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Il ritorno è stato strano. Non abbiamo quasi parlato, se non per commentare il ratto gigante che si trovava sul ciglio della strada. Sono passati due giorni, e ora, sdraiata sul mio lettino, mi sembra tutto così assurdo. Ho baciato Christian. No, non l'ho solo baciato, è stato qualcosa di più. In ogni caso non ha importanza, tra 10 minuti arriva Alberto, mio moroso. Lui è il classico ragazzo perfetto: ottimi voti, allievo di un'università facoltosa, famiglia ricca e via dicendo. Mi sono messa con lui quando avevo 17 anni; credevo di amarlo, al tempo, ma forse mi sono solo lasciata condizionare dall'idea del principe azzurro. I miei lo adorano, com'era ovvio. D'altronde hanno sempre voluto che la loro figlia preferita trovasse un uomo degno di lei, e Albi sembra il candidato ideale. I miei genitori non sono ricchi, né importanti in paese, ma hanno la tipica mentalità snob: la cosa più importante è come appari; devi avere una bella casa, una macchina costosa, figli educati e intelligenti ecc. Per dire, erano più felici di me quando mi sono diplomata con il massimo dei voti. Subito dopo mi hanno iscritto al test di medicina, hanno cercato una casa a Firenze dove potrò andare a vivere e hanno già trovato la mia coinquilina: la figlia viziata dei loro amici.

Io, sì, sono felice, credo.

Sono cresciuta sapendo che sarei diventata dottoressa.

<<Ricorda tesoro, il prestigio>> mi ripeteva sempre la mamma. E io non fiatavo. Ho passato il liceo chiusa in casa, a studiare. Avevo pochissimi amici e quando trovavo del tempo libero uscivo con Alberto. O almeno questo è quello che credono i miei genitori.

<<Ginevra, amore, è arrivato Albi>>.

<<Arrivo mamma>>, prendo la giacca in pelle nera e scendo.

Lo trovo a conversare animatamente con i miei.

<<Sono pronta!>> esclamo per farmi notare.

<<Andiamo amore? Ho prenotato la cena in quel ristorante che ti piace tanto>>, e ci avviamo.

Il "Belle Italie" è decisamente il locale più moderno del paese, e anche il più costoso, ma per Albi i soldi, come ho detto, non sono un problema.

<<Allora Gigi, come sei messa con lo studio?>>

<<Bene>> mento, <<Ho finito la parte di biologia e oggi ho iniziato chimica>>. Non è vero; non ho più aperto un libro dal mio orale di maturità.

Si congratula con me e mi incita a continuare così.

<<E se non passassi?>> gli domando di scatto. Sorride.

<<Non ti preoccupare tesoro, sei brava, ce la farai>>, e tronca il discorso.

La serata prosegue su questa lunghezza d'onda, mi elenca tutti i lati positivi di frequentare una facoltà come medicina e il rispetto che otterrò una volta laureatami; grazie a dio che almeno gli gnocchi erano squisiti. Uscita dal locale mi sento la testa che scoppia. Mi sembra un sogno quando finalmente arrivo in camera mia, e mi butto a dormire senza nemmeno cambiarmi.

Oggi è una giornata meravigliosa, peccato che io mi sia svegliata a mezzogiorno. In ogni caso ho iniziato subito con le faccende di casa, lavare, stirare,.. giusto per tenere la mente occupata; ma nonostante i miei buoni propositi vengo sopraffatta dai pensieri. E' così ovvia la mia vita che si prospetta incredibilmente noiosa. Mi laureerò, mi sposerò a 25 anni con Alberto, ci compreremo una modesta villetta, sforneremo un paio di bambini, adotteremo un gatto e vivremo felici e contenti. Mio dio, mi sento completamente oppressa.

Mi siedo in preda all'ansia, rendendomi conto che a 19 anni la mia intera esistenza è già stata decisa, e per di più da qualcuno che non sono io.

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