Mi sveglio esausta. Non mi alzo dal letto e rimango lunga. Sto così comoda che potrei addormentarmi di nuovo.
Qualcuno bussa alla porta disturbando il mio momento di pace e tranquillità. Sbuffo e mi alzo con difficoltà.
Intanto continuano a bussare con insistenza.
-Arrivo arrivo...-dico avvicinandomi alla porta.
Quando apro vengo travolta da Klaus che entra in fretta in camera mia mentre borbotta qualcosa.
-Se è così importante da non poter aspettare posso almeno vestirmi e rendermi presentabile?-chiedo.
Klaus smette un attimo di parlare e si volta verso di me accorgendosi del fatto che sono in pigiama.
-Ehm scusami...-dice uscendo dalla stanza.
Mi cambio, mi sistemo i capelli e riapro la porta.
-Facciamo finta che prima non sia successo ok? Buongiorno Klaus.
-Buongiorno Jill.
-Entra pure.-dico.
Si siede sulla sedia vicino alla scrivania, che è un disastro: ci sono fogli sparsi ovunque.
-Dimmi tutto.-dico.
-Karen ha trovato una stanza e si sta procurando tutto il necessario per farti analizzare i cadaveri.
-Perfetto. Ed era così urgente?-chiedo.
-In realtà sono venuto di corsa perché dovresti venire a fare colazione. Ieri Karen ci ha detto di svegliarci prima ma non ti ha avvisata, a quanto pare.
-Ok d'accordo. Andiamo.
Scendiamo insieme le scale ed entriamo nella saletta dove tutti, compresa Karen stanno mangiando. Inizio anche io a mangiare. Ad un certo punto Karen attira la nostra attenzione e dice:
-Buona giornata di lavoro a tutti. Oggi è giorno di visite dei familiari. Jill e Klaus, accoglierete i familiari e li farete incontrare con i nostri pazienti.
Amy ti occuperai del cibo insieme a Jake. Christina, Mary e Scott... occupatevi dei pazienti.
Poi esce dalla saletta ed entra nella hall.
Anche tutti gli altri escono dopo un po' e rimaniamo solo io e Klaus che non abbiamo fatto colazione insieme agli altri.
-Inizio a pensare che Karen voglia punirmi per qualcosa che ho fatto.-dico ad un certo punto.
-Perché?
-Perché mi fa stare sempre con te e lasciatelo dire, non ti si sopporta.-rispondo con un sorriso.
Lui non risponde, si limita a disapprovare scuotendo la testa.
Quando finalmente finiamo di fare colazione ci mettiamo nella hall e aspettiamo.
Iniziano ad arrivare delle persone e le accompagniamo nel grande cortile con i tavoli. Klaus riempie quelle persone di chiacchiere inutili e io lo imito. Evidentemente è un'idea di Karen perché Klaus non parla mai così tanto.
Intanto Christina, Mary e Scott accompagnano i pazienti per farli incontrare alle famiglie.
Quando ritorno nella hall trovo una signora. Vestita completamente di nero, occhi azzurri, capelli biondo chiarissimo, pallida. Lì in piedi sembra quasi un fantasma.
-Salve signora. Benvenuta.-dico cordialmente con un sorriso.
-Salve. Sono la signora Reydet. Ecco la documentazione.-dice porgendomi un po' di fogli.
Inizio a leggerli distrattamente.
-Quindi vuole incontrare suo...-inizio.
-... figlio, Colton Reydet.-conclude lei prima che io possa finire.
Sto per andare a controllare sulla lista dei pazienti per vedere se il nome è presente, quando vedo Amy affacciarsi dalla porta della cucina e farmi cenno di andare da lei.
-Mi scusi un attimo signora.-dico riconsegnandole i documenti.
Entro velocemente in cucina.
-Che c'è? Sono occupata.-protesto quando mi avvicino ad Amy.
-Della signora mi occupo io.-risponde lei uscendo dalla cucina e andando nella hall.
Così attraverso la cucina dove Jake sta cuocendo qualcosa, esco nel grande cortile e raggiungo Klaus che è da una parte e osserva tutte le famiglie.
-Non dovevi andare ad accogliere le persone? Qui basto io a controllare.
-Sì peccato che è arrivata una signora e Amy ha voluto per forza occuparsi di lei...-dico.
-Chi era la signora?
-Faceva di cognome Reydet.
-Non mi suona familiare. E nessuno dei pazienti fa di cognome Reydet.-dice Klaus consultando la lista di pazienti.
-Ma come è possibile? Aveva tutti i documenti in regola. Dovrebbe figurare da qualche parte no?-chiedo.
Klaus sembra pensarci un po' su e poi sembra aver capito qualcosa.
-E se fosse uno dei pazienti oltre la porta blindata?-chiede sottovoce.
Annuisco.
-Vieni con me.-dice poi a bassa voce, avvicinandosi ad una porticina di legno e girando una chiave nella toppa.
Lo seguo. Attraversiamo la porta e ci troviamo in un corridoio, dove noto che non ci sono telecamere.
-Come mai mancano le telecamere?-chiedo incuriosita.
-Questa parte è dedicata alle informazioni personali e all'archivio. Essendo la parte più vecchia di tutto l'edificio sarebbe troppo costoso fare installare le telecamere anche qui. In più Karen voleva lasciare questa parte proprio come era all'origine. Per cui chiunque abbia la chiave può accedere. Per me è pericoloso lasciare le informazioni incustodite ma in questo caso meglio così.-dice alzando le spalle.
In fondo al corridoio c'è uno specchio che occupa la parte centrale della parete, dove vedo il riflesso mio e di Klaus, che ci avviciniamo sempre di più.
