Capitolo 4

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Klaus mi conduce verso la porta blindata. La apre con una chiave che tiene legata al collo.
Le guardie ad ogni porta ci lasciano passare. Devono aver ricevuto l'ordine da Karen.
Quando arriviamo alla porta dove ci sono i cadaveri delle due guardie vedo che Klaus rimane leggermente indietro.
-Problemi con il sangue?
-No. Non voglio contaminare le prove, tutto qui.-risponde.
Mi metto dei guanti e controllo le vittime. Hanno diverse ferite sulle braccia e sul viso ma nessuna è la causa della morte. Sembra che siano morti per una malattia interna. La stessa malattia.
-Come sono morti?-chiede Klaus.
-Credo sia una malattia interna. Che però non spiega affatto le ferite esterne. Non ho mai visto una cosa del genere. Dovrei controllare un po' di cose ma non posso farlo senza l'attrezzatura giusta.-dico.
-Ok quindi dobbiamo portarli fuori di qui, è esatto?-chiede Klaus con un sospiro.
-Esattamente. Vado a chiedere a Karen se ha un paio di sacchi e se ha una stanza in cui posso analizzare i corpi. 

Quel pomeriggio...
Leggo una cartella clinica comodamente seduta su un divano con una tazzina di caffè sul tavolino.
Entra Amy di corsa.
-Jill...-inizia ma poi si ferma per riprendere fiato.
-Finita la pausa immagino...-dico.
-Hai una seduta.
Chiudo la cartella clinica e vado verso la sala delle sedute.
Quando entro vedo un ragazzo con i capelli neri e gli occhi azzurri seduto sulla sedia, appoggiato alla scrivania.
-Ciao. Mi chiamo Jill.
-Sono Paul.
-Raccontami la tua storia.
-È una storia strana. Tutti mi credevano pazzo così sono venuto volontariamente qui. Mi sento protetto con tutti questi controlli.
-Protetto da cosa?
-Meglio raccontare la storia dall'inizio.
Nella cittadina da cui vengo non ci sono molte attrazioni turistiche a parte una casa che si dice infestata. La leggenda dice che il suo ultimo padrone infesti la casa. Nessuno ci credeva ma tutti alimentavano la storia per il turismo.
Un professore adorava quella leggenda così per compito ci chiese di fare un film sulla villa abbandonata. Ci divise in gruppi. Io stavo con il mio migliore amico Luke, la mia ragazza Julie e una sua amica Teresa.
Al sindaco piacque l'idea e decise di darci la possibilità anche di entrare nella villa. Tutti gli arredi erano stati lasciati nella villa che una volta era un museo sull'ultimo abitante della casa.
Ci permise di entrare al piano terra di giorno. Ci sconsigliarono di andare al piano di sopra dicendo che la struttura avrebbe potuto cedere.
Purtroppo Julie non era contenta delle riprese. Diceva che il nostro film sarebbe stato troppo simile a quello degli altri.
Per qualche giorno di notte si appostò davanti alla villa e controllò gli orari in cui passava la guardia. 
Una mattina arrivò a scuola sorridente. 
-Possiamo introdurci nella villa di notte. Una volta montato il film nessuno ci rimprovererà per essere entrati di nascosto. Il nostro sarà il lavoro migliore.
Teresa rifiutò categoricamente senza mezzi termini. 
Io e Luke cercammo di dissuadere Julie dalla sua idea ma l'unica cosa che disse è:
-Se avete paura non venite. Finirò il film da sola.
Un po' perché non volevamo sembrare codardi, un po' perché non volevamo far andare Julie da sola in una struttura instabile, ci lasciammo convincere.
In più ci costrinse ad andare direttamente quella sera.
Alle 23:00 eravamo nascosti dietro alcuni cespugli nei pressi della villa.
-Ho calcolato tutto. La guardia passa sempre tra le 23:01 e le 23:05.-disse Julie.
Ma la guardia non passò neanche alle 23:20.
-Forse si è presa un giorno libero.-ipotizzò Luke.
Ci dirigemmo verso la villa. Julie scassinò il cancello e mentre scassinava la porta controllavamo che non ci fosse nessuno in giro.
Luke decise di rimanere fuori a fare le riprese.
-Se si scopre che il fantasma esiste veramente sarò l'ultimo a morire o magari mi salvo.-disse scherzando.
Nella villa Julie iniziò girare per il piano terra con la telecamera in una mano e la torcia nell'altra.
Le pesanti tende, rovinate dal tempo, facevano passare pochissima luce della luna.
Julie si diresse verso le scale.
-L'edificio potrebbe crollare Julie! Abbiamo già abbastanza riprese.-dissi.
-Paul. Ti prego. Non essere codardo. Se l'edificio crolla e moriamo entrambi sarà una fine tragica della nostra storia d'amore no?-chiese sorridendo.
Alla fine la seguii. Il mio orologio segnava le 23:40.
C'erano un sacco di porte disposte lungo il corridoio. Julie era decisa ad entrare in ogni stanza.
La stanza che mi colpì di più fu quella delle lettere scritte all'ultimo padrone della villa. Su dei fogli le lettere erano state riscritte in modo comprensibile.
Per la maggior parte erano critiche al fatto che quel tizio odiava ricevere ospiti in casa.
Una frase in particolare: "Il padrone non sopporta che qualcuno entri in casa sua" mi fece capire che quel tizio delle persone non ne voleva proprio sapere. Odiava l'umanità.
La porta della stanza successiva non si apriva così Julie proseguì. Mentre passavo oltre, la porta iniziò a ruotare sui cardini cigolando.
Mi affacciai nella stanza e c'era un tizio disteso a terra. Chiamai Julie e la pregai di andarcene. Il tizio disteso a terra svenuto era troppo per me.
In più l'atmosfera inquietante della casa non aiutava. In genere non ero spaventato da spettri e presenze sovrannaturali ma quella sera ero parecchio convinto che la cosa migliore fosse andare via di lì. Erano le 23:50
-Andiamo Paul... un'ultima stanza ok? Pensi davvero che il fantasma dello stupido e asociale proprietario di questo posto ci perseguiti?
Entrò nella stanza successiva e prima che potessi entrare la porta si richiuse con un boato che rimbombò per tutta la casa.
-Non sei divertente Paul.-disse lei dall'interno.
-Non sono stato io.-risposi.
Girò la maniglia ma la porta rimase chiusa.
-Paul fammi uscire. È uno scherzo idiota.-disse cercando di mantenere un tono di voce tranquillo.
-Ti ripeto che non sto facendo un bel nulla!-ripetei.
Julie iniziò ad andare in panico dopo un po'. Aveva capito che non era uno scherzo. Dalle 23:50 in poi cercai in tutti i modi di aprire la porta anche prendendola a calci. 
La porta non si mosse di un millimetro.
Guardai l'orologio appena in tempo per vedere il numero cambiare da 23:59 a 24:00.
Da qualche parte in fondo al corridoio venne un rumore di passi. Ma non c'era assolutamente nessuno a parte me e Julie nella casa.
-Paul! APRI LA MALEDETTA PORTA! Lui è qui.-disse Julie piangendo.
Poi urlò. Un urlo straziante che rimbombò tra le pareti.
La porta si aprì cigolando e vidi Julie a terra in una pozza di sangue. In piedi accanto a lei una figura spettrale con gli occhi rossi. Alzò lo sguardo verso di me e sorrise in modo inquietante. Vidi Luke arrivare dal corridoio e gli corsi incontro. Lo spinsi dentro una delle stanze.
-Dobbiamo uscire di qui ma prima dobbiamo prendere Julie!-dissi.
Ma Luke non mi dava retta. Seguii il suo sguardo e vidi che una frase delle lettere al padrone era diventata rosso sangue: "Il padrone non sopporta che qualcuno entri in casa sua".
Luke se la diede immediatamente a gambe e io lo seguii correndo. Mi lanciai uno sguardo indietro e la vidi. Julie era stesa in mezzo al corridoio, sanguinante, e allungava debolmente una mano verso di me. Il suo sguardo implorante era pieno di lacrime di dolore e paura. Cercava di chiedermi aiuto.
-Paul...-sussurrò debolmente.
Ma il mio istinto di sopravvivenza mi spinse a correre ancora più veloce. Una volta nel giardino, Luke era già al telefono con qualcuno, forse la polizia, forse l'ambulanza.
Pochi minuti dopo la zona fu circondata. Il guardiano, che era il tizio steso a terra nella villa, si era salvato.
Dopo che il guardiano fu portato via su una delle ambulanze mi aspettai di vedere anche la mia ragazza, magari svenuta, gravemente ferita, morta uscire dalla villa.
Ma di Julie non trovarono alcuna traccia, se non il sangue sul pavimento. Nella confusione trovai la telecamera di Julie. Era in giardino, cosa impossibile visto che l'aveva sempre avuta lei.
So cosa ho visto. Era un fantasma. Un fantasma vero. Nella telecamera non si vede un bel niente ma io l'ho visto davvero.
Sto per dire qualcosa riguardo la sua storia quando Amy entra nella stanza e dice: 
-Seduta finita. Paul deve tornare con gli altri per la cena.
Paul si alza ed esce.
Anche Amy sta per andarsene. Esco in fretta dalla sala delle sedute e la chiamo. Si ferma e si volta.
-Oggi quando abbiamo visto cosa era successo alle guardie sembravi arrabbiata. Perché?
-Non ero arrabbiata. Semplicemente sconvolta.-dice nervosamente.
Poi con il suo solito tono tranquillo dice:
-Andiamo, o Karen ci licenzierà.
La seguo. Sta nascondendo qualcosa.

Hellooooo
Ecco un nuovo capitolo dopo secoli.
Spero vi piaccia e se è così lasciate una stellina.
E boh niente, sono molto happy perché ci sono le vacanzeeee
Al prossimo capitolo

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