Un altro giorno noioso in ufficio era l'ultima cosa che luce voleva, ma purtroppo il dovere era dovere. Così si vestì di tutto punto e corse verso il grande edificio con gli stessi tacchi di sempre. Giunta lì iniziò il suo lavoro di dattilografa per Guido quando più o meno verso metà mattinata di quel giorno di giugno vittoria le inviò una foto al cellulare. Incuriosita, luce volle aprirla. Vittoria era una anti conformista no social. Un suo messaggio era una cosa rara.
Aprì l'immagine e notò un meraviglioso tatuaggio sul suo braccio ricoperto di carta trasparente e traslucida. Si era tatuata.
Luce provò la più profonda invidia per vittoria. Amava all' impazzata i tatuaggi e sognava di ricoprirsene appena il suo cervello avesse acconsentito a liberarsi del vestito di ragazza buona e responsabile.
Era un tatuaggio bellissimo, non eccessivo. Un fiore rosso, il preferito della madre morta pochi anni prima.
'È bellissimo' scrisse rapida sulla tastiera del suo cellulare.
'Ho pensato che dovevi essere la prima a saperlo e la prima a leggere questo'
Allegato alla foto del tatoo arrivò un altra immagine.
'Concorso giovani tatuatori'
'Sei davvero pazza vitto. Non potrei mai'
Digitò con poca convinzione.
'Invece si è il tuo sogno. Manda a cagare tutti, Guido tuo padre tua madre. Fai quello che senti!'
Scrisse vittoria.
Luce non le rispose, un dubbio le si era insediato nella mente ma per adesso lo scacciò rimandando la decisione a tempi più certi.
Continuava a lavorare al computer ma la tentazione era forte così iniziò a navigare in internet cercando informazioni sul concorso e sull'arte del tatuaggio.
Venne distratta dallo schiocco di dita di Guido davanti al suo viso che la faceva rinsavire.
"Non devi distrarti con altro mentre sei a lavoro nel mio studio per giunta"
Il tono severo di un padre incattivito."Scusa hai ragione, ma guarda"
Sussurrò contenta mostrandogli le foto di giovani ragazze coperte di tatuaggi e concorsi. Guido la guardò malissimo, quasi disgustato."Sono orribili. Non andranno mai da nessuna parte nella nostra società."
Luce abbassò lo sguardo visibilmente delusa. Annuì senza forze e tornò a lavoro chiudendo tutte quelle pagine web aperte con tutta la voglia di conoscere quel mondo."Signorina Andolfi l'aspetto nel mio ufficio, le devo parlare"
La richiamò ancora Guido e subito lei corse verso il grande studio felice e incuriosita.Si aspettava che Guido volesse salutarla come si deve, si aspettava quella voglia insana di assaggiarsi e assaporarsi che da un po' mancava nella loro coppia. pensandoci meglio Guido le sembrava distante e scollegato, ma si spiegava questo fatto come un eccessiva quantità di stress e non gli dava più di tanto peso.
Appena entrò nella stanza adornata ordinatamente, si concentrò all'istante sul viso del suo innamorato che le sembrò teso.
"Voleva vedermi capo?"
Chiese con l'aria da brava dipendente, cercando di non far notare la relazione che portavano avanti da ormai sei mesi.
"Si accomodi"
Reggeva il gioco lui indifferente, ma con un sorriso compiaciuto sul volto.
Appena la porta venne richiusa lei gli si buttò con le braccia al collo contenta di poter finalmente raggiungere lo scopo tanto agognato.
Senza pensarci oltre Guido si alzò dalla sua scrivania afferrandole le spalle e facendola allontanare di poco.
La baciò, divorandole labbra e lingua e Luce pensò che mai nessun uomo sarebbe stato capace di baciare così.
Dopo minuti intensi che sembravano non passare mai, Guido si staccò da quella presa ferrea e la allontanò.
"Ti avevo chiamamto per dirti una cosa urgente, non per questo."
un sorriso colpevole sul volto e occhi bassi.
"che succede?"
chiese preoccupata Luce.
"Domani sera non possiamo vederci, ho un impegno di lavoro che non posso mettere da parte."
Luce riflettè per un secondo e poi capì. Stavano progettando quella serata insieme da una vita ormai, lui le aveva promesso di portarla in un ristorantino romantico per festeggiare il loro sesto mesiversazio. Luce si aspettava fiori, cioccolatini, scritte sulla strada. Si aspettava il suo sorriso felice e lui elegante, che la scortava fino all'auto per poi salire e passare una serata perfetta.
Non è banale dire che ci rimase molto male. Non osava chiederne il motivo conoscendo i modi poco carini di Guido e si limitò ad annuire. Chissa perchè in quel momento immaginò che alla serata perfetta andata in fumo ci sarebbe stata perennemente una colonna sonora, tre voci che l'accompagnavano. Le loro tre voci. Nel momento meno indicato gli tornavano in mente quei tre ragazzi. Non ci dava peso ma era strano.
Dispiaciuta e amareggiata usci dall'ufficio di Guido.
Non si dava del tutto per vinta però. Non accettava che quel giorno così speciale per loro dovesse andare perso.
Così senza pensaarci la sera dopo, si mise un bel vestito comunque e partì per andare a trovare l'uomo dei suoi sogni. Non sarebbero usciti, ma almeno lei gli avrebbe fatto compagnia e sostegno morale mentre lui firmava mille scarrtoffie. Sarebbe stata il suo motivatore, il suo antistress, la sua valvola di sfogo.
Era felice anche così in fondo ed era euforica al pensiero di fargli una sopresa.
Si mise in auto correendo per le strade romane, non vedendo l'ora di compiere la sua missione.
Arrivata sotto casa di Guido, si sistemò il vestito, prese i cioccolatini appena comprati e salì le scale del grande palazzo.
Dal suo bellissimo appartamento però arrivavano più voci, non solo una femminile ma anche altre che ad occhio e croce sembnravano ragazzini. Confusa bussò alla porta e un nodo allo stomaco le sopraggiunse appena vide una donna bionda, alta che la osservava interrogativa.
Sentì poi la voce di Guido che gridava.
"Elena, tesoro chi è alla porta?"
raggiunge cosi anche lui le due donne.
Sgano gli occhi appena la vide e Luce non riusciva piu nemmeno a parlare.
"Ahh, signorina Luce! Ha sbagliato ancora! Gaetano vive al piano di sopra."
Rise, mentre Luce si sgretolava sotto quella visione.
Lo guardo come se stesse guaurdando un completo sconosciuto. si chiese con chi avevsse passato quei mesi, con che uomoaveva passato i momenti piu beli della sua vita.
un nodo allo stomaco la costrinse quasi ad urlare, ma non lofece, troppo era l'orgoglio e la dignità.
Si scusò come solo una grande donna porebbe fare e se ne andò con dignita e disprezzo.
Appena sal'ì nella sua auto un pianto soffocato la assali come se volesse ucciderla. I singhiozzi si susseguivano come spari di pistola uno dopo l'altro.
Gridava ma senza emettere nessun suono. Capi che ilsuo cuore sin stava rompemdo.
Mise in moto la sua auto buttando via dal finestrino i regali che gli aveva preso, butto via la sciarpa meravigliosa abbinata al vestito che lui le aveva regalato.
accese la radio ad alto volume e corse verso casa.
vcittoria e Giorgia dormivano e lei non volle svegliarle, chiudendosi nella piu completa disperazione nella sua camera.
Si addormentò piangendo con il trucco che si attaccava la cosciuno cercando di non far sentire i singhiozzi.
La mattina dopo si sveglio diversa.
Aveva capito cosa fare.
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Segni sulla pelle. (IL VOLO) #watty2016
FanfictionIl cambiamento di una vita che le stava troppo stretta. Una valigetta è un paio di scarpe che non le calzavano più da anni. Un amore che non portava a nulla e la distruzione dell'ultima speranza. L'evoluzione della sua personalità.