Klaus senza troppe cerimonie scansa lo specchio, rivelando una stanza. Mi aspettavo tantissimi schedari pieni di fogli mentre invece ce ne saranno solo una ventina. In più c'è un computer.
-Dato che non ho accesso alla lista dei pazzi dietro la porta blindata dovremo arrangiarci.
Mi dirigo verso gli schedari e dico:
-Da dove iniziamo a cercare?
-Io direi dal computer.-risponde accendendo il portatile.
Una volta che il computer è acceso Klaus seleziona un file. Viene richiesta la password.
-Bene e ora cosa farai per accedere? Ti infiltrerai nel sistema?-chiedo alzando gli occhi al cielo.
-Esattamente. Ora non disturbarmi. Mi devo concentrare.-risponde lui.
Così mi allontano e passo tra gli archivi mentre sento i tasti del computer ticchettare.
Dopo un po' Klaus mi chiama e io lo raggiungo.
-Eccolo qui.-dice selezionando il nome Colton Reydet.
Appare la scheda del paziente.
-Questa scheda non è affatto chiara. Ci sono solo i dati anagrafici, la data in cui è entrato qui e il nome dei familiari più stretti. Strano.-dico.
Klaus prova ad entrare in un altro paio di schede ma il risultato è lo stesso. Ci sono le informazioni fondamentali sul paziente ma niente riguardo al loro problema.
-Non capisco...-dico.
-Neanche io, ma è ora che torniamo di là. Siamo stati via solo qualche minuto ma sicuramente si sono accorti tutti che non siamo più ad accogliere le persone.-dice Klaus spegnendo il computer.
Mentre torniamo nella hall dico:
-Non sapevo fossi bravo con i computer.
-Oh la maggior parte del merito è di Jake. Ha fatto il programma di difesa del sistema informatico ma io sono molto più bravo di lui.
-E soprattutto modesto.-aggiungo scuotendo la testa.
-E soprattutto modesto.-conferma con un sorriso.
Per tutto il resto della mattina accolgo le persone e intanto mi chiedo quale sia il problema di Colton Reydet per essere finito nella parte dei pazzi pericolosi.
Nel pomeriggio, mentre sono in una stanza per i pazienti, Karen si avvicina e dice:
-La sala è pronta.
La seguo attraversando corridoi e salendo scale, e finalmente entriamo in una stanza.
Lì trovo tutto il necessario per poter analizzare i cadaveri delle due guardie.
-Bene se hai bisogno di qualcos'altro sono nel mio ufficio.-dice Karen uscendo dalla stanza.
-Grazie.-dico.
Rimango l'intero pomeriggio all'interno del laboratorio e faccio un sacco di esami. Non ho mai visto niente del genere e non riesco a darne una spiegazione scientifica.
La sera dopo aver servito la cena ai pazienti e averli riportati nei loro alloggi, ci riuniamo tutti nella saletta dietro la hall. Iniziamo a mangiare e durante la cena Karen mi chiede:
-Cosa hai scoperto dalle vittime?
Tutti quanti smettono di parlare e guardano verso di me.
-Non ci crederete. Non ci credevo nemmeno io. In una delle vittime sembra che ci sia stato un arresto cardiaco che non è poi una cosa tanto strana, tutto considerato. L'altra vittima invece...
-Invece cosa?-chiede Amy curiosa.
-La seconda vittima sembra essere stata prosciugata completamente del sangue. Non c'era una singola goccia di sangue nel suo corpo. In entrambe le vittime ho trovato delle ferite che sembrano fatte con un coltello ma non essendo passato nessuno tra le diverse porte, e contando il fatto che nessuna delle due guardie aveva un coltello, è inspiegabile. Non ho mai visto una cosa del genere.
Sembrano tutti sconvolti alle mie parole, soprattutto Amy, Karen e Jake. Che, da quello che sono riuscita a capire, sono quelli con maggiore libertà di accedere al reparto oltre la porta blindata.
Che sia stato uno di quei pazzi a uccidere le guardie? Ma come avrebbe fatto a non farsi vedere né dalle guardie né dalle telecamere?
Dopo aver fatto rientrare tutti i pazienti tutto lo staff sale le scale e una volta nel corridoio dei dormitori, ognuno va nella sua stanza.
Invece di andare a dormire decido di mettermi a leggere. La notte passa tranquilla e silenziosa. Sono le 2:30 e sono troppo esausta per continuare la lettura. Così spengo la luce mi dirigo lentamente verso il letto. Però sento il leggero cigolio di una porta e dei passi in corridoio. Qualcuno sta decisamente cercando di fare il minor rumore possibile. Riaccendo subito la luce. Quando sento che la persona inizia a scendere le scale apro la porta giusto il necessario per passare e raggiungo silenziosamente l'inizio delle scale. Anche se è di spalle, riconosco i capelli di Amy. Dove sta andando a quest'ora?
Decido comunque di non seguirla, nonostante la curiosità e mi metto a letto. Se si mette nei guai non voglio diventare sua complice. Ci tengo al mio lavoro. Forse domani le chiederò dove è andata. O magari no. Dipende da quanto sarò disposta a sentire bugie e scuse.
Mi butto sul letto esausta e spengo la luce, sperando di non sentire altri rumori sospetti durante la notte.Hi
Sono tornata.
Spero vi piaccia e se è così lasciate una stellina.Ho visto la 6×11 di Teen Wolf e WAAAAAAA LO SCLEROOO😍
Sono successe così tante cose sulla puntata oddei ho paura per i personaggi😯Al prossimo capitolo
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Redville's stories
Mystery / ThrillerAll'ospedale psichiatrico di Redville è appena arrivata la dottoressa Jill Nerev. Il suo compito sarà quello di ascoltare le storie dei pazienti. Le storie che sentirà saranno reali o solo il frutto della fantasia?