Capitolo cinque

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Vuoto, un enorme, immenso vuoto che le strappava il respiro di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno. E quel vuoto aveva un nome: Devill. Le mancava, sentiva il bisogno di abbracciarla, di fondere assieme le loro menti, di ridere, di piangere, di urlare, di correre. Lei non sapeva come spiegarlo, ma tutte quelle sensazioni riempivano il suo cuore, che ormai da tempo non provava più niente. Ogni giorno era uguale all'altro, un continuo susseguirsi di ore, di situazioni, che rendevano tutto grigio,monotono. Sul suo volto regnava un perenne sorriso falso, che dedicava ad ogni essere che le passava davanti. I complimenti degli altri angeli gli parevano frivoli e vuoti, che continuavano ad ornare quelle giornate grigie. Passarono i mesi, gli anni, e più tempo passava, più le sensazioni che provava, svanivano, appassendo, e ben presto morirono, assieme a quella parte di se vera. Visse così per tutti quegli anni, trasformandosi nella perfetta bambola che voleva sua madre, nascondendo la sua vera natura, fingendo e alla fine, rendendo propria quella bugia, trasformandosi in quella menzogna. Ed ora, ora, che finalmente aveva davanti la causa di quella bugia, la causa di quel vuoto, non riusciva a provare niente. Il suo cuore era come ghiacciato e non poté fare nulla se non osservarla con astio, mentre il suo volto cambiava velocemente espressione. Sentiva la madre sghignazzare accanto a lei e represse il profondo desiderio di stringere le mani attorno al suo collo, stringendo finché l'ultimo spasmo di vita non sarebbe uscito da quel luogo. Se davvero i demoni rappresentavano il male e la stirpe angelica il bene, come poteva quella creatura così spregevole far parte di quelle meravigliose creature? Evanysse non riusciva a spiegarselo, ma una cosa la sapeva, se davvero quelli con cui aveva vissuto erano angeli, forse sarebbe stato meglio nascere demone. Questi furono i pensieri che avvolsero la sua mente, mentre osservava, fredda, la sorella, che stringeva delusa la mano del padre. 

"Finalmente ci rincontriamo Luxifer, vedo che hai quella con te." la voce melodiosa di Uriele, in quel momento, le sembrò più disgustosa del solito, mentre si rivolgeva al suo tesoro come una cosa. Evanysse si chiese con quale coraggio il diavolo aveva giaciuto con una donna così spregevole. Luxifer la salutò con un veloce cenno del capo, per poi prendere Devill per mano ed entrare nell'istituto. Evanysse pensò che quel demone si fosse trattenuto dall'insultare sua madre e dal bestemmiare pesantemente. Con un sorrisetto divertito li seguì insieme a quel maledetto angelo. L'istituto era davvero grande e luminoso, e stranamente silenzioso. Entrarono in una stanza, era abbastanza ampia, ma aveva qualcosa  che la differenziava dal resto della scuola. Sembrava che lì il tempo si fosse fermato e avesse lasciato come custode quella donna. Quella donna pareva avere mille anni. Se ne stava china, immobile dietro quel bancone. La sua pelle pendeva sul volto, i capelli bianchi erano tenuti indietro in uno chignon severo, mentre il suo esile corpo era fasciato da un lungo abito nero. Sulle spalle era adagiato un grosso scialle, mentre due occhiali a mezzaluna evidenziavano gli occhi lattiginosi della donna. Sembrava morta da più di un secolo, eppure rimaneva immobile, a svolgere il suo lavoro. 

"Devill e Evanysse Half" disse Lucifero, mentre la donna alzava lentamente lo sguardo. Quel cognome lo avevano deciso assieme, e non potevano sceglierne uno migliore. Aprì lentamente la bocca e la richiuse, le sue labbra parevano inesistenti e in quel momento assomigliava tanto ad una tartaruga. Quando parlò, la sua voce era così gracchiante e tremolante che a stento si comprendevano le parole. 

"Siete state assegnate al 13 plotone, se volete seguirmi..." la vecchia si alzò lentamente, le sue ossa scricchiolavano accompagnando ogni suo movimento. Ora che era in piedi tremolava leggermente e rimaneva ricurva. La parte destra della schiena era sollevata in una gobba che la costringeva a piegarsi in quel modo. Le sorelle per qualche istante credettero che si sarebbe spezzata in due. Questo non avvenne, ma, accompagnata da un bastone affusolato, uscì dalla stanza. Le due sorelle si scambiarono un'occhiata mentre si giravano verso i loro genitori. Entrambe vennero immediatamente stritolate da un abbraccio spaccaossa di Luxifer che le soffocò. Quando il demonio decise di lasciarle, Uriele dedicò loro un semplice cenno, per poi sparire. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2017 ⏰

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