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Dopo aver ricevuto un disagevole addio dallo sconosciuto - il quale consisteva in un imbarazzante bacio sulla guancia e uno sguardo intimidatorio in direzione di Luke - avevo affogato il mio irrefrenabile imbarazzo con un bicchiere di vino rosso. Luke mi aveva seguito dentro per farmi compagnia, non aveva osato spiccicare parola finché non stavo per finire il mio secondo bicchiere. Rifiutò garbatamente quando avevo fatto cenno alla bottiglia e, invece, recuperò dal frigo una birra fresca.

"Hai un bel po' di alcool" notò, prendendo posto sul divano insieme a me. Il suo piede si scontrò per un istante con il mio sulla piccola e misera ottomana al centro della stanza. Rapidamente si spostò per evitare di imbattersi in me ancora una volta.

Annuii in risposta, istintivamente riempiendo il bicchiere per disfarmi della terribile sensazione nel mio stomaco. Luke si allungo e mi prese il polso.

"Ti fa male, Ruby."

Socchiusi gli occhi. La sua attenzione vagava per la stanza, fermandosi su ogni oggetto contrastante che decorava l'ambiente. Mi piaceva così; mi sembrava più accogliente. Le lampade -tra l'altro insufficienti- non si somigliavano per niente, i due divani non erano nemmeno dello stesso colore, e il tavolino da salotto aveva così tante chiazze che non combaciava con le sue stesse gambe. Tuttavia, possedere un appartamento e concentrarsi sulla scuola si era verificato quasi impossibile, così avevo usato qualsiasi taroccata per occupare lo spazio.

I suoi occhi, dalla quale si poteva chiaramente capire che era perso nei suoi pensieri, si posarono di nuovo su di me. Pregai che non avesse notato la mia mancanza di pantaloni -e se lo aveva notato, mi stava risparmiando l'imbarazzo di farlo evidenziare. La camicia che indossavo non era nemmeno mia; era del ragazzo della porta accanto, che me l'aveva gentilmente data durante uno scontro nella lavanderia quando  gli avevo detto che mi piaceva. Visto che era lunga fino a metà coscia, era diventata la mia preferita camicia dopo-sesso. In quel momento, in presenza di un vero e composto essere umano, il lacero indumento appariva consunto e patetico. Luke probabilmente pensava che non riuscissi a prendermi cura di me stessa, basandosi sul guardaroba e sull'economico arredamento.

"Perché sei qui?" chiesi dolcemente, trattenendomi dal versare altro alcool nel più vicino bicchiere sul tavolo di fianco a me.

Alzò le spalle, drizzandosi in piedi per osservare le piante grasse posizionate sul davanzale della finestra. Le sue dita incallite le toccarono delicatamente tutte, le osservò come se si dovesse ricordare come ciascuna fosse fatta. Lo guardai confusa, attendendo una risposta.

"Il tour è finito un paio di mesi fa" disse tranquillamente. "Siamo tutti tornati a casa, abbiamo ripreso le notre vite normali. Era il nostro quarto tour e le ragazze diventavano più grandi, perdendo interesse. Abbiamo deciso di prenderci una pausa dall'andare in tour quest'anno. Gli altri ragazzi sono ritornati dalle rispettive fidanzate, ma io no."

Mi misi il piede sotto al corpo. "Se sei venuto qui per fidanzarti con me, allora sei sfortunato."  

"Ruby, eri l'unica persona che mi rendeva genuinamente felice, okay?" dichiarò bruscamente, girandosi per guardarmi. Presi mentalmente nota della leggera barba sul mento e delle profonde occhiaie sotto ai suoi occhi. Non appariva depresso o sciatto, ma più cresciuto in una maniera che mi era mancata prima. "Eri l'unica persona che mi rendeva felice e tu mi hai allontanato per farmi concentrare sulla mia carriera - cosa che ho fatto, solo per poco. Ma adesso la mia carriera sta giungendo al termine e volevo solo vederti. Eri la mia migliore amica e sono venuto a trovarti."

Luke si avvicinò cautamente a me, per poi afferrare la sua birra e prenderne un lungo sorso. Con una ciocca di capelli davanti agli occhi, studiai i suoi lineamenti ormai maturi.

"Per quanto resti?"

"Non lo so, un paio di settimane?"

Uno sgradevole momento di silenzio calò tra noi, permettendoci di assorbire l'intenso imbarazzo e l'assurdità di tutta la cosa. Collassò di fianco a me e mi mise un braccio attorno alle spalle.

"Possiamo evitare la seria e drammatica parte dove ci si riunisce e solamente ritornare amici?"

Alzai un sopracciglio. "Cavolo, malinconico eh?"

Non riuscendo a nascondere un sorriso, rimosse il suo braccio e si girò verso di me per guardarmi fisso negli occhi. "Sono venuto qui per essere di nuovo tuo amico. Ho aspettato quattro anni, ma sono ritornato per te. Quindi ritorneremo amici, che ti piaccia o no."

Alzai solamente le spalle e, non riuscendo a resistere, mi feci un terzo bicchiere di vino. Luke mi guardò sconvolto.

"Quel ragazzo - quello che era qui quando sono arrivato - era il tuo..?"

"Nessuno. Non era nessuno."

"Mmmh" mormorò, riposizionandosi correttamente sul cuscino consumato del divano. "Un ultima cosa - bevi sempre così tanto quando sei da sola?"

Risi, alzando il bicchiere nella sua direzione. "Solo quando mi ritrovo ad affrontare problemi che non mi aspettavo."

CHI È CHE NON RIESCE MAI AD AGGIORNARE IN TEMPO? IO :D

damsel in distress | luke hemmings | italianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora