
Si allontana e sul mio volto si forma un sorriso,quasi non ci faccio caso.
Mi giro e vado nella strada di casa mia.
Sono ancora scossa da tutto.
Mi sono emozionata davvero per un misero bacio dato da uno sconosciuto?
Sto cadendo proprio in basso.
Arrivo alla porta di casa e prendo le chiavi per aprire.
Salgo di sopra,prendo il pigiama e lo metto dopo essermi levata gli indumenti di prima.
Mi metto sul divano e accendo la tv.Decido di guardare Pretty Little Years e dopo un po mi addormento
<<Non puoi farmi questo,non ora.>>
<<Ti meriti questo >>
<<No,non può finire tutto così,ti prego.>>
<<Arrenditi Evelyn,basta.>>
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Pensa a te stessa.
RomanceCorrevo tra le vie più buie di New York. Stavo scappando da qualcosa o meglio, da qualcuno. Ricordo ancora i suoi occhi, mi fissavano così tanto che mi sentivo dannatamente debole. Avevo freddo, i brividi percorrevano ogni singolo centimetro del mio...