Capitolo uno

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Le due bimbe giocano tra le nuvole candide ridendo. Due bimbe di quattro anni, diverse. Evanysse rincorreva la sorella che la incitava con smorfie e pernacchie ridendo.
Una risata vera, spensierata e felice.
Evanysse si chiedeva come facesse ad essere cosí vera, cosí piena, cosí completa.
Devill era molto diversa da lei.
Lei non fingeva. Dimostrava a tutti quello che provava, senza timore.
Era gentile dolce spensierata, eppure la consideravano un mostro, quando l'unico mostro era lei.

Nessuno si accorgeva della falsità delle sue espressioni, dei suoi gesti delle sue parole. Erano troppo impegnati ad ammirare l'angelo della perfezione, per degnare di uno sguardo l'unica creatura davvero perfetta.

Devill si girò verso la sorella e sorrise, mostrando i piccoli canini. Evanysse si chiedeva come facessero gli altri angeli a non vedere la sua bellezza.
I capelli bianchi della piccola erano raccolte in due adorabili codine ed una frangia laterale copriva i suoi stupendi occhi. Il viso pallido metteva in risalto le sue labbra rosse e le sue gote rosate.
Le sue ali erano chiuse dietro la schiena e una tunica celeste semplice copriva il suo corpicino magro.
Evanysse la guardava con ammirazione, non capiva cosa poteva esserci di mostruoso in lei. Invece sua madre elogiava sempre lei, anche se la piccola Devill la superava, agli occhi di quel l'angelo c'era solo lei.

Uriele seduta sulle scalinate del castello guardava la sua piccola principessa giocare con il mostro e non fece a meno di pensare a quanto fosse buona e perfetta ad offrire delle emozioni a quel demonio.
Si ricorda ancora dello sguardo di Luxifer, completamente perso in quello del mostro.

Chiama la figlia e la bimba si gira, assieme alla sorella. Saltellano verso le scalinate e vanno vicino alla madre.

Evanysse viene abbracciata calorosamente da Uriele, ,mentre Devill se ne sta in disparte, guardando piena di speranza la madre.

Evanysse abbraccia la madre e fa il sorriso più falso del paradiso.

Uriele si stacca dalla figlia e guarda Devill.
"Andrai con tuo padre per un mese, dovrai sperimentare la caduta, ma non sarà difficile per te mostro." dice fredda Uriele.
La piccola abbassa il capo triste e si lascia sfuggire una lacrima, una goccia cremisi, che va a macchiare il volto candido della piccola.

Uriele se ne accorge e un'ondata di rabbia l'assale. La mano dell'Angelo si muove veloce e colpisce la guancia candida della bimba. Devill indietreggia guardando stupita la madre.
"Che piangi demonio? Non ti basta vivere qui? Credi di essere come tua sorella? Beh ti sbagli."
La piccola ora singhiozza e questo incrementa la rabbia di Uriele.
"Perché fai cosi? Perché sei cosí cattiva con me? Io cerco di essere migliore, ma non riesco a fare più di cosí. Mamma ti prego io..."

Uriele non le lascia finire la frase. La prende per la base delle ali facendola urlare di dolore e la solleva sul vuoto.
"Piccolo demonio, io non sono tua madre e mai lo sarò. Vai da tuo padre mostro, tu non sarai mai all'altezza della perfezione." detto questo Uriele la fa cadere dal dirupo.

La piccola urla dal dolore, mentre le sue piccole ali vengono straziate dal forte vento.

Delle piume bianche e nere si staccano dalla sua ala, mentre l'altra si consuma lentamente.

Le codine della bimba si sono sciolte, ed i lunghi capelli svolazzano. Il suo vestitino celeste tramuta e diventa completamente nero. Il nero delle tenebre.

La piccola sa che la caduta é molto dolorosa e molto lunga. Più é puro il tuo cuore, più tempo resterà li in balia dei venti degli inferi.

Se il tuo cuore é sporco cadrai subito, se é troppo puro verrai respinto, ma se é come quello dalla piccola Devill, pieno di dolore, allora dovrà aspettare.

Tutta colpa del sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora