Un nuovo impero

104 10 9
                                    

La mia passione sfegatata per i computer sfociò con YouTube. Me ne innamorai quell'estate. Decisi di aprire un canale, in cui poter mostrare le mie doti musicali e crearmi un pubblico. In quegli anni YouTube non era una fonte di guadagno come oggi, si facevano video solo per divertimento. Forse quel divertimento che mi mancava, quella partita a calcio non giocata o quell'uscita al centro ricreativo non fatta. Pubblicai il primo video. Talmente imbarazzante che lo cancellai poco dopo. E restai fermo per qualche mese, in cerca di idee.
...
Era ora. Pronto per affrontare il mio primo giorno delle scuole medie. Erano facili da raggiungere a piedi in quanto molto vicine a casa. Ero io e loro. Le mie amiche delle scuole elementari. Una gioia. Di certo avrei preferito avere anche qualche maschio della vecchia scuola, ma non mi lamentai affatto. Giorno dopo giorno, mentre loro facevano nuove amicizie femminili, le facevo anche io. Era un grande gruppo di circa otto ragazze e io. Per carità, col tempo mi integrai anche con qualche maschio, ma la netta distinzione di categorie era sovrastante e non mi ci trovavo bene: una parte di ragazzi molto seri, attenti, bravi a scuola, quelli tipicamente chiamati "sfigati"; una parte di ragazzi che sembravano appena usciti dal carcere tanto che erano disgraziati. Non sapevo da che parte schierarmi e rimasi col mio gruppetto di ragazze. Fu un inferno. Per tutti i tre anni di scuola fui tartassato da quella parte di classe, e anche da altra gente in quella scuola, con una sola parola. FROCIO. Un ragazzo a cui non piace il calcio e che non fraternizza con delle persone ignoranti come loro era, ed è ancora oggi, definito frocio.
Ero qualcuno per gli altri, ma non sapevo personalmente chi ero per me stesso.

Sempre affranto, stanco di quegli insulti, spesso arrivavo a casa e scaricavo la rabbia su mia madre rispondendole male a un semplice "come è andata oggi?", ma oggi era andato come ieri, e come l'altro ieri, e come sarebbe stato domani

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sempre affranto, stanco di quegli insulti, spesso arrivavo a casa e scaricavo la rabbia su mia madre rispondendole male a un semplice "come è andata oggi?", ma oggi era andato come ieri, e come l'altro ieri, e come sarebbe stato domani. Fino a quando la resi partecipe di quello che mi stava accadendo. La implorai di non prendere alcun tipo di provvedimento, solo le chiesi di essere comprensiva del mio comportamento. E più passavano i giorni, più mi rinchiudevo in me stesso. E più mi richiudevo in me stesso e più mi avvicinai alla pornografia. Beh, a quell'età è anche normale, no? C'era qualcosa, ma pensavo fosse solo la pubertà, forse mi stavo convincendo di qualcosa di cui mi sarei pentito, di qualcosa di passeggero, di qualcuno che non ero. Non gli diedi importanza e continuai normalmente la mia vita.(...)

Simply myself and I. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora