Capitolo tre

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Quattro anni dopo

Luxifer si massaggia irrequieto le tempie, come fa sempre quando è irritato o esasperato. Ma la verità è diversa. E' spaventato, terribilmente spaventato dall'idea che sua figlia lo lasci. Sa che sarà solo per poco tempo e che avrà una guardia al seguito, ma la cosa lo preoccupa, specialmente sapendo CHI sarà la guardia del suo piccolo tesoro. Allontana le mani dalla testa e sul suo bellissimo volto compare una smorfia seguita subito da uno sbuffo. Zac. Quel lurido mezzosangue figlio di buona demone era la "guardia personale" del suo piccolo raggio di sole. inutile dire che lo odiava. Se non fosse stato per Apollion Belzebù e Belial, quel demone si sarebbe già ritrovato senza testa. Sente dei passi e alza la testa visibilmente annoiato. Davanti a lui Zac si inchina con rispetto, aspettando ordini. Luxifer lo guarda pensando se sia finalmente arrivata l'ora di staccargli la testa. Alza lo sguardo verso i suoi consiglieri e ormai amici carissimi e loro scuotono la testa rimproverandolo come un bambino. Luxifer mette il broncio e poi si rivolge freddo come un pezzo di ghiaccio al povero demone.

"Alzati!" tuona e sorride felice quando il giovane demone si alza con uno scatto, intimorito. Cerca di nascondere il ghigno che si è formato sul suo volto, mentre il povero Zac si domanda che cosa abbia mai fatto di male per meritarsi l'ira del Re dell'Inferno. "Porta la mia principessa qui, ora!" ordina gelido e dedicando uno sguardo infuriato al poveraccio che cerca ancora di capire che cosa abbia fatto per meritarsi questo. Ma poi nella sua mente appare il volto di Devill e sorride involontariamente nascondendo il volto in un inchino, per non farsi vedere dal demonio. Per lei farebbe di tutto, ruberebbe, morirebbe, ucciderebbe.

"Certo mio signore" dice sorridendo, cosa che non sfugge alla gelosia di Luxifer, che aumenta in modo vertiginoso, dipingendo sul suo volto angelico un ghigno sadico e facendogli brillare gli occhi. Zac si rialza e si gira per andarsene, ma Luxifer non è della stessa opinione. "Stai lontano da lei mezzosangue, non mi dispiacerebbe mangiare la tua testa su un piatto d'argento con lo stufato. Intesi?" dice perforando il ragazzo con le sue iridi ghiacciate. Zac deglutisce ed annuendo esce dalla sala del trono.

Devill osserva le valige sul pavimento della sua stanza ansiosa di lasciare l'Inferno. Non che non le piaccia il castello o i demoni in generale, ma suo padre è impossibile! Si ingelosisce per tutto, le sta attaccata come una spugna! Ha sedici anni! Sorride pensando alle scenate che Luxifer faceva ogni volta che il suo caro amico Zac le si avvicinava. Ridacchia ricordando le facce spaventate dei giovani demoni, che ci provavano con lei, alla vista di suo padre infuriato. Si alza e cammina fino ad arrivare di fronte allo specchio. E' cambiata, molto, ma si sente ancora vuota. E' l'unica ragazza di tutto l'inferno a non essere mai stata fidanzata o semplicemente ad aver amato qualcuno. Anche se non le viene detto spontaneamente, lei sa che le varie demoni della corte la prendono in giro. Non che voglia essere come loro sia chiaro, ma si sente come esclusa dalla vita di una normale adolescente. Certe volte invidia gli umani e la loro semplicità. Il suo sorriso si spegne, mentre osserva la sua immagine riflessa. I capelli bianchi raccolti in due code basse, la frangia rosso sangue che copre i suoi occhi di due colori diversi, il viso pallido e affilato, il corpo alto e aggraziato avvolto in un vestito nero leggermente scollato. Poteva definirsi carina in fondo. Sorride alla sua immagine riflessa scoprendo i suoi canini. Può nascondere le ali, i poteri, ma i canini e gli occhi sono sempre lì, a indicare la sua natura. La porta scricchiola e Devill sorride girandosi in direzione del rumore. Solo suo padre o Zac entrerebbero nella sua stanza. Infatti subito dopo appare uno Zac alquanto spaventato. Devill gli si avvicina e lo abbraccia per confortarlo, sa quanto può essere esagerato suo padre. Lui ricambia subito l'abbraccio sorridendo debolmente. Zac è molto più alto di Devill, e la cosa la indispettisce sempre. Tira i capelli rosso fuoco spettinati del suo amico e ridacchia al suo lamento.

"Che ti ha detto di così brutto quello sgorbutico di mio padre?" chiede ridacchiando e staccandosi dal suo amico per stendersi sul suo letto dalle nere coperte e seguita subito dopo da Zac, ancora pallido per la chiacchierata con il caro Lu. "Mi ha espressamente ordinato di stare alla larga da te." dice in un sussurro stendendosi accanto alla ragazza. Lei ride e guarda il soffitto decorato. "Come sempre no?" chiede sorridente "niente di diverso, ti chiama, ti minaccia di morte, punto!" continua prendendogli la mano. Zac scuote la testa. "Non capisci Devill, non è per questo!" dice alzandosi e mettendosi su di lei giocando con i suoi candidi capelli, come quando erano piccoli, niente imbarazzo o malizia. "E' che quando ti dice qualcosa, il modo in cui ti guarda, sembra che ti cavi l'anima. Non riesco a credere che sia gentile come dici tu!" esclama schiacciando il naso all'interessata che contrae il volto in una smorfia. Lei mette le mani affusolate sul suo petto muscoloso, ma non troppo, a causa delle lunghe ore di allenamento e lo spinge via, facendolo cadere accanto a lei. Devill si mette a sedere a cavalcioni su di lui, iniziando a fargli il solletico. Lui lo ha sempre sofferto e Devill adora sottometterlo. Il povero demone inizia a ridere e a contorcersi sotto la presa ferrea della giovane mezzo-demone, implorando pietà. Devill ghigna sadica e continua a torturarlo. Quando entra in scena la sua parte malvagia, niente può fermarla.

Tutta colpa del sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora