32 minuti

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26/settembre/1998 -19:48                                                                                                           -Londra  

Martens era uno psicologo.
Recentemente si stava occupando di un ragazzo, Jake Holliver, uno dei rari casi di malformazione fisica. Il ragazzo è nato senza braccia.
Come mi diceva il dottor Martens, Jake è orfano di padre, morto poco dopo la nascita del ragazzo, suicidandosi.
Tutt’oggi Jake vive con sua madre, in un paesino non lontano dal centro. Frequenta il liceo, ma non ha molti amici… O almeno ne aveva, una volta…

20 minuti fa, poco dopo l’ultima seduta, il dottore mi chiamò raccontandomi ciò che Elizabeth gli aveva detto poco prima, qualcosa di strano… O insolito.

Jake ha un hobby: ogni giorno, dopo la scuola, è solito guardarsi allo specchio. Dalle parole di sua madre, Jake guardava la parte media dello specchio, ai lati di dove rifletteva il bacino. Stava lì immobile, senza distogliere lo sguardo né chiudere gli occhi, fisso in quella posizione per 32 minuti precisi. A volte succedeva anche che, inspiegabilmente, gli sanguinassero gli occhi.

Alla fine di quest’ultima seduta, Jake consigliò a Martens di dimenticare assolutamente ciò che gli aveva detto Elizabeth, altrimenti sarebbe successo qualcosa di "brutto”.

Queste furono le ultime parole che sentii dire dal dottore, prima della sua morte, precisamente 32 minuti dopo la fine della seduta: Martens si è suicidato, almeno così è stato detto dalla polizia. Io lo conoscevo molto bene, non aveva alcun motivo per graffiarsi la gola. Non sono state trovate impronte, neanche un indizio che ci avrebbe portato all’omicida, quindi non può essere stato ucciso…

I 32 minuti sono passati, Elizabeth deve pulire le ditate dallo specchio…
Jake…
I suoi…
Occhi…




Stanno sanguinando...

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