Capitolo 23

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Solo un giorno era passato dalla conversazione di Anne con Mrs. Smith, ma era subentrato un interesse più intenso, e ormai era così poco toccata dalla condotta di Mr. Elliot, salvo per gli effetti che poteva avere in una precisa direzione, che il mattino dopo le venne naturale rimandare ancora la visita esplicativa a Rivers Street. Aveva promesso di stare con le Musgrove dalla colazione al pranzo. La parola era stata data, e la reputazione di Mr. Elliot, come la testa della sultana Sheherazade doveva sopravvivere un altro giorno. Non riuscì tuttavia a essere puntuale all'appuntamento; il tempo era sfavorevole, e lei era afflitta per la pioggia pensando alle amiche, e ne sentì moltissimo l'effetto su di sé, prima di essere in grado di intraprendere la passeggiata. Una volta arrivata al White Hart e raggiunta la stanza appropriata, scoprì non solo di non essere in orario ma anche di non essere stata la prima. Il gruppo che aveva di fronte comprendeva Mrs. Musgrove, che chiacchierava con Mrs. Croft, e il capitano Harville che faceva lo stesso con il capitano Wentworth, e fu subito informata che Mary e Henrietta, troppo impazienti per aspettare, erano uscite non appena c'era stata una schiarita, ma sarebbero presto tornate, e che a Mrs. Musgrove era stato intimato con forza di farla restare lì fino al loro ritorno. Anne poté solo ubbidire, sedersi, sembrare esteriormente calma e sentirsi subito immersa in tutta l'agitazione che aveva previsto di provare solo un po' prima che si concludesse la mattinata. Non ci furono rinvii, nessuna perdita di tempo. Era sprofondata all'istante nella felicità di quell'angoscia, o nell'angoscia di quella felicità. Due minuti dopo il suo ingresso nella stanza, il capitano Wentworth disse, "Ora scriveremo la lettera di cui stavamo parlando, Harville, se mi dai il materiale." Il materiale era pronto, su un tavolino appartato; lui si sistemò lì, e, voltando le spalle a quasi tutti, si dedicò alla scrittura. Mrs. Musgrove stava raccontando a Mrs. Croft la storia del fidanzamento della figlia maggiore, proprio con quell'inopportuno tono di voce che risulta perfettamente udibile pur pretendendo di essere un sussurro. Anne non si sentiva parte di quella conversazione, ma, visto che il capitano Harville sembrava pensieroso e non disposto a chiacchierare, non poté evitare di sentire molti indesiderati particolari, come, per esempio, "che Mr. Musgrove e mio cognato Hayter si sono visti ripetutamente per parlarne, quello che un giorno mio cognato Hayter aveva detto e quello che il giorno dopo Mr. Musgrove aveva proposto, quello che era venuto in mente a mia sorella Hayter e quello che i giovani desideravano, quello che all'inizio avevo detto sul fatto che non avrei mai dato il mio consenso, ma che dopo mi sono convinta a ritenere che si potesse fare benissimo", e un bel po' nello stesso stile di discorsi fatti a cuore aperto. Minuzie che, persino con tutti i vantaggi di buongusto e delicatezza che la buona Mrs. Musgrove non poteva non fornire, potevano interessare solo i diretti protagonisti. Mrs. Croft partecipava con il massimo buonumore, e, ogni volta che interveniva, lo faceva con molto buonsenso. Anne sperava che i signori fossero entrambi troppo occupati per sentire.
"E così, signora, considerate tutte queste cose", disse Mrs. Musgrove col suo potente sussurro, "anche se ci saremmo augurati qualcosa di diverso, nel complesso non abbiamo ritenuto giusto opporci più a lungo, perché Charles Hayter stava proprio dando i numeri, e Henrietta era quasi a quel punto; e così abbiamo pensato che sarebbe stato meglio farli sposare subito, e farli cuocere nel loro brodo, come hanno fatto molti altri prima di loro. A ogni modo, sempre meglio di un lungo fidanzamento."
"È esattamente quello che stavo per dire", esclamò Mrs. Croft. "Preferisco vedere i giovani sistemarsi subito con una piccola entrata, fronteggiando insieme qualche piccola difficoltà, che vederli coinvolti in un lungo fidanzamento. Ho sempre pensato che nessun reciproco..."
"Oh! cara Mrs. Croft", esclamò Mrs. Musgrove, senza lasciarle finire il discorso, "non c'è nulla che detesto di più per dei giovani come un lungo fidanzamento. È quello che ho sempre avversato per i miei figli. Sono sempre stata solita dire che va benissimo per dei giovani fidanzarsi, se c'è la sicurezza di essere in grado di sposarsi entro sei mesi, o anche un anno; ma un lungo fidanzamento!"
"Sì, mia cara signora", disse Mrs. Croft, "o un fidanzamento incerto; un fidanzamento che può andare per le lunghe. Cominciare senza sapere che in un dato tempo ci saranno i mezzi per sposarsi, lo ritengo molto rischioso e poco saggio, e credo sia qualcosa che tutti i genitori dovrebbero impedire il più possibile." Qui Anne trovò un inaspettato motivo di interesse. Si rese conto che poteva applicarsi a lei, sentì un fremito di emozione per tutto il corpo, e nello stesso momento in cui i suoi occhi si volgevano istintivamente verso il tavolino più in là, la penna del capitano Wentworth cessò di muoversi, lui alzò la testa, si fermò ad ascoltare, e un istante dopo si girò per dare un'occhiata... una rapida e significativa occhiata a lei. Le due signore continuarono a chiacchierare, per ribadire le verità appena dette, e rafforzarle con quegli esempi di effetti negativi di comportamenti opposti che avevano avuto modo di osservare, ma Anne non sentiva nulla di distinto; era solo un ronzio di parole nell'orecchio, aveva la mente confusa. Il capitano Harville, che in realtà non aveva sentito nulla, si alzò e si diresse alla finestra, e Anne, che sembrava osservarlo, anche se quella sensazione era dovuta a una totale assenza di mente, si rese conto gradualmente che la stava invitando a raggiungerlo lì dove si trovava lui. La guardava con un sorriso, e scuotendo leggermente la testa, come a voler dire, "Venite da me, ho qualcosa da dirvi"; e la genuina, spontanea gentilezza di modi che denotava i sentimenti di un amico di più vecchia data di quanto lo fosse in realtà, rafforzavano molto quell'invito. Lei si alzò e andò da lui. La finestra alla quale si era avvicinato era dall'altro lato della stanza, rispetto a dove erano sedute le due signore, e sebbene fosse più vicina al tavolino del capitano Wentworth, non le era molto vicina. Non appena lo ebbe raggiunto, il volto del capitano Harville riassunse l'espressione seria e pensierosa che sembrava essere naturale in lui.
"Guardate qui", disse, aprendo un pacchetto che aveva in mano, e mostrandole una piccola miniatura, "sapete chi è questo?"
"Certo, il capitano Benwick."
"Sì, e potete immaginare a chi sia destinata. Ma (a voce più bassa) non è stata fatta per lei. Miss Elliot, ricordate la nostra passeggiata a Lyme, e come eravamo addolorati per lui? Non ci avrei mai pensato allora... ma non importa. È stata fatta al Capo di Buona Speranza. Lì aveva incontrato un artista tedesco, e a seguito di una promessa alla mia povera sorella, aveva posato, e la stava portando a casa per lei. E ora ho l'incarico di farla montare in modo appropriato per un'altra! Era proprio una commissione da affidare a me! Ma a chi altro affidarla? Spero di riuscire a soddisfarlo. Però non mi dispiace farlo fare a un altro. Se ne sta occupando lui (guardando verso il capitano Wentworth), è per questo che sta scrivendo." E con un tremito nelle labbra concluse il discorso aggiungendo, "Povera Fanny! lei non lo avrebbe dimenticato così presto!"
"No", replicò Anne, con voce bassa ed emozionata. "Questo posso crederlo facilmente."
"Non era nella sua natura. Lei lo adorava."
"Non sarebbe naturale per nessuna donna che ama veramente." Il capitano Harville sorrise, come per dire, "È questo che rivendicate per il vostro sesso?" e lei rispose alla domanda con un sorriso analogo, "Sì. Noi sicuramente non vi dimentichiamo tanto presto come ci dimenticate voi. Forse è il nostro destino più che una nostra virtù. Non possiamo farne a meno. Viviamo in casa, tranquille, rinchiuse, e siamo preda dei nostri sentimenti. Voi siete costretti ad agire. Avete sempre una professione, uno scopo, affari di un tipo o dell'altro, a riportarvi immediatamente al mondo esterno, e le occupazioni e i mutamenti continui indeboliscono le sensazioni."
"Ammettendo come vera la vostra affermazione che il mondo produca presto tutto questo negli uomini (cosa che, tuttavia, non credo che ammetterò), non possiamo applicarla a Benwick. Lui non è stato costretto in nessun modo ad agire. La pace lo ha riportato a terra nello stesso momento, e da allora è vissuto con noi, nella nostra piccola cerchia familiare."
"È vero", disse Anne, "verissimo; non lo ricordavo; ma che cosa dire adesso, capitano Harville? Se il mutamento non deriva da circostanze esterne, deve venire dal di dentro; dev'essere la natura, la natura dell'uomo, che ha agito per conto del capitano Benwick."
"No, no, non è la natura dell'uomo. Non ammetterò che sia più nella natura dell'uomo che della donna essere incostante e dimenticare coloro che ama, o ha amato. Credo il contrario. In verità, credo che ci sia un'analogia tra la costituzione fisica e quella spirituale; e che, dato che i nostri corpi sono più forti, così siano i nostri sentimenti; capaci di sostenere il logorio più duro, e di affrontare i climi più violenti."
"I vostri sentimenti possono anche essere più forti", rispose Anne, "ma la stessa analogia mi autorizza ad asserire che i nostri sono più teneri. L'uomo è più robusto della donna, ma non vive più a lungo, il che giustifica completamente il mio punto di vista sulla natura dei loro affetti. Anzi, per voi sarebbe troppo duro, se fosse altrimenti. Voi avete difficoltà, privazioni e pericoli a sufficienza da combattere. Il lavoro continuo, la fatica, vi espongono a ogni rischio e a ogni avversità. La vostra casa, il vostro paese, gli amici, tutto è lontano. Non avete né tempo, né salute, né vita da poter chiamare veramente vostra. Sarebbe davvero duro (con voce malferma) se i sentimenti di una donna si aggiungessero a tutto questo."
"Su questo non ci troveremo mai d'accordo" stava cominciando a dire il capitano Harville, quando un lieve rumore richiamò la loro attenzione sulla parte della stanza occupata dal capitano Wentworth, che fino allora era stata totalmente silenziosa. Non era stato nulla di più della caduta della sua penna, ma Anne rimase sorpresa nello scoprire come fosse più vicino di quanto avesse immaginato, ed era quasi incline a sospettare che la penna fosse caduta solo perché lui era occupato con loro, cercando di afferrare ciò che dicevano, anche quello che lei non riteneva potesse aver afferrato. "Hai finito la tua lettera?" disse il capitano Harville.
"Non del tutto, ancora qualche rigo. Avrò finito tra cinque minuti."
"Da parte mia non c'è nessuna fretta. Sarò semplicemente pronto quando lo sarai tu. Qui ho un ottimo ancoraggio (sorridendo a Anne), ben fornito e senza bisogno di nulla. Nessuna fretta per il segnale della partenza. Be', Miss Elliot (abbassando la voce), come vi stavo dicendo, su questo punto non ci troveremo mai d'accordo. Probabilmente nessun uomo e nessuna donna lo sarebbero. Ma fatemi dire che tutte le cronache sono contro di voi, tutte le storie, in prosa e in versi. Se avessi la memoria di Benwick, potrei fornirvi al momento cinquanta citazioni a favore della mia tesi, e non credo di aver mai aperto un libro in vita mia che non avesse qualcosa da dire sull'incostanza delle donne. Canzoni e proverbi, tutto parla della volubilità delle donne. Ma forse direte che sono tutte cose scritte da uomini."
"Forse sì. Sì, sì, per favore, nessun riferimento a esempi dai libri. Gli uomini hanno tutti i vantaggi su di noi nel raccontare la storia a modo loro. L'istruzione è stata sempre appannaggio loro a un livello così tanto più alto; la penna è stata in mano loro. Non ammetto che i libri dimostrino qualcosa." "Ma allora come si può dimostrare qualcosa?"
"Non si può. Non ci si deve mai aspettare di dimostrare qualcosa su un punto del genere. È una diversità di opinioni che non ammette prove. Ognuno di noi comincia probabilmente con un piccolo pregiudizio a favore del proprio sesso, e su questo pregiudizio costruisce tutte le circostanze a favore di esso che si sono verificate nella propria cerchia; molte di queste circostanze (forse proprio quei casi che ci hanno colpito di più) possono essere proprio quelle che non si possono rivelare senza tradire una confidenza, o dicendo in qualche modo quello che non dovrebbe essere detto."
"Ah!" esclamò il capitano Harville, con profonda emozione, "se potessi farvi comprendere che cosa soffre un uomo quando dà un'ultima occhiata a sua moglie e ai suoi figli, e scruta la scialuppa con la quale li ha rimandati via, fino a quando riesce a vederla, e poi si volta e dice, «Dio sa se li rivedrò!» E poi, se riuscissi a trasmettervi l'ardore del suo animo quando li rivede; quando, tornando dopo forse un anno di assenza, è costretto a sbarcare in un altro porto, calcola quando sarà possibile portarli là, pretende di ingannare se stesso, dicendo, «Non potranno essere qui prima del tale giorno», ma per tutto il tempo spera che arrivino dodici ore prima, e quando finalmente li vede arrivare, come se il cielo avesse dato loro le ali, molte più ore prima! Se potessi spiegarvi tutto questo, e tutto quello che un uomo può sopportare e fare, e gloriarsi di farlo per amore di questi tesori della sua esistenza! Parlo, certo, solo di quegli uomini che hanno un cuore!" premendo il suo con commozione. "Oh!" esclamò Anne con fervore, "spero di rendere giustizia a tutto quello che provate, e a chiunque vi somigli. Dio mi perdoni, se dovessi sottovalutare i sentimenti intensi e costanti di tutti i miei simili. Meriterei un totale disprezzo se osassi pensare che il vero affetto e la vera costanza fossero appannaggio solo delle donne. No, vi credo capaci di ogni cosa che sia grande e buona nella vostra vita matrimoniale. Vi credo all'altezza di qualsiasi sforzo importante, e di qualsiasi sopportazione domestica, a condizione... se mi permettete l'espressione, a condizione che abbiate un obiettivo. Intendo dire, fino a quando la donna che amate vive, e vive per voi. Tutto il privilegio che reclamo per il mio sesso (non è un privilegio invidiabile, non avete bisogno di agognarlo) è quello di amare più a lungo, quando l'esistenza o la speranza sono svanite." In quell'istante, non sarebbe riuscita a pronunciare un'altra frase; il suo cuore era troppo colmo, il respiro troppo affannoso.
"Avete un animo nobile", esclamò il capitano Harville, mettendole una mano sul braccio con un moto di affetto. "Non si può litigare con voi. E quando penso a Benwick, la mia lingua si blocca." Gli altri richiamarono la loro attenzione. Mrs. Croft stava prendendo congedo.
"A questo punto, Frederick, tu e io ci separiamo, presumo", disse. "Io torno a casa, e tu hai un impegno con il tuo amico. Stasera avremo il piacere di incontrarci nuovamente tutti al vostro ricevimento (girandosi verso Anne). Ieri abbiamo avuto il biglietto di vostra sorella, e da quanto ho capito l'ha avuto anche Frederick, anche se non l'ho visto; e tu non hai impegni, Frederick, come noi, non è vero?" Il capitano Wentworth stava piegando una lettera in gran fretta, e non poteva o non voleva dare una risposta esauriente.
"Sì", disse, "verissimo; a questo punto ci separiamo, ma Harville e io ti seguiremo presto; ecco, Harville, se sei pronto, io lo sarò tra mezzo minuto. So che non ti dispiacerà uscire. Sarò a tua disposizione tra mezzo minuto." Mrs. Croft uscì, e il capitano Wentworth, avendo sigillato la sua lettera con grande rapidità, era in effetti pronto, e aveva anche un'aria frettolosa, agitata, che mostrava l'impazienza di andarsene. Anne non sapeva come interpretarla. Ricevette un gentilissimo "Buon giorno. Dio vi benedica", da parte del capitano Harville, ma da lui non una parola né uno sguardo. Era uscito senza rivolgerle nemmeno uno sguardo! Ebbe appena il tempo, comunque, per avvicinarsi al tavolino dove lui aveva scritto, quando si sentì un rumore di passi: la porta si aprì; era lui. Chiese scusa, ma aveva dimenticato i guanti, e, attraversando immediatamente la stanza verso lo scrittoio, dando le spalle a Mrs. Musgrove, tirò fuori una lettera dalle carte che vi erano sparse, la mise di fronte a Anne con occhi ardenti e supplichevoli fissi su di lei per un momento, e, raccogliendo frettolosamente i guanti, fu di nuovo fuori della stanza, quasi prima che Mrs. Musgrove si accorgesse che era entrato; fu questione di un istante! Lo sconvolgimento che un solo istante aveva provocato in Anne era quasi inesprimibile. La lettera, con un indirizzo a malapena leggibile, a "Miss A. E.", era evidentemente quella che era stata ripiegata così in fretta. Mentre si supponeva che stesse scrivendo solo al capitano Benwick si stava anche rivolgendo a lei! Dal contenuto di quella lettera dipendeva tutto quello che questo mondo poteva ancora offrirle! Qualsiasi cosa era possibile, qualsiasi cosa poteva essere affrontata tranne l'incertezza. Mrs. Musgrove aveva le sue piccole faccende da sistemare sul proprio tavolo; poteva contare su quella protezione, e, sprofondando nella sedia che era stata occupata da lui, prendendo proprio posto dove lui si era chinato e aveva scritto, i suoi occhi divorarono le seguenti parole:

Persuasione - Jane Austen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora