I'm a pilot

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È domenica. Jane e Ashley sono in chiesa. Io no. Ho perso la mia fede 10 anni fa. Me ne sto qui a fissare i fogli del mio piano omicida, analizzandone ogni minima parte come se, da ieri ad oggi, fosse cambiata qualcosa. È il giorno del Ringraziamento. Stasera si festeggia! A proposito di feste, fra qualche giorno è il compleanno di Ashley. Dovrei preparare festa e tutto per Ashley ma non ho proprio idea su cosa regalarle. Qualcosa mi inventerò. Che ore sono? Wow! 11:15. Fra poco saranno di ritorno. Meglio che dia una sistemata in casa e che inizi a cucinare.

"Jake! Le tue patate dolci con marshmallows sono la fine del mondo!" - Jane apprezza; effettivamente come cuoco sono un portento; mi pavoneggio mentalmente.
"Jamie! Potresti mangiare senza produrre suoni che richiamino il verso di una gallina in calore? Grazie!" - sgrido Jamie perché amo il fatto che pranzi da noi ma amo molto meno il fatto che faccia piovere patate sulla mia faccia. Eh che schifo!
"Scusa fratello!" - bofonchia a bocca piena mentre Ashley ride e, come al solito, strappa un sorriso anche a me.

Sono le 14. E il riposino dopo un'abbuffata come quella è d'obbligo. Il sonno, però, non mi raggiunge. Sono troppo impegnato, guardando il soffitto, a pensare e capire come Ash abbia superato tutto quello che le è accaduto così velocemente. Forse è solo brava ad incassare colpi. Gesù.. È incredibile. E va bene. Ognuno ha i propri punti di forza e il mio è la tattica mista all'investigazione. Torno a fissare quei fogli. Ti troverò figlio di puttana!

"Ahi!" - salto giù dal letto e corro in cucina; che cosa è stato?
"Jane! Fa vedere!" - dopo un po' arriva anche Ash; brutto taglio. Il pollice è praticamente sbucciato.
"Ti porto in ospedale.. Ci vorranno dei punti.." - prendo uno spago e lo avvolgo intorno al dito per far diminuire l'afflusso di sangue e per tenere unita la pelle al dito; Ashley corre in bagno.. brutto spettacolo dopo i marshmallows.
"Jake.. mi gira la testa.."
"È il calo di zuccheri Jane. Tranquilla, non è niente.."
"Andiamo!" - grida Ashley con le chiavi in mano; non se ne parla -
"Oh no! Tu hai lavorato tutto ieri e pure sta mattina. Sei andata a messa e non ti sei riposata.. Tu rimani qui. Dormendo. Profondamente." - so essere convincente, potete credermi; tenta di replicare ma la fisso col mio sguardo che più fermo e deciso non si può e se ne va in camera sua alzando le braccia in segno di resa.

"Signor Gallagher, sua sorella ha alzato l'epidermide del pollice. Da lì non passano nervi quindi noi potremmo ricucire il pollice ma non possiamo assicurare che il flusso sanguigno ritorni e che, quindi, la pelle ritorni ad essere un tutt'uno col dito. Fra sette giorni o si riattacherà o seccherà. La pelle secca la lasceremo attaccata al dito in modo tale che funga come protezione per la carne finché la nuova pelle non crescerà. Nel peggiore dei casi, infezioni o robe così, ricorreremo alla chirurgia plastica. Le abbiamo messo 12 punti. Fra sette giorni la porti dal medico curante e veda come sta la situazione." - esiste un motivo valido per cui non dovrei vomitare marshmallows e patate dolci in faccia a questo tizio? Cristo che schifo!
"La ringrazio dottore" - gli stringo la mano.

Siamo in macchina. Ho appena finito di spiegare tutto a Jane che, devo dire, sopporta il dolore in modo eccelso. Rimane il fatto, però, che per un pò di tempo dovrà far finta di avere una sola mano per non fottersi completamente il dito.

"Voi di casa!" - urla Jane -
"Non urlare! Starà dormendo!" - sibilo sotto voce; ogni volta Jane!
"Scusa" - sibila anche lei.
Sento qualcuno che corre.
"JANE! OH MIO DIO! COME STAI?!" - Ashley abbraccia Jane come se fosse tornata dalla guerra; indossa una t-shirt e le mutandine; guardo in aria imbarazzato e anche un pò eccitato, a dirla tutta. Abbasso lo sguardo ad altezza uomo per andarmene in camera e noto che Ashley mi guarda con una faccia strana. Ipnotizzata ma non quell'ipnosi di quando guardi qualcosa di bello, no. Sembra più che stia guardando.. non lo so. Come se sapesse qualcosa ma non so che cosa. Aspettate.. No.. Non può essere. La mia stanza è sempre chiusa a chiave. Non può aver trovato i fogli del piano. Forse l'ospedale, il sangue sulla mia maglietta le hanno riportato alla mente quella sera.
"Ashley, tutto bene?" - la scruto -
"Ehm.. Si.. Si.. Benissimo" - allontana lo sguardo.. sembra a disagio.. Non riesco a capire. Le donne di questa casa mi faranno impazzire. Me ne vado in camera. Controllo la porta. Si. È chiusa.

JAKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora