Capitolo quattro

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Devill aspettava impaziente che quei tre asini si staccassero da lei e che smettessero di piangere imbrattandola di rosso. Appena era arrivata ai cancelli Belial Belzebú e Apollion le si erano buttati addosso stritolandola e singhiozzando. Devill per i primi due minuti aveva ricambiato l'abbraccio, ma da quando i due son diventati dieci, la poveretta ha cercato di toglierseli di dosso, senza riuscirci. E ora si ritrovava con i tre demoni singhiozzanti che la stringevano come un orsetto di peluche. Stava soltando andando nel mondo degli umani, mica a morire!

"Ci mancherai tantissimo principessa!" disse singhiozzando Apollion e staccandosi portando con se gli altri che tirarono su con il naso tristi.

"Dai ragazzi non vengo mica benedetta! Un bel sorriso su! Pensate a quando ho bruciato i vestiti di papà!" disse ridendo, mentre i tre consiglieri tremarono di paura, per poi ridacchiare.

"Bene bene bene..." la voce di Luxifer fece raggelare i poveri consiglieri e sbuffare Devill.
Luxifer si avvicinò alla figlia e la strinse gentilmente tra le sue braccia.
La giovane rispose con affetto all'abbraccio sorridendo.
Rimasero immobili per qualche secondo, poi Luxifer la fece allontanare leggermente, per poi guardarla nei suoi occhi bicore.

"Promettimi che starai attenta, ti prego." disse mentre una lacrima cremisi deturpava il suo volto perfetto. Devill sorrise amorevolmente al padre e gli diede un bacetto sulla guancia, per poi avvicinarsi alla grande limousine che l'avrebbe accompagnata nella sua nuova scuola. Scosse leggermente la testa vedendo l'auto di lusso, in fondo suo padre era sempre il diavolo e niente poteva cambiare la sua innata vanità. Salì in macchina subito raggiunta da Zac e, solo quando si chiuse la portiera e la macchina partì, sentì la paura crescere e i suo corpo iniziò a tremare.                                                                                                                                                                                 Zac si accorse subito del cambiamento d'umore della sua migliore amica e la strinse a se facendole poggiare il capo bianco sul suo petto caldo.

"Cosa ti preoccupa principessa?" chiese dolcemente mentre stringeva forte Devill, che aveva smesso di tremare, confortata dal calore familiare di Zac. Prese un respiro profondo per tranquillizzarsi, poi parlò e la sua voce era debole, velata di paura.                                                       "Ho paura Zac, ho paura che non mi accettino, lo so che non sono tutti umani in questa scuola, ma se iniziassero a criticarmi? Se non vogliono fare la mia conoscenza perché pensano che sia un mostro? E se avessero ragione? E-" Zac la bloccò subito scostandola violentemente da se e incontrando il suo sguardo sorpreso e spaventato.

"NON DIRE MAI CHE SEI UN MOSTRO!MAI, CHIARO!?" sbraitò, mentre gli occhi di Devill si riempivano di lacrime, per poi addolcire lo sguardo e abbracciarla di nuovo. "Scusa" le sussurrò poi dolcemente all'orecchio, mentre la rabbia svaniva. "E' solo che... sentirti dire quello... non dirlo mai, non sei un mostro, sei il nostro tesoro più grande! Okay?" Devill si accoccolò di più sul suo petto e emise un debole "Okay" prima di rimettersi dritta e abbracciare con slancio il giovane demone. Risero insieme e, quando scesero dall'auto si presero per mano ridendo come bambini e spintonandosi, con gli occhi fiammeggianti di allegria. 

L'aria fresca della terra stupì la giovane mezzo-demone, che chiuse gli occhi e stette immobile per qualche secondo, assaporando il vento fresco che le accarezzava il volto. Quando riaprì i suoi occhi bicolori rimase per qualche istante immobile ad osservare il palazzo che aveva di fronte. Era un edificio enorme, molto antico, circondato da un grande giardino gremito di studenti, che chiacchieravano ridevano e passeggiavano, avvolti nelle divise che avevano da sempre caratterizzato quella scuola.

Aprí gli occhi ed entrò meravigliata le piante verdi e i giovani che passeggiavano tranquilli. In quel momento capí che non doveva aver più paura. Nel cortile giocavano e passeggiavano giovani creature, dalle più aggraziate Fate, ai più robusti licantropi.
Camminò per il sentiero principale, con gli occhi che risplendevano carichi di meraviglia.
Lanciò uno sguardo a Zac e lui la rassicurò con un sorriso sghembo continuando a fissarla incantato.
Continuarono a camminare e non ci volle molto perché l'attenzione di tutti si spostasse su di loro.
Migliaia di volti si girarono ad osservarli meravigliati, sgranando gli occhi alla vista di Devill. Le guance della giovane si colorarono di un adorabile rosso, mentre, imbarazzata, si nascondeva dietro Zac.
Intanto moltissimi occhi continuarono ad osservarli curiosi e lei non poté evitare di arrossire ancora di più e maledire la sua pelle candida.

Tutta colpa del sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora