Prologo

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Prima di cominciare, vorrei specificare che questa storia non è mia, ma di Whatsuphello1, che mi ha dato il permesso di tradurla. Quindi i crediti di questa storia vanno tutti a lei. Scusate in anticipo per gli eventuali errori. Detto questo, let's go!

 Detto questo, let's go!

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"Mamma? Papà? Possiamo-possiamo parlare?" chiese Louis ai suoi genitori, che annuirono. È seduto di fronte a loro su una sedia accanto al tavolo della cucina. Le sue mani sudavano e lui stava tremando nervosamente.

"Uhm, Io-... sono stato confuso per un po', e – e penso di aver capito." Disse, sempre più nervoso.

"Boo, mi stai spaventando. Cosa c'è?" sua mamma gli strinse la mano dall'altra parte del tavolo.

"Sono gay."

Gli occhi di sua mamma si spalancarono. Lasciò la mano di Louis e si coprì la bocca. C'era tranquillità, fino a che suo padre urlò "COSA?!"

Louis indietreggiò, la sua gola era ristretta mentre le lacrime sgorgavano dagli occhi.

"Ti prego, dimmi che è uno scherzo." Sussurrò sua mamma. Louis scosse la testa.

"Oh Dio. Cosa ho fatto di male?" si chiese sua mamma ad alta voce.

"Mamma-"

"Non chiamarmi in quel modo!"

Louis indietreggiò ancora al suo tono severo. "Vai a preparare la sua roba." Disse al padre di Louis, per poi rivolgere l'attenzione a Louis. "E tu.... Come hai potuto!"

Si alzò dalla sedia e strattonò Louis, spingendolo brutalmente verso la porta.

"No, mamma ti prego-"

"Non azzardarti a chiamarmi così! Non sono tua madre. Non più." Urlò lei.

Lei spalancò la porta. "Sei una vergona! Io ti ripudio. Vai fuori di qui." Lo buttò fuori dalla casa, nel gelo di dicembre, facendolo scivolare bruscamente sul gradino.

"Mamma, no!" sentì le sue sorelle gemelle, ma sua mamma le zittì. "Louis non tornerà! Fatevene una ragione."

A questo punto Louis stava piangendo.

"Qui c'è la tua roba. Non tornare, frocio." Suo padre gli lanciò contro una valigia e sbattè la porta chiusa.

Harry stava passeggiando per le vie, non sapeva esattamente dove si trovasse, ma non gli importava. Aveva bisogno di tempo per pensare, per stare da solo.

Stava attraversando un altro quartiere, quando sentì aprirsi la porta di una casa dall'altra parte della strada.

"Sei una vergona! Io ti ripudio. Vai fuori di qui."

Vide un ragazzo inciampare attraverso la porta e scivolare sul gradino con un tonfo.

"Mamma, no!" "Louis non tornerà! Fatevene una ragione."

Harry sentì un singhiozzo sfuggire dalle labbra del ragazzo, e il suo cuore si strinse.

Un uomo lanciò una valigia al ragazzo per terra. "Qui c'è la tua roba. Non tornare, frocio." Disse l'uomo, prima di sbattere la porta.

Harry sentì il ragazzo piangere, sussultando quando provò ad alzarsi dal gradino. Harry non poteva lasciarlo lì, come avrebbe potuto?

Attraversò la strada dirigendosi verso di lui, cercando di non spaventarlo. Si avvicinò e vide che il ragazzo stava tremando, il suo respiro usciva in bianche nuvolette.

"Hey..." disse dolcemente. Il ragazzo sollevò la testa per guardarlo attraverso le ciglia spesse, le lacrime negli occhi e sulle sue guance.

Gli occhi di Louis si spalancarono quando vide chi stava parlando con lui. Harry Styles, il modello perfetto e uno dei suoi youtubers preferiti.

"Uhm, so che non avrei dovuto, ma ho visto quello che è successo. Stai bene?"

Dio, che domanda stupida. Certo che non sta bene. Si dice Harry, prendendo mentalmente nota di schiaffeggiarsi più tardi per questo.

Louis tornò a guardare in terra e afferrò la sua valigia, stringendosela al petto.

"Hai qualche posto dove stare?" chiese ancora Harry. Il cuore di Louis batteva molto veloce. Voleva dire di no, perché non aveva amici o famiglia nei dintorni. Ma non riuscì ad evitare di dire sì.

"Vuoi che ti accompagno lì?" chiese Harry. Louis non rispose.

"Uhm, non voglio sembrare maleducato o egocentrico, ma, tu sai chi sono io vero?" chiese Harry, mentre si accovacciava di fronte a Louis. "Non sono uno sconosciuto".

Louis annuì, continuando a non guardarlo.

"Sono Harry, come ti chiami?" chiese Harry, allungando la mano verso di lui.

"Louis" disse piano, quasi sussurrando, mentre stringeva la sua mano.

Harry gli sorrise e si alzò, continuando a tenergli la mano. Aiutò Louis ad alzarsi. "Bene Louis. È stato un piacere conoscerti."

Louis annuì e liberò la sua mano da quella di Harry, guardandolo per un secondo, prima di abbassare di nuovo lo sguardo, allontanandosi.

Harry lo guardò, e sapeva che lui non avesse veramente un posto dove andare. Così lo seguì.

Raggiunsero il parco, Harry rimase nell'ombra, così Louis non lo vide. Osservò Louis appoggiare la sua valigia su una panchina, tirando fuori un maglione. Si infilò il maglione e si sdraiò sulla panchina, raggomitolandosi e chiudendo gli occhi.

Il cuore di Harry si strinse ancora una volta. Si morse il labbro inferiore, non posso certo lasciarlo lì al freddo.

Si avvicinò lentamente a lui, notandolo tremare visibilmente.

"Hai un posto dove stare, uh?" ridacchiò leggermente. Gli occhi di Louis si aprirono velocemente, vide Harry in piedi, con le braccia incrociate al petto. Arrossì, ma Harry non se ne accorse per il freddo.

Harry si caricò lo zaino di Louis su una spalla. "Andiamo, starai da me"

Gli occhi di Louis si allargarono. Avrebbe seriamente passato la notte nella casa di Harry Styles? per quanto l'abbia sognato, non pensava potesse davvero succedere.

"I-Io non posso." Disse piano, "non voglio essere un disturbo, e-"

"Non sei un disturbo. Davvero, non lo penso. Preferisco che tu stia da me, piuttosto che fuori al freddo."

Harry gli strofinò le braccia e si tolse il cappotto, avvolgendolo attorno al corpo minuto di Louis. "Coraggio, andiamo"

A Model And A Fan - Larry Stylinson (BoyxBoy) [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora