La cosa che ti ucciderà

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Sono cresciuto in una piccola città nel Vermont. Piccola in termini di popolazione, poiché conta fattorie molte estese e numerose aree boschive, ma pochissime persone la abitano. Più mucche che persone, ed è uno standard per molte piccole città nel Vermont. Chiaramente non il posto più divertente al mondo per un ragazzo di 12 anni.

La mia unica vera amica era Tina, che era di un anno più grande di me. Abbiamo speso la maggior parte del nostro tempo insieme, sempre pensando ad una vita fuori dal Vermont. Le persone nella nostra città erano veramente strane. Una cosa che non sono riuscito a capire delle piccole città quando sono arrivato qui è come le persone possano essere così tanto superstiziose. Credono nelle vecchie leggende e nel paranormale. Credono in Luvia.

Luvia era una vecchia signora francese-canadese che era venuta ad abitare nel Vermont quando incontrò suo marito. Tutti in città pensavano fosse chiaroveggente. Un giorno mia madre perse il suo anello di nozze. Lo cercò dappertutto ma non lo trovò da nessuna parte. Chiamò Luvia che immediatamente le disse che si trovava "sotto il vecchio legno marcio". Mia madre allora ispezionò tutta la casa in cerca di quel vecchio legno marcio e quando guardò in giardino lo trovò, sotto un pezzo di legno del vecchio pianoforte di mio padre.

Dopo aver sentito molte informazioni su Luvia da concittadini più anziani, i quali credevano che quel che avesse predetto fosse accaduto davvero, Tina ed io decidemmo di andarla a trovare una sera, per avere informazioni sul nostro futuro. Ero scettico, ma lo presi come un gioco.

Così ci incamminammo verso la sua casa in tardo pomeriggio e non appena giungemmo alla porta d'ingresso la vecchia ci aprì, senza darci neanche la possibilità di bussare. Tina mi diede una gomitata nelle costole e sussurrò che la vecchia avrebbe potuto essere veramente una veggente, dato che ci aveva aperto la porta senza che noi bussassimo, ma la casa aveva molte finestre così le spiegai che avrebbe potuto vederci arrivare. Comunque fosse andata, iniziai a sentire una strana sensazione quando aprì. Era un signora molto molto vecchia, bassa, con occhi incavati, completamente ossuta, pallida in viso ed aveva un'aria molto sinistra. Ma ci sorrise e si comportò dolcemente con noi. Niente di lei o della sua casa mi spaventarono. Era solo una signora vestita da casalinga che abitava una casa ancora più strana di quanto potesse sembrare lei.

Gli dicemmo che eravamo interessati alla "lettura del futuro", così lei ci fece accomodare in cucina e si fece pagare venti dollari. Dopo ciò si sedette di fronte a Tina e le chiese: "Da cosa vuoi iniziare?"

"Cosa mi puoi dire sulla mia vita sentimentale?"chiese Tina.

Luvia non aveva una sfera di cristallo, e neanche tarocchi. Le bastò solo chiudere gli occhi e dopo qualche minuto d'attesa prese un respiro profondo e disse "Michael Carten".

Tina la fissò per qualche secondo finché Luvia ripetè: "Michael Carten, l'uomo con cui ti sposerai. Michael Carten."

Tina la ringraziò e ripetè quel nome più volte. Michael Carten. Michael Carten. Michael Carten. Dopo fu il mio turno.

"Dimmi qualcosa che riguardi il mio futuro, la mia vita sentimentale o qualsiasi altra cosa" dissi io.

Luvia chiuse gli occhi per qualche secondo, ma le informazioni su di me sembrarono arrivare molto prima di quelle di Tina. Luvia mi guardò dritto negli occhi, prese le mie mani e disse:

"La cosa che ti ucciderà sta mutando la sua pelle"

"La cosa che ti ucciderà sta affilando i denti"

"La cosa che ti ucciderà sta lavando il sangue dai suoi artigli"

"La cosa che ti ucciderà sta raccogliendo delle pelli"

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