Prologo

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-Sbarrate la porta!- esclamó frettolosamente Askadar gettando uno zaino ad un lato della stanza, i suoi due compagni obbedirono senza obiettare e subito bloccarono la porta con tutto ció che riuscirono a trovare. -I demoni sono morti...- obbiettó Barsek -...com'è possibile che i succubi riescano ancora a stare in piedi?- -Per il semplice fatto che noi non abbiamo ucciso i demoni- rispose Kalaman guardandosi il palmo della mano -Li abbiamo solo imprigionati- la runa bianca, simbolo dell'anima di uno dei demoni che avevano devastato il loro mondo, riluceva ancora, invariata, come la prima volta che se la vide, quando compirono il sortilegio di incatenamento. Ognuno di loro ne aveva una, tutti e dodici ne avevano una. Dodici maghi, uno per ogni sezione della magia conosciuta, erano stati incaricati di una missione nefasta: compiere un pellegrinaggio dalla sede del consiglio magico fino in questo piccolo edificio, con l'obbiettivo di rispedire i demoni nel loro piano esistenziale e liberare cosí il loro regno. Erano appunto partiti in dodici, ma solo tre erano riusciti a raggiungere l'obiettivo, per quelli che non ce l'avevano fatta la soluzione era stata macabra e radicale: gli era stata amputata la mano con incisa la runa. Tutto si riconduceva li, in quel'edificio, tre maghi: Kalaman, un mago d'acciaio, Barsek, un mago sensoriale ed Askadar, un mago bianco ed in quanto tale l'unico dei dodici ad essere in grado di gestire i portali interplanari, quest'ultimo stava giá recitando la formula per aprire il portale che conduceva al piano abissale. -Quanto ci vuole ancora?- disse Kalaman -Non molto- rispose concentrato Askadar, dopo pochi secondi uno squarcio nero si aprí nel punto in cui quest'ultimo stava pronunciando la formula -Fatto! Ora dobbiamo sol...- -Sssh- lo interruppe Barsek, ascoltò attentamente per qualche secondo poi esclamò -ARRIVANO!- e senza pensarci i tre maghi si posizionarono davanti al portale, rivolsero le mani con le rune verso di esso e recitarono le formule magiche per separare i demoni da loro e farli tornare da dove erano venuti, dopo questa operazione Kalaman materializzò uno spadone ed un'armatura fatti puramente di magia, in questo si distinguevano i maghi d'acciaio: la capacità di creare armi ed armature colossali senza avere problemi di peso essendo, appunto, fatte di sola magia, Barsek si preparó con le spade alle mani attendendo il nemico. Nel frattempo Askadar prese lo zaino contenente le mani dei loro compagni caduti e lo gettó interamente nel portale, dopodiché pronunció più in fretta che potè la formula per chiudere il portale ma si accorse con sgomento che il portale rimaneva aperto nonostante i suoi ordini -IL PORTALE NON SI CHIUDE!- Kalaman e Barsek vedevano la porta balzare avanti e indietro a causa dei colpi esterni ma la fortificazione sembrava reggere -Che vuol dire non si chiude? Lo stanno tenendo aperto dall'interno?- Askadar scosse la testa - Nel piano abissale non c'è abbastanza energia per aprire un portale, tanto meno per tenerne aperto uno già esistente- -Ma allora che cos...- Kalaman non fece in tempo a finire la frase che la porta cedette, ma al posto di trovarsi davanti i soliti, stupidi e scheletrici succubi, si ritrovarono davanti una creatura nera, umanoide, con gli occhi che brillavano di rosso. Neanche il tempo di muoversi che subito quest'ultima afferrò le teste di Kalaman e Barsek e li fece cadere a terra inermi.

Si risvegliarono lentamente, un forte mal di testa li tormentava -Che è successo?- si guardarono intorno: la porta era spalancata, del portale non c'era traccia ed Askadar era scomparso.

I 12 viaggiatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora