Capitolo 6

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"Cosa ti è saltato in mente?" 

Siamo ferme davanti alla porta di casa e mamma mi sta sgridando come sempre, ma infondo è colpa mia... Non sono tornata in tempo e mi ha beccata.

" Eri in punizione e sei uscita,  hai lasciato tuo fratello in casa da solo  sapendo che combina solo guai e la grondaia si è rotta non so come? Mi devi qualche spiegazione forse?

"Forse e dico forse,  è stato Cristopher oppure delle viti si sono allentate, ma io non ne so nulla"

"Vai in camera tua, ne riparlerò più tardi con tuo padre per farla aggiustare, ma tu sei ancora in punizione, ricordati!"

Annuisco e salgo velocemente in camera prima di incontrare qualche altro membro della famiglia. Per fortuna mia madre non si é arrabbiata molto e per questa volta l'ho fatta franca, ma devo stare attenta.

Prima di partire però voglio sapere qualcosa di più sui Sioux, in fondo ho una settimana per informarmi a dovere. Prendo il computer e mi sistemo sul letto, poi digito "Storie dei sioux" come motore di ricerca.

Sono ore che cerco informazioni, ma niente. Non riesco a trovare nulla, a parte strani nomi di indiani e di tribù.

Guardo l'ora e spalanco gli occhi: 01:30.

Possibile che sia così tardi? Evidentemente non mi sono accorta ma, il tempo é volato.

Gli occhi si fanno pesanti e i muscoli si rilassano, non faccio in tempo a spegnere il computer che crollo in un sonno profondo...

"Lisa, Lisa, Lisa"

Qualcuno mi sta chiamando ma, non riesco a percepire da che parte si trovi dato che rimbomba tutto.

"Lisa, sono io"

"Voltati!"

Mi volto e trovo una grande e grossa signora velata da un sorriso splendente, la figura della donna é opaca un po' spenta... sembrerebbe proprio un fantasma! Indietreggio lentamente senza voltarmi, senza distogliere lo sguardo da quell'ombra bizzarra ma, per quanto io sia sbadata inciampo e cado a terra.

"Lisa, non avere paura di me! Ho molte cose da dirti, molti segreti che ti hanno tenuto nascosti per tutto questo tempo! Devi sapere la verità, devi fidarti di me!"

Fidarmi

Fiducia

Parola difficile per me.

Non riesco a fidarmi delle persone normali figuriamoci di un fantasma! Che sicuramente non sarà neanche vero!

"Come faccio a sapere che di te ci si può fidare? In fondo sei un fantasma! Non puoi esistere!"

"É semplice, cara Lisa. Io sono esistita, tanto tempo fa. Puoi fidarti di me perché sono..."

Tutto trema cerco di alzarmi in piedi ma, continuo a cadere.

"CHI SEI?CHE STA SUCCEDENDO?"

Sta crollando tutto cerco di urlare per farmi sentire

"COME FACCIO A FIDARMI DI TE?"

"Lisa, Lisa, devi fidarti. Guarda le stelle, affidati a loro..."

La voce diventa sempre più fioca fino a scomparire e insieme ad essa scompare anche il fantasma.

"NO, NON PUOI LASCIARMI! NON HO ANCORA AVUTO LE MIE RISPOSTE! TI PREGO TORNA QUI, TI PREGO"

Mi sveglio.

Era tutto un sogno.

Sento freddo e come d'istinto mi volto e trovo la finestra aperta che sbatte a causa del vento. Dev'essere stato quel rumore a svegliarmi.

Il vento fischia.

Era tutto un sogno.

Mi alzo dal letto e noto che sono le 4 del mattino.

Poi mi tornano in mente. Quelle parole.

Quelle dello spirito, del sogno ma più cerco di convincermi che era tutta una finzione più mi vengono numerosi dubbi.

"Guarda le stelle"

Cosa stavano a significare quelle parole?

"Affidati a loro"

Inizio a vagare avanti e indietro per la stanza con quelle parole che mi vorticano nella testa e troppa curiosità.

Mentre però penso a qualche soluzione, mi cadono gli occhi sulla finestra ancora aperta e al cielo pieno di stelle.

Ma certo! Le stelle!

Mi affaccio alla finestra e noto che oltre alla stella polare si riescono ad individuare altre costellazioni. La luna é piena e con la sua luce illumina il cielo notturno.

Sembra quasi uno spettacolo.

E subito mi torna in mente quella canzone, quella che mi cantava mia madre.

Quella canzone sugli indiani.

Sui Sioux.

In tutta questa storia c'è qualcosa che non quadra. Ma per riuscire a risolvere questo mistero devo fare chiarezza su molte altre cose.

Mi infilo nel letto, cerco di chiudere gli occhi e di riposarmi anche se al momento ho altri pensieri per la testa.

**********

"Ti dico di si! L'ho vista e sembrava quasi reale!"

Sono seduta sui grandi dell'entrata di casa mia e sto parlando al telefono con Matt. Nonostante abbia dormito poco per via dei troppi pensieri non mi sento affatto stanca anzi, quasi quasi faccio un giro in bici e lo raggiungo a casa sua.

"Senti ti racconto meglio tra poco, prendo la bici"

Vado verso il cancello, quando mi accorgo che la bici non c'è più.

'Ecco, sono una stupida! Non dovevo lasciarla fuori dal recinto, qualcuno l'avrà sicuramente rubata!' Penso.

Poi però sento qualcuno chiamarmi e quando mi volto trovo lei: quella belva di mia madre. In una mano ha le chiavi della bici mentre nell'altra la mia bicicletta.

"Lisa, come te lo devo dire che sei in punizione? Non puoi uscire e non puoi usare la bici"

'Bene, devo inventarmi una scusa in fretta sennò addio libertà' Penso.

"Devo andare da Matt perché gli ho prestato un libro per studiare e ora me lo deve restituire"

"A si? Bene, vai a piedi."

"Perché?"

"Lo sai perché. Se ti lascio la bici potresti andare ovunque invece, se vai a piedi il tuo campo di fuga é limitato"

"Uff, mi conosci troppo bene"

"É già. Sbrigati, ti voglio a casa per l'ora di pranzo. Intesi?"

Annuisco e mi incammino verso la casa di mio cugino. In fondo non é molto lontana, bisogna solo percorrere questa via, girare a destra e proseguire per il viale alberato fino alla fine.

Dato che mi annoio e non ho con me le cuffie, inizio a canticchiare qualche canzone. Per fortuna non ci sono molte persone in giro, infatti si vedono solo anziani e atleti che si allenano e corrono. Poi ci sono io che cammino per la strada canticchiando.

Il cielo é sereno con qualche nuvola qua e là, piccole nuvolette che sembrano quasi degli agnellini o dei batuffoli di cotone.

Intanto noto che sono quasi arrivata a casa di Matt, devo solo attraversare la strada. Dall'altro lato intravedo mia zia Petunia che sta facendo giardinaggio. Lei é una donna molto solare e dolce, tutto il contrario dei miei genitori.

" Ciao zia!"

Non faccio in tempo ad appoggiare i piedi sul lato opposto del marciapiede che vengo travolta da qualcosa e cado a terra.

L'ultima cosa che sento é la voce di mia zia che urla spaventata.

La stella cadente Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora