CAPITOLO 5

602 97 4
                                    


MIRIAM


Mi sveglio con le mani sudate e il collo dolorante.
Sono sdraiata sulla poltrona della saletta del test attitudinale. Giro la testa e vedo Tori dietro di me. Stringe le labbra mentre stacca gli elettrodi dalla mia e dalla sua fronte. Mi aspetto che dica qualcosa sul test, ma lei non dice niente, mi toglie solo i fili dalla testa.
Ho fatto qualcosa di sbagliato, ma cosa posso aver fatto di sbagliato in un test attitudinale?
Nulla, ma Eric non la penserà come me. So che si arrabbierà perché ho combinato un casino proprio nell'unica cosa che dovevo fare bene.
«L'esito è incerto» esordisce. «Scusami, torno subito.»
Incerto? Non si può sbagliare un test per cui non è permesso prepararsi.
Ripercorro tutte le scelte che ho fatto e solo una potrebbe essere quella che ha fatto fallire il test: la prima. Io non sono stata in grado di scegliere tra il coltello e il formaggio.
Non ho fatto una scelta quando dovevo farla. Se questo mio atteggiamento rivelasse che non sono tagliata per nessuna fazione? Dovrei vivere per strada con gli Esclusi.
Non posso farlo. Vivere da Esclusa non significa solo vivere male e in povertà, ma anche vivere al di fuori della società, separata dalla cosa che più conta: la comunità... e da Eric.
Finalmente la porta si apre e Tori rientra.
«Scusa se ti ho fatto preoccupare» dice Tori, fermandosi vicino ai miei piedi. È tesa e pallida.
«Miriam, il risultato del tuo test è inconcludente» afferma. «Generalmente, a ogni passaggio della simulazione vengono eliminate una o più fazioni, ma nel tuo caso ne sono state eliminate soltanto due.»
«Due?» chiedo, con la gola così stretta che faccio fatica a parlare.
«Se avessi mostrato un'avversione istintiva per il coltello e avessi scelto il formaggio, la simulazione ti avrebbe portato in uno scenario diverso, per confermare la tua predisposizione per i Pacifici. Ma non è andata così, motivo per cui i Pacifici sono stati scartati.» Tori si gratta la testa.
«Normalmente, la simulazione progredisce in modo lineare e identifica una fazione per esclusione delle altre. Le scelte che hai fatto non permettevano di escludere neanche i Candidi, che erano l'opzione successiva, per cui ho dovuto alterare la simulazione per metterti sull'autobus. E lì la tua insistenza nel mentire ha eliminato i Candidi.» Accenna