Niente pregiudizi (8)

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Ed eccola lì la terza parte del destino di Luce. Le si presentava d'avanti con il meraviglioso viso di un ragazzo giovane, con gli occhi marroni con sfumature verdi contrastanti e il sorriso dolce di un bambino piccolo. Le si presentava d'avanti un bellissimo ragazzo dai capelli spazzolati a perfezione e vestito in modo impeccabile. Le si presentava sotto forma di sostegno dell'amico spaventato da un piccolo è innocuo tatuaggio. Pensava allora che il suo destino fosse compiuto del tutto ma una cosa non si spiegava: cosa voleva esattamente il destino da lei? Qual era lo scopo infimo che la legava a quei tre ragazzi? Trovare un' amicizia sincera, un amico con cui parlare sempre e comunque, con cui guardare film e ridere degli altri senza un motivo preciso? Se lo domandava guardando il meraviglioso ragazzo d'avanti a lei dimenticando di salutare o di fare un qualsiasi cenno. O forse il suo destino era quello di Trovare qualcuno con cui passare una notte di fuoco e passione, di sentire i brividi sulla pelle per poi non salutarsi più, quello di scoprire i piaceri assoluti della carne, del bisogno di sfogarsi senza legami e intrecci? Rifletteva guardando il tipo interessante con gli occhiali. O forse, il suo destino le chiedeva di trovare l'amore? Si lei. Lei che era stata illusa e ingannata dal peggiore degli esseri di sesso maschile. Lei che aveva messo una croce su tutto ciò che aveva a che fare con cuori e favole rosa, una croce bianca, per lasciare un briciolo di speranza. Lei che aveva messo da parte un fantomatico noi, per mettere al centro del suo mondo un meraviglioso ME. Ebbene lei pensava che forse il suo destino voleva proprio l'amore e ci pensava ricordando il bacio con l'unico che non era presente in studio in quel momento.

"Luce, lui è Gian. Cioè Gianluca. Lui è il mio sostegno per oggi"
E sorrideva l'occhialuto guardandola cercando di svegliarla dal suo sonno comatoso.

"Oh sì scusa. Piacere Luce. Professione torturatore e boia."
Rise di gusto seguita dai due.

Gianluca si sedette accanto a loro aspettando che luce iniziasse a lavorare.
Il procedimento prevedeva un primo schizzo, poi il disegno approssimato con un pennarello sulla pelle e poi l'uso della macchinetta.
Un ora e mezza di lavoro e poi tutto terminato.
E li avrebbe salutati e probabilmente mai più rivisti.

Alla prima applicazione di colore sulla pelle quelli che doveva chiamarsi Piero iniziò a contorcersi come se stesse su una padella rovente. Luce cercava di intimargli di stare fermo ma lui era incontrollabile.

"Forse è meglio che finiamo in un altra seduta. Sei troppo agitato e rischi che il tatoo venga male."
Tentava di convincerlo ma lui, autoritario, non voleva sentire ragioni.

"Un attimo di pausa e poi riniziamo."
Aveva le lacrime agli occhi e Luce non poté evitare di emettere una risatina palese nascosta invano da un colpo di tosse.

Piero la guardò male.
Gianluca sorride comprensivo all'amico e gli accarezzò la guancia.

"Come siete dolci."
Commento Luce senza malizia ne pregiudizio.

"Già lo sappiamo."
Rispose il più bello dei due.

"Dai Pie che abbiamo finito quasi"
L'altro annui scuotendo le spalle e rimettendosi steso sul lettino.

"Allora, da quanto tempo state insieme?"
Era strano fare quella domanda. Cioè forse qualcosa aveva notato ascoltando i loro live, ma non pensava che voci di corridoio fossero fondate.
Ma la carezza sulla guancia era una prova inconfutabile.
Lo chiese per mettere a suo agio il ragazzo.

"Insieme?.. Che cosa?"
Piero la guardava stranito e per un attimo dimentico il dolore.
Lei continuava a lavorare con occhi bassi.

"Si cioè, da quanto tempo avete una relazione? Ragazzi tranquilli, niente pregiudizi."
Continuava a tatuate indisturbata.

"Ma chi minchia dice chista Gianluca?"
E piero si stava irritando ma in compenso non si agitava più. Capì subito di aver frainteso la loro relazione ma si accorse anche che Piero non pensava più al dolore e decise di continuare con questa tecnica.

"E io che ne so! No guarda noi non stiamo insieme. Cioè era una carezza innocua, ingenua, tra amici! Io sono molto fisico e mi piace il contatto"

"Si so di che contatto parlate"
E luce continuava ridendo dentro. Non si era mai accorta di quanto fosse perversamente divertente prendere in giro qualcuno. La risata nasceva dallo stomaco pronta a sboccare fuori nel momento più opportuno. Provava un insano piacere nello scoprire che Piero si stava arrabbiando. Era soddisfacente. Perversamente divertente.

"No! Ma che! Gianlu ti avevo detto che tutti sti baci e abbracci facevano capire male! Mo ti spiego bella mia. Noi non stiamo insieme minchia!"
Piero si sbracciava e gesticolava come qualsiasi uomo del sud, mentre Gianluca sorrideva cordiale cercando di calmare la situazione.
Piero aveva l'intenzione di alzare le mani su Luce se avesse continuato a dire cose così fingendo di non capire. Luce se ne rendeva conto e continuava ancora. Ma anche quel giochetto doveva finire. Purtroppo.

La discussione duro un po' finché Luce con soddisfazione non disse che il tatoo era finito.

"Lo so ragazzi ho capito! Scherzavo. Intanto al dolore non hai pensato più."
E gli sorrise gioviale.

"Ma guarda sta caiunaaaaaa!"
E rise anche l'occhialuto seguito da quello più dolce.

Poi al momento del pagamento, un avvenimento improvviso..? No, improvviso no. Luce se lo aspettava.

"Scusate minchia! Avete già finito? Ho fatto tardi.!"

Segni sulla pelle. (IL VOLO) #watty2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora