Capitolo 1

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L'ospedale psichiatrico di Redville non assomiglia affatto ad un manicomio.
Anzi, a quanto dice il volantino che mi hanno dato, ci sono aree di svago, una piscina, tavolini all'aperto e le celle assomigliano a camere d'albergo.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più inquietante da un manicomio. La struttura da fuori assomiglia in tutto e per tutto ad un edificio moderno.
Se non fosse per le scritte sopra la porta d'ingresso ed il cancello che indicano che è un ospedale psichiatrico, sembrerebbe un normale condominio.
All'entrata c'è una donna che mi fissa. Porta uno strano vestito rosa con un motivo a fiori e sulla testa ha un enorme fiore dorato.
Varco il cancello e imbocco il vialetto per arrivare la porta. devo camminare lentamente perché la mia stupida valigia è troppo pesante e i ciottoli del terreno non mi aiutano.
-Salve. Lei deve essere la dottoressa Jill Nerev è esatto?-chiede la donna.
-Sì, sono io.-rispondo.
-Il mio nome è Karen Redet e sono la direttrice di questo istituto. Spero si troverà bene a lavorare qui.-dice.
La seguo attraverso la maestosa hall dove il pavimento e il bancone sono in marmo.
Karen va dietro il bancone e prende un mazzo di chiavi.
-Ora ti mostrerò la tua stanza dove potrai riposarti per un paio d'ore.-dice mentre controlla l'orologio.-Visto che ora sono le quattro esattamente alle sei ti chiedo cortesemente di farti trovare davanti alla porta della tua stanza.
Dalla hall saliamo una maestosa scalinata, sempre di marmo, illuminata dalla luce del sole che viene dalle enormi finestre.
Andiamo verso destra, dove, in cima alle scale, si trova un lungo corridoio privo di finestre e di porte. Lo attraversiamo e poi saliamo un altra rampa di scale e procediamo a destra.
C'è un piccolo spiazzo prima di un corridoio con circa una decina di porte. Karen mi conduce alla prima porta a sinistra.
Arrivo molto dopo Karen a causa della mia pesante valigia che ho dovuto trascinare su per le scale.
Lei mi aspetta davanti alla porta facendo tintinnare lievemente la chiave contro il portachiavi a forma di fiore.
-Eccoci.-dice facendo scattare la serratura
Mi fa entrare restando fuori e mi lascia la chiave.
-Ricorda alle sei qui davanti.
Annuisco e poi chiudo la porta. La stanza è abbastanza grande. Ci sono una scrivania, un letto, un armadio, dei cassetti, uno schedario e una piccola libreria.
Ci sono anche il bagno dietro una porta di legno decorata e una macchinetta per il caffè.
Sul soffitto è scritta una frase, con un carattere corsivo pieno di riccioli:
Le persone pazze possiedono l'intelligenza e la memoria ma la loro mente distorce le informazioni che riceve. Perciò una volta che la persona pazza ha parlato, analizza e concentrati sulla spiegazione logica che potrebbe aiutarti a capire come si sono in realtà svolti i fatti.
Karen Redet
Mi viene da leggerlo con la voce di Karen.
A parte questo inquietante particolare mi sembra tutto normale.
Vado in bagno e mi faccio una doccia. Ho viaggiato per ore in aereo e poi un lungo viaggio tra taxi e auto a noleggio.
Sono esausta. Spero solo di non dover iniziare oggi a lavorare.
Un po' prima delle sei esco dalla stanza mettendo le chiavi e il cellulare in tasca.
-Ciao!-dice una voce alla mia sinistra. Dalla porta vicino alla mia è uscita una ragazza che porta un camice da infermiera e mi sorride.
-Ciao.-dico.
-Come ti chiami? Io sono Amy Walkes.-risponde tutta sorridente.
-Jill.
-Tanto piacere. Sei la nuova dottoressa vero? Allora tra un po' Karen tu presenterà a tutto lo staff. Scusa... devo andare.-dice Amy correndo giù per le scale.
Qualche minuto dopo, alle sei precise si presenta Karen che dice:
-Seguimi. Ti mostro la struttura.
Ritorniamo alla hall e andiamo verso una porta scorrevole a vetri.
Karen fa girare la chiave nella serratura, apre e mi invita a seguirla. Richiude la porta con la chiave.
C'è un'altra porta scorrevole a vetri chiusa a chiave e, una volta superata quella, c'è un'altra porta uguale che dà sull'esterno.
Fuori ci sono molti tavolini dove sono sedute le persone più disparate.
-Perché tutte queste porte di vetro?
-Servono per non permettere ai pazienti di fuggire in caso gli venisse in mente di farlo. Anche se di solito nessuno prova a fuggire. Qui si vive bene.
-Ma le porte potrebbero essere rotte con qualsiasi cosa. Sono di vetro.
-Già ma ci sono quattro strati di vetro antiproiettile in ogni porta. in effetti mi sono costate una cifra spropositata ma almeno sia io sia i parenti dei pazienti siamo più tranquilli. Per quanto riguarda le chiavi delle due porte le hanno solo i membri dello staff. Te ne farò avere delle copie appena finito il periodo di prova.
-Il periodo di prova?-chiedo.
-Sì. Faccio un periodo di prova per tutti coloro che lavorano qui. Anche se ufficialmente sei già assunta voglio vedere se ci si può fidare.
-Capisco. ma stia tranquilla. Non la deluderò.
-Comunque... i tavoli lì fuori servono sia per servire il cibo ai pazienti e per i momenti di svago. A volte, quando tutti i pazienti dormono ci facciamo le riunioni dello staff.
Invece di uscire imbocchiamo un corridoio parallelo alla porta scorrevole.
-Qui come vedi ci sono diverse sale in cui i pazienti possono passare il tempo in svariati modi: dipingere, ascoltare musica, vedere la tv, giocare ai giochi da tavolo. Il tutto sempre controllato da almeno tre guardie in ogni stanza e telecamere di sicurezza che sono posizionate in tutto l'istituto.
Annuisco. Mi fa un po'paura il fatto di essere sempre controllata, ma dopotutto siamo in un manicomio.
In effetti ci sono tantissime sale e le persone sono divise tra tutte quante.
-Ovviamente, se lo desiderano, i pazienti possono rimanere nelle loro celle ma di solito nessuno ci resta.-aggiunge Karen.
-E perché?-chiedo.
-Perché chi non fa le attività con gli altri non riceve il dolce. E devo dire che, soprattutto il budino al cioccolato, qui è squisito.
Proseguiamo per il corridoio finché non arriviamo ad un bivio. Karen va verso sinistra. A destra noto un altro corridoio chiuso da una porta blindata di quelle che si vedono nei film nei caveau delle banche.
Intanto Karen ha imboccato il corridoia di sinistra e la seguo velocemente per evitare di perdermi la spiegazione.
-Qui invece ci sono le sale di consulto. Si parla con i pazienti e si tenta di capire quale è il loro problema parlando con loro. In più in questo corridoio c'è una sala riunioni e la sala da pranzo in cui i pazienti mangiano quando è brutto tempo.
Torniamo indietro e andiamo verso le porte a vetri.
-Una domanda...-dico.
-Dimmi tutto. Se hai dei dubbi dimmi ora.
-Dietro la porta blindata nel corridoio a destra cosa c'è?
-Ci sono delle porte di vetro antiproiettile tutte chiuse a chiave. Ho solo io le chiavi e nessuno è autorizzato ad entrarci senza il mio permesso. Ad ogni porta a vetri ci sono due guardie che hanno l'ordine di restare ferme alla loro postazione, qualsiasi cosa succeda dietro le altre porte e bloccare chi tenta di entrare e chi tenta di uscire. Ogni cella è chiusa da una porta blindata chiusa da una chiave magnetica e una chiave normale. Lì ci sono i pazzi più pericolosi dell'istituto. Mia cara se ci tieni alla tua vita e al tuo lavoro, stai lontana da quel corridoio.
Noto che parlando delle persone al di là della porta blindata, Karen ha usato il termine pazzi e non pazienti, ed è una cosa preoccupante. Devono proprio essere pericolosi.
-Le celle dei pazienti che hai visto nelle stanze e sui tavolini fuori sono esattamente dal lato opposto delle porte a vetri. Tutto qui. Ora se vuoi seguirmi nella hall ti darò una mappa per orientarti meglio.-conclude.
Mi da la mappa e mi dice:
-Se verrai alle otto qui nella hall potrai fare cena con il resto dello staff così potrai iniziare a conoscerli. Ti spiegheranno anche come funziona qui e alcune regole fondamentali. Altrimenti se vuoi riposati pure stasera.
-D'accordo. Ti ringrazio.-dico.
Torno in camera mia ma per la strada incontro Amy.
-Ciao Jill!- dice sorridente.
-Ciao.-rispondo annoiata. Sono veramente troppo stanca stasera.
Lei ha la faccia un po' delusa.
-Scusami ma ho tanto sonno oggi.-aggiungo.
-Comunque stavo per venire in camera tua a darti questo-dice porgendomi un raccoglitore ad anelli-fascicolo della tua prima paziente che incontrerai domani, Claire Cryler.
Prendo il fascicolo, saluto Amy e mi trascino in camera. Prima di mettermi a dormire guardo la foto di Claire. Sembra una ragazza normale, come tante. Chissà quale sarà il suo problema?

Ecco il primo capitolo di una nuova storia.
its_bi
TeenWolfLove11
Spero che vi piaccia, se è così lasciate una stellina.
Al prossimo capitolo.

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