Anne e Henrietta, trovandosi il giorno dopo a essere le più mattiniere del gruppo, decisero di fare una passeggiata al mare prima di colazione. Andarono in spiaggia, a osservare il flusso della marea, che una fine brezza da sud-est spingeva con tutta la grandiosità consentita da una spiaggia così piatta. Fecero le lodi della mattinata, esaltarono il mare, furono entrambe deliziate dalla frescura delle brezza, e poi rimasero in silenzio, finché Henrietta ricominciò all'improvviso con, "Oh! si, sono del tutto convinta che, con pochissime eccezioni, l'aria marina faccia sempre bene. Non c'è dubbio che abbia giovato moltissimo al dr. Shirley, dopo la sua malattia la primavera dell'anno scorso. Lui stesso ha affermato che venire a Lyme per un mese gli ha fatto più bene di tutte le medicine che ha preso; e che stare vicino al mare l'ha fatto sentire di nuovo giovane. Insomma, non posso fare a meno di pensare che sia un peccato che non viva sempre vicino al mare. Credo che farebbe bene a lasciare definitivamente Uppercross e a stabilirsi a Lyme. Non credi, Anne? Non sei d'accordo con me che è la cosa migliore che potrebbe fare, sia per sé che per Mrs. Shirley? Qui, come sai, lei ha dei cugini, che le renderebbero gradevole il soggiorno, e sono certa che le farebbe piacere stare in un posto dove avrebbe l'assistenza medica a portata di mano, nel caso in cui lui avesse un altro attacco. In effetti, penso che sia molto triste vedere persone eccellenti come il dottore e Mrs. Sherley, che hanno passato tutta la vita a fare del bene, consumare i loro ultimi giorni in un posto come Uppercross, dove, salvo la nostra famiglia, sono isolati dal resto del mondo. Mi auguro che i suoi amici glielo propongano. Credo proprio che dovrebbero. E, quanto a procurarsi una dispensa, alla sua età e con la sua reputazione non ci sarebbe nessuna difficoltà. Il mio solo dubbio è se qualcuno riuscirà a convincerlo a lasciare la parrocchia. È così rigido e scrupoloso; troppo scrupoloso, dovrei dire. Non credi, Anne, che sia troppo scrupoloso? Non credi che si tratti di uno scrupolo di coscienza sbagliato, quando un ecclesiastico sacrifica la sua salute per i suoi doveri, che potrebbero essere benissimo assolti da un'altra persona? E poi, a Lyme, a sole diciassette miglia di distanza, sarebbe vicino a sufficienza per sapere se la gente ha qualcosa di cui lamentarsi."
A Anne venne da sorridere più di una volta durante questo discorso, ed entrò in argomento, pronta a fare del bene immedesimandosi tanto nei sentimenti di una giovane donna quanto in quelli di un giovanotto, anche se in questo caso di trattava di un bene di livello inferiore, perché che cosa avrebbe potuto offrire se non un tacito consenso generico? Sulla faccenda disse tutto quello che vi era di ragionevole e appropriato; accolse come dovuto l'auspicio di far riposare il dr. Shirley; considerò molto opportuno che avesse un qualche giovanotto energico e rispettabile come curato residente, e fu persino gentile a sufficienza da accennare al vantaggio che quel curato residente fosse sposato.
"Mi piacerebbe", disse Henrietta, molto compiaciuta con la sua compagna, "mi piacerebbe che Lady Russell vivesse a Uppercross, e fosse molto amica del dr. Shirley. Ho sempre sentito parlare di Lady Russell come di una donna che ha una grandissima influenza su tutti! L'ho sempre considerata capace di convincere una persona a fare qualsiasi cosa! Ho paura di lei, come ti ho già detto, proprio paura di lei, perché è talmente intelligente; ma per lei provo un rispetto straordinario, e mi piacerebbe avere una vicina del genere a Uppercross." Anne era molto divertita dal modo in cui Henrietta dimostrava la sua gratitudine, e divertita anche dal fatto che il corso degli eventi e i nuovi interessi di Henrietta avessero messo la sua amica in una luce favorevole per chiunque della famiglia Musgrove; tuttavia, ebbe solo il tempo di dare una risposta generica, e di augurarsi che una donna del genere vivesse a Uppercross, prima che tutti quei discorsi venissero troncati dall'apparizione del capitano Wentworth e di Louisa, che stavano venendo verso di loro. Anche loro erano venuti per fare due passi prima che fosse pronta la colazione, ma Louisa, immediatamente dopo, si ricordò di avere qualcosa da procurarsi in un negozio, e li invitò a tornare con lei in città. Erano tutti a sua disposizione. Quando arrivarono ai gradini che salivano dalla spiaggia, un gentiluomo, che in quello stesso momento si preparava a scendere, si fece educatamente indietro, e si fermò per cedere il passo. Salirono e andarono oltre; e mentre passavano, il volto di Anne catturò la sua attenzione, e la osservò con un livello di sincera ammirazione a cui lei non poteva restare insensibile. Lei aveva un aspetto notevolmente attraente, dato che i suoi lineamenti regolari e molto graziosi avevano riacquistato il rigoglio e la freschezza della gioventù a causa di quel delizioso venticello, che aveva accarezzato la sua carnagione e le aveva anche donato uno sguardo più vivace. Era evidente come il gentiluomo (un vero gentiluomo nei modi) l'ammirasse moltissimo. Il capitano Wentworth si girò all'istante verso di lei, in un modo che rese evidente come avesse notato la cosa. Le diede una fuggevole occhiata, un'occhiata intensa, che sembrava dire, "Quell'uomo è rimasto colpito da voi, e anch'io, in questo momento, rivedo qualcosa che somiglia a Anne Elliot."
Dopo aver accompagnato Louise nelle sue faccende, e gironzolato un altro po', tornarono alla locanda, e Anne, nel passare subito dopo dalla sua stanza alla sala da pranzo, quasi si scontrò proprio con lo stesso gentiluomo, che stava uscendo da una camera adiacente. In precedenza, aveva ipotizzato che fosse un forestiero come loro, e concluso che un elegante valletto, che si aggirava vicino alle due locande mentre tornavano, fosse il suo domestico. Il fatto che sia il padrone che il servitore fossero in lutto confermava quell'ipotesi. Ora c'era la prova che alloggiasse nella loro stessa locanda, e questo secondo incontro, pur così breve, dimostrò anche nuovamente, dallo sguardo del gentiluomo, come la ritenesse molto affascinante, e, dalla prontezza e dall'educazione delle sue scuse, che fosse un uomo dalle maniere eccellenti. Sembrava avere circa trent'anni, e, anche se non bello, aveva un personale gradevole. Anne si rese conto che le sarebbe piaciuto sapere chi fosse. Avevano quasi finito di fare colazione, quando il rumore di una carrozza (quasi la prima che avessero sentito da quando erano arrivati a Lyme) portò metà del gruppo alla finestra. "Era la carrozza di un gentiluomo, un calesse, ma stava soltanto venendo dalle scuderie all'ingresso principale. Qualcuno stava partendo. Era guidata da un domestico in lutto." Il termine calesse fece balzare in piedi Charles Musgrove, che voleva paragonarlo al proprio; il domestico in lutto suscitò la curiosità di Anne, e tutti e sei si riunirono a osservare nel momento in cui si poté vedere il proprietario del calesse uscire dalla porta tra gli inchini e gli omaggi del locandiere e prendere posto per partire.
"Ah!" esclamò il capitano Wentworth, immediatamente e con una mezza occhiata a Anne, "è lo stesso uomo che abbiamo incrociato." Le signorine Musgrove assentirono, e dopo che tutti lo ebbero benevolmente seguito il più possibile su per il colle, tornarono al tavolo della colazione. Il cameriere entrò subito dopo nella stanza.
"Per cortesia", disse subito il capitano Wentworth, "potete dirci il nome del gentiluomo che è appena andato via?"
"Sì, signore, un certo Mr. Elliot; un gentiluomo molto ricco, arrivato ieri sera da Sidmouth, credo proprio che avete sentito la carrozza, signore, mentre eravate a pranzo, e ora sta andando a Crewkherne, diretto a Bath e a Londra."
"Elliot!" Molti si erano guardati a vicenda, e molti avevano ripetuto quel nome, prima che finisse quel discorso, anche se il cameriere aveva parlato molto velocemente.
"Santo cielo!" esclamò Mary; "dev'essere nostro cugino; dev'essere il nostro Mr. Elliot, sicuramente! Charles, Anne, non è così? In lutto, come avete visto, proprio come lo è il nostro Mr. Elliot. Che strano! Nella stessa locanda! Anne, non è scuramente il nostro Mr. Elliot? l'erede di mio padre? Per cortesia, signore" (girandosi verso il cameriere) "non avete sentito... il suo domestico non ha detto se era della famiglia di Kellynch?"
"No, signora, non ha parlato di nessuna famiglia in particolare; ma ha detto che il suo padrone era un gentiluomo molto ricco, e un giorno o l'altro diventerà baronetto."
"Ecco" vedete!" esclamò Mary, in estasi, "proprio come avevo detto io! L'erede di Sir Walter Elliot! Ero sicura che sarebbe venuto fuori, se era così. Potete star certi che i suoi domestici si premurano di divulgare questo particolare dovunque vadano. Ma, Anne, solo a pensare com'è straordinaria la cosa! Vorrei averlo osservato di più. Vorrei essermene resa conto in tempo, di chi era, così avrebbe potuto esserci presentato. Che peccato non essersi presentati a vicenda! Non pensi che abbia la fisionomia degli Elliot? L'ho guardato appena, stavo guardando i cavalli; ma credo che abbia qualcosa della fisionomia degli Elliot. Mi chiedo come mai non mi abbia colpito lo stemma! Oh! c'era un mantello appeso allo sportello, che copriva lo stemma, ecco perché; altrimenti sono certa che l'avrei visto, e anche la livrea; se il domestico non fosse stato in lutto lo si sarebbe potuto riconoscere dalla livrea."
"Messe insieme tutte queste straordinarie circostanze", disse il capitano Wentworth, "dobbiamo considerarlo un volere della provvidenza che non siate stata presentata a vostro cugino." Quando riuscì ad attirare l'attenzione di Mary, Anne cercò con calma di convincerla che il padre e Mr. Elliot non erano, da molti anni, in termini tali da rendere desiderabile la possibilità di una presentazione. Nello stesso tempo, tuttavia, fu per lei una soddisfazione segreta aver visto il cugino, e sapere che il futuro proprietario di Kellynch era senza dubbio un gentiluomo, con un'aria assennata. Non avrebbe mai confessato di averlo visto una seconda volta; fortunatamente Mary non aveva fatto molto caso al fatto che loro gli erano passati vicini durante la passeggiata mattutina, ma si sarebbe sentita davvero sminuita sapendo che Anne si era di fatto quasi scontrata con lui nel corridoio, e aveva ricevuto le sue scuse molto educate, mentre lei non gli era mai capitata vicino; no, quel piccolo colloquio tra cugini doveva restare assolutamente un segreto.
"Naturalmente", disse Mary, "parlerai di questo incontro con Mr. Elliot, la prossima volta che scriverai a Bath. Credo che nostro padre lo debba sicuramente sapere; fagli un resoconto completo." Anne evitò una risposta diretta, ma era proprio la circostanza che non considerava per nulla necessario riferire, anzi era una cosa che doveva essere taciuta. Conosceva l'offesa fatta molti anni al padre; sospettava che c'entrasse qualcosa Elizabeth, e che nominare Mr. Elliot facesse sempre irritare entrambi era fuori di dubbio. Mary non scriveva mai a Bath; tutto il peso di tenere una lenta e insoddisfacente corrispondenza con Elizabeth ricadeva su Anne. Non avevano da molto finito di fare colazione, quando furono raggiunti dal capitano Harville, la moglie e il capitano Benwick, con i quali avevano stabilito di fare l'ultima passeggiata a Lyme. Dovevano partire per Uppercross all'una, e nel frattempo sarebbero stati insieme, all'aria aperta, il più possibile. Anne si ritrovò vicina al capitano Benwick, non appena furono tutti in strada. La conversazione della sera precedente non l'aveva scoraggiato dal cercarla di nuovo, e camminarono insieme per un po', chiacchierando come in precedenza di Mr. Scott e di Lord Byron, ancora incapaci, come in precedenza, e incapaci come qualunque altra coppia di lettori, di pensarla esattamente allo stesso modo sui meriti di entrambi, finché qualcosa produsse un quasi generale cambiamento nel gruppo, e invece del capitano Benwick si ritrovò accanto il capitano Harville.
"Miss Elliot", disse lui, parlando a voce piuttosto bassa, "avete fatto un'opera buona facendo parlare così tanto quel povero ragazzo. Vorrei che avesse più spesso una compagnia del genere. È una disgrazia per lui, lo so, starsene rinchiuso; ma che cosa possiamo fare? non possiamo certo separarci."
"No", disse Anne, "questo posso facilmente credere che sia impossibile; ma col tempo, forse... si sa che effetto ha il tempo ogni volta che c'è un dolore, e dovete rammentare, capitano Harville, che il lutto del vostro amico può ancora essere chiamato recente. Solo la scorsa estate, da quanto ho capito."
"Sì, è vero (con un sospiro) solo giugno."
"E lui forse non l'ha saputo molto presto."
"Non fino alla prima settimana di agosto, quando è tornato dal Capo di Buona Speranza, appena promosso nella Grappler. Ero a Plymouth, col terrore di sapere qualcosa di lui; aveva mandato delle lettere, ma la Grappler aveva ordine di andare a Portsmouth. Lì avrebbe saputo la notizia, ma chi glielo avrebbe detto? non io. Avrei preferito farmi impiccare sull'albero maestro. Nessuno poteva farlo, se non quel bravo ragazzo (indicando il capitano Wentworth). La Laconia era arrivata a Plymouth la settimana precedente; nessun pericolo di essere rispedita in mare. Per il resto, si affidò al caso; chiese un licenza per assentarsi, ma, senza attendere risposta, viaggiò notte e giorno fino a Portsmouth, prese subito una scialuppa per la Grappler, e non lascio il poveretto per una settimana; ecco quello che ha fatto, e nessun altro avrebbe potuto salvare il povero James. Potete immaginare, Miss Elliot, quanto ci sia caro!" Anne capì tutto perfettamente, e in risposta disse tutto quello che potevano suggerirle i suoi sentimenti, e quanto quelli di lui sembravano capaci di sopportare, poiché il capitano Harville era troppo commosso per riprendere l'argomento; e quando lui riprese a parlare, fu su qualcosa di totalmente diverso. Dato che Mrs. Harville aveva espresso l'opinione che il marito avrebbe camminato più che abbastanza nel momento in cui avrebbero raggiunto casa loro, tutto il gruppo si avvio nella stessa direzione, in quella che sarebbe stata la loro ultima passeggiata; li avrebbero accompagnati a casa, e poi sarebbero tornati e partiti. Secondo i loro calcoli c'era giusto il tempo per farlo; ma quando si avvicinarono al Cobb, il desiderio generale fu quello di percorrerlo ancora una volta; tutti erano propensi a farlo, e Louisa si mostrò presto talmente determinata che la differenza di un quarto d'ora sembrò non fare alcuna differenza; così, con tutte le cortesie del prendere congedo, e tutti i cortesi scambi di inviti e di promesse che possono immaginarsi, si separarono dagli Harville davanti alla porta, e, accompagnati dal capitano Benwick, che sembrava aggrapparsi a loro fino all'ultimo, proseguirono per dare un addio appropriato al Cobb. Anne si ritrovò di nuovo vicina al capitano Benwick. I "mari azzurro cupo" di Lord Byron non potevano non essere evocati dalla vista che avevano di fronte, e lei fu lieta di concedergli tutta l'attenzione fino a quando le fu possibile farlo. Presto quell'attenzione fu forzatamente attirata in altro modo. C'era troppo vento perché la parte alta del Cobb risultasse gradevole per le signore, e decisero di scendere i gradini che portavano alla parte bassa, e tutti si accontentarono di scendere con calma e attenzione, salvo Louisa; doveva per forza saltarli con l'aiuto del capitano Wentworth. In tutte le loro passeggiate, era sempre saltata giù dalle varie scale; la trovava una sensazione deliziosa. In questo caso, la durezza del selciato rendeva lui più riluttante, ma, comunque, lei lo fece; concluse il salto sana e salva, e immediatamente, per dimostrare la propria gioia, risalì i gradini per saltare di nuovo. Lui le disse di non farlo, perché l'urto sarebbe stato troppo forte; ma tentò invano di farla ragionare, lei sorrise e disse, "Sono decisa a farlo"; lui allungò le braccia; lei si precipitò giù mezzo secondo troppo presto, cadde sul selciato della parte bassa del Cobb e fu risollevata esanime! Non erano visibili né ferite, né sangue, né contusioni; ma aveva gli occhi chiusi, non respirava, il volto era cadaverico. Che orrore in quel momento per tutti quelli che le stavano intorno! Il capitano Wentworth, che l'aveva sollevata, si inginocchiò tenendola tra le braccia, guardandola con un volto pallido quanto quello di lei, in un silenzio angosciato.
"È morta! è morta!" gridò Mary, aggrappandosi al marito, e contribuendo con il suo orrore a farlo restare immobile; e subito dopo Henrietta, colpita dalla stessa convinzione, perse i sensi, e sarebbe caduta sui gradini se non fosse stato per il capitano Benwick e Anne, che l'afferrarono e la sorressero.
"Non c'è nessuno che mi aiuta?" furono le prime parole pronunciate dal capitano Wentworth, in tono disperato, e come se avesse perso tutto il suo vigore.
"Andate da lui, andate da lui!" gridò Anne, "per amor del cielo, andate da lui. Posso sostenerla io. Lasciate me, e andate da lui. Massaggiatele le mani, massaggiatele le tempie; ecco i sali... prendeteli, prendeteli." Il capitano Benwick obbedì; nello stesso istante anche Charles si liberò della moglie, ed entrambi furono con lui; Louisa fu sollevata e sostenuta con maggiore forza tra loro, e fecero tutto quello che aveva suggerito Anne, ma invano; mentre il capitano Wentworth, barcollando verso il muro per sorreggersi, esclamava nella più nera delle angosce, "Oddio! il padre e la madre!"
"Un medico!" disse Anne. Lui colse al volo quella parola; sembrò subito riprendersi, e dicendo soltanto "Giusto, giusto, un medico, all'istante", si stava slanciando via, quando Anne suggerì con fervore, "Il capitano Benwick, non sarebbe meglio mandare il capitano Benwick? Lui sa dove trovare un medico." Tutti quelli ancora capaci di riflettere capirono il vantaggio di quell'idea, e in un istante (tutto avvenne rapidamente) il capitano Benwick lasciò il povero corpo esanime alle cure esclusive del fratello e andò verso l'abitato con la massima rapidità. Quanto alla disgraziata compagnia rimasta, non si sarebbe potuto dire chi, dei tre che riuscivano comunque a ragionare, stesse soffrendo di più, il capitano Wentworth, Anne o Charles, che, un fratello davvero affezionato, era chinato su Louisa gemendo di dolore, ed era solo in grado di distogliere gli occhi da una sorella per vedere l'altra svenuta, o per osservare l'agitazione isterica della moglie, che gli chiedeva un aiuto che lui non poteva darle. Anne, occupandosi di Henrietta con tutto lo zelo, l'energia e la ragione forniti dal suo istinto, cercava comunque, a intervalli, di dare conforto agli altri, cercava di far calmare Mary, di rianimare Charles, di lenire l'ansia del capitano Wentworth. Tutti sembravano guardare a lei per avere istruzioni.
"Anne, Anne", esclamò Charles, "Che cosa facciamo ora? Per l'amor del cielo, che cosa facciamo ora?" Anche gli occhi del capitano Wentworth erano rivolti verso di lei.
"Non sarebbe meglio portarla alla locanda? Sì, certo, portatela con delicatezza alla locanda."
"Sì, sì, alla locanda", ripeté il capitano Wentworth, relativamente ricomposto, e ansioso di fare qualcosa.
"La porterò io stesso. Musgrove, prendetevi cura delle altre." Ormai la notizia dell'incidente si era sparsa tra i lavoranti e i marinai intorno al Cobb, e molti si erano radunati vicino a loro, per rendersi utili se ce ne fosse stato bisogno, e a ogni modo per godersi la vista di una giovane donna morta, anzi, due giovani donne, cosa che si dimostrava doppiamente interessante rispetto alle prime voci. Henrietta fu affidata a chi, di quella buona gente, sembrava più ben messo, poiché, sebbene parzialmente ripresasi, era praticamente disperata; in questo modo, Anne camminandole a fianco, e Charles occupato con la moglie, si avviarono, rifacendo a ritroso, con un'emozione inesprimibile, il tragitto che così di recente, così tanto di recente, e con animo leggero, avevano percorso. Non erano ancora oltre il Cobb, quando si imbatterono negli Harville. Avevano visto il capitano Benwick correre a precipizio accanto a casa loro, con un'espressione che non faceva presagire nulla di buono, erano usciti immediatamente ed erano stati informati e indirizzati sul luogo. Per quanto scosso, il capitano Harville aveva buonsenso e nervi saldi abbastanza per poter essere subito utile; e con uno sguardo, lui e la moglie decisero il da farsi. Louisa doveva essere portata a casa loro, tutti dovevano andare a casa loro, e lì aspettare l'arrivo del medico. Non vollero ascoltare ragioni; il capitano fu obbedito; si ritrovarono tutti sotto il suo tetto; e mentre Louisa, dietro istruzioni di Mrs. Harville, veniva portata di sopra, e prendeva possesso del suo letto, il marito fornì assistenza, ristoro e qualche cordiale a tutti quelli che ne avevano bisogno. Louisa aveva aperto gli occhi una volta, ma li aveva subito richiusi, senza sembrare cosciente. Era stato tuttavia un segno di vita, confortante per la sorella; e l'agitato alternarsi di paura e speranza impedirono a Henrietta, sebbene del tutto incapace di restare nella stessa stanza con Louisa, di svenire nuovamente. Anche Mary si stava calmando. Il medico fu da loro quasi in anticipo rispetto a quanto era sembrato possibile. Erano preda dell'orrore mentre la esaminava, ma lui non disperava. La testa presentava una grave contusione, ma lui aveva visto guarire ferite peggiori; non disperava affatto e ne parlava con tono disteso. Che non lo ritenesse un caso disperato, che non avesse detto che mancavano poche ore alla fine, fu dapprima avvertito come qualcosa che andava al di là delle speranze della maggior parte di loro, e può essere immaginata l'estasi per quel sollievo, la gioia, profonda e silenziosa, dopo aver innalzato al cielo qualche esclamazione di gratitudine. Il tono, lo sguardo con il quale il capitano Wentworth pronunciò "Grazie a Dio!", Anne era certa che non l'avrebbe mai dimenticato; e nemmeno il sospiro che seguì, quando si sedette accanto al tavolo, appoggiandosi a esso con le braccia ripiegate e il volto nascosto, come se si sentisse sopraffatto dalle tante emozioni che provava, e cercasse di mitigarle con la preghiera e la riflessione. Braccia e gambe di Louisa erano intatte. Non c'era nessuna ferita se non alla testa. Ora per la comitiva diventava necessario riflettere su ciò che fosse meglio fare riguardo alla situazione generale. Ormai erano in grado di rivolgersi l'uno all'altro e di consultarsi. Che Louisa dovesse rimanere dov'era, per quanto i suoi amici potessero essere dispiaciuti nel dare agli Harville un disturbo del genere, non c'era alcun dubbio. Spostarla era impossibile. Gli Harville misero a tacere tutti gli scrupoli, e, per quanto possibile, tutta la gratitudine. Avevano previsto e stabilito tutto prima che gli altri cominciassero a riflettere. Il capitano Benwick avrebbe ceduto a loro la sua stanza, e cercato un letto altrove, e così l'intera questione era sistemata. Erano solo preoccupati dal fatto che la casa non potesse accogliere nessun altro; per quanto, forse, "mettendo i bambini nella stanza della domestica, o portando un lettino da qualche parte", non potevano certo ritenere che non ci fosse spazio per altre due o tre persone, nell'ipotesi che volessero restare, anche se, a proposito dell'assistenza a Miss Musgrove, non ci si doveva minimamente preoccupare di lasciarla interamente nelle mani di Mrs. Harville. Mrs. Harville era un'infermiera molto esperta, e la bambinaia, che da tempo viveva con lei, e con lei si era trasferita dappertutto, lo era altrettanto. Tra loro due, non c'era bisogno di altra assistenza sia di giorno che di notte. E tutto questo fu detto con un tono che dimostrava un'irresistibile verità e sincerità di sentimenti. Charles, Henrietta e il capitano Wentworth erano i tre che si stavano consultando, e per un po' ci furono solo scambi perplessi e sgomenti.
"Uppercross... la necessità che qualcuno andasse a Uppercross... la notizia da riferire... come comunicarla a Mr. e Mrs. Musgrove... l'ora già tarda... un'ora già trascorsa da quando avrebbero dovuto partire... l'impossibilità di arrivare in un orario accettabile." All'inizio, non furono capaci di altro che di pronunciare frasi del genere, ma, dopo un po', il capitano Wentworth, facendo uno sforzo su se stesso, disse, "Dobbiamo decidere, e senza perdere un altro minuto. Ogni minuto è prezioso. Qualcuno deve decidersi a partire immediatamente per Uppercross. Musgrove, o voi o io dobbiamo andare." Charles fu d'accordo, ma si mostrò deciso a non andare via. Avrebbe arrecato il minimo disturbo possibile al capitano Harville e alla moglie, ma quanto a lasciare la sorella in uno stato del genere, non doveva, non voleva. Così fu deciso, e dapprima Henrietta aveva detto la stessa cosa. Tuttavia, fu presto persuasa a cambiare parere. L'utilità della sua presenza! Lei, che non era stata nemmeno capace di restare nella stanza di Louisa, o di guardarla, senza un'angoscia che la rendeva peggio che disperata! Fu costretta a riconoscere che non sarebbe stata in grado di fare nulla di buono; ma era ancora riluttante ad andarsene, fino a quando, turbata al pensiero del padre e della madre, rinunciò a insistere; acconsentì, era ansiosa di essere a casa. Il piano era arrivato a questo punto, quando Anne, scendendo con calma dalla stanza di Louisa, poté sentire quello che seguì, poiché la porta del salotto era aperta.
"Allora è deciso, Musgrove", esclamò il capitano Wentworth, "che voi resterete, e che io mi prenderò cura di portare vostra sorella a casa. Ma, quanto al resto, quanto alle altre... se una rimane ad aiutare Mrs. Harville, credo che sia sufficiente. Mrs. Charles Musgrove, naturalmente, avrà il desiderio di tornare dai suoi bambini, ma, se Anne resterà, nessuno sarà più adatto, più capace di Anne!" Lei si fermò per un istante, per riprendersi dall'emozione di sentir parlare così di se stessa. Gli altri due approvarono con calore ciò che aveva detto, e quindi apparve Anne.
"Resterete, ne sono certo; resterete e l'assisterete", esclamò il capitano Wentworth, girandosi verso di lei e parlando con un ardore, ma anche con una dolcezza, che sembrò quasi far rivivere il passato. Lei arrossì intensamente, e lui si ricompose e si allontanò. Anne si dichiarò dispostissima, pronta, felice di restare.
"Era quello a cui aveva pensato, e desiderato che le fosse concesso fare. Un giaciglio sul pavimento nella stanza di Louisa le sarebbe bastato, se Mrs. Harville era d'accordo." Ancora una cosa, e tutto sembrò sistemato. Anche se era preferibile avvertire Mr. e Mrs. Musgrove che ci sarebbe stato un certo ritardo, il tempo che ci sarebbe voluto per riportare indietro i cavalli di Uppercross avrebbe provocato una terribile dilatazione dell'incertezza, e il capitano Wentworth propose, e Charles Musgrove approvò, che sarebbe stato meglio per lui prendere una carrozza della locanda e lasciare che la carrozza e i cavalli di Mr. Musgrove fossero mandati a casa il mattino dopo di buonora, con l'ulteriore vantaggio di mandare un resoconto della notte passata da Louisa. Il capitano Wentworth si affrettò quindi ad andare, per accertarsi che tutto quanto dipendeva da lui fosse pronto, per essere subito dopo seguito dalle due signore. Quando il piano fu reso noto a Mary, però, finì la pace. Si dimostrò così contrariata, e così veemente, si lamentò così tanto dell'ingiustizia di essere stata destinata ad andarsene, invece di Anne; Anne, che non era nulla per Louisa, mentre lei era la cognata, e aveva il diritto maggiore di restare al posto di Henrietta! Perché non era ritenuta utile quanto Anne? E poi, andare a casa senza Charles, senza il marito! No, era troppo crudele. E, in breve, disse più di quanto il marito potesse a lungo contrastare, e dato che nessuno degli altri poteva opporsi dopo che lui aveva ceduto, non ci fu nulla da fare: lo scambio tra Mary e Anne fu inevitabile. Anne non si era mai sottomessa con più riluttanza alla gelosia e alle sconsiderate rivendicazioni di Mary; ma così doveva essere, e si avviarono alla locanda, con Charles che si prendeva cura della sorella, e il capitano Benwick che accompagnava lei. Anne, mentre si affrettavano, si concesse il fuggevole ricordo dei piccoli avvenimenti dei quali lo stesso luogo era stato testimone il mattino presto. Lì aveva ascoltato i progetti di Henrietta sull'abbandono di Uppercross da parte del dr. Shirley; più in là, aveva visto per la prima volta Mr. Elliot; un istante sembrava tutto quello che potesse ormai concedere a chiunque non fosse Louisa, o che non fosse coinvolto nel suo benessere. Il capitano Benwick fu pieno di premure con lei, e, uniti come sembravano tutti dalle angosce di quella giornata, avvertì una crescente benevolenza verso di lui, e un piacere persino nel pensare che, forse, potesse essere un'occasione per continuare la loro conoscenza. Il capitano Wentworth li stava aspettando, ed era pronto un tiro a quattro, fermo a loro disposizione nella parte bassa della strada; ma la sua evidente sorpresa e irritazione, per la sostituzione di una sorella con l'altra, il cambiamento nell'espressione, lo sbalordimento, le frasi cominciate e represse con le quali Charles fu ascoltato, non poterono non mortificare Anne, o almeno convincerla di essere apprezzata solo in quanto utile a Louisa. Si sforzò di dominarsi, e di essere giusta. Senza emulare i sentimenti di una Emma nei confronti del suo Henry, lei avrebbe assistito Louisa con uno zelo superiore al comune, per amore di lui; e sperava che non sarebbe stato a lungo così ingiusto da supporre che lei si fosse sottratta ai doveri di un'amica senza esserne stata costretta. Nel frattempo, era salita in carrozza. Lui le aveva aiutate entrambe, e si era messo in mezzo a loro; e in questo modo, in queste circostanze, piene di sorprese ed emozioni, Anne lasciò Lyme. Come sarebbe andata nel lungo tragitto, come avrebbe influito sul loro modo di comportarsi, che genere di rapporti ci sarebbero stati, non riusciva a prevederlo. Tuttavia, tutto si svolse in modo perfettamente naturale. Lui si dedicò a Henrietta, si rivolse sempre a lei, e quando diceva qualche parola, era sempre allo scopo di incitarla a sperare e di risollevarne lo spirito. In generale, voce e modi erano deliberatamente tranquilli. Il fine principale sembrava quello di evitare ogni agitazione a Henrietta. Solo una volta, quando lei si stava affliggendo per quell'ultima insensata e sfortunata passeggiata sul Cobb, lamentando amaramente che si fosse deciso di farla, lui proruppe, come se si sentisse sopraffatto, "Non parlatene, non parlatene", esclamò.
"Oh, Dio! se non l'avessi assecondata in quel momento fatale! Se avessi fatto quello che dovevo! Ma era così ardente e risoluta! Cara, dolce Louisa!" Anne si chiese se non gli fosse venuto in mente di mettere in dubbio la giustezza delle sue precedenti opinioni sulla felicità e sui vantaggi universali della fermezza di carattere; e se non l'avesse colpito il fatto che, così come tutte le qualità della mente, anche questa avrebbe dovuto avere proporzioni e limiti. Riteneva fosse difficile per lui non pensare che un temperamento cedevole possa essere talvolta tanto favorevole alla felicità quanto un carattere molto risoluto. Viaggiarono spediti. Anne si stupì nel riconoscere così presto colline e paesaggi familiari. La concreta velocità, incrementata dal terrore per la conclusione, fece sì che la strada sembrasse solo la metà del giorno precedente. Tuttavia, stava diventando buio prima che fossero nei dintorni di Uppercross, e tra loro c'era stato per un po' un silenzio totale; Henrietta era appoggiata in un angolo, con uno scialle sul volto, facendo sperare che si fosse addormentata a forza di piangere, quando, una volta superata l'ultima collina, Anne si ritrovò all'improvviso a essere interpellata dal capitano Wentworth. Con voce bassa e circospetta, lui disse, "Sto riflettendo su che cosa sarebbe meglio fare. Dapprima lei non dovrebbe farsi vedere. Non ce la farebbe. Stavo pensando se non sarebbe meglio che voi rimaneste in carrozza con lei, mentre io vado a dare la notizia a Mr. e Mrs. Musgrove. Pensate che sia una buona idea?" Lei disse di sì; lui fu soddisfatto, e non disse altro. Ma il ricordo della domanda le faceva piacere, come un segno di amicizia, e di rispetto per il suo giudizio, un grande piacere; e quando la sentì come una sorta si segno di addio, il valore non diminuì.
Una volta fatta la dolorosa comunicazione a Uppercross, e accertato che il padre e la madre si fossero calmati per quanto possibile e che la figlia sembrava sollevata nel ritrovarsi con loro, lui annunciò la sua intenzione di tornare a Lyme con la stessa carrozza; e una volta rifocillati i cavalli, partì.
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Persuasione - Jane Austen
Chick-Lit"In gioventù era stata costretta alla prudenza, da adulta aveva imparato ad amare con passione; la naturale conseguenza di un inizio innaturale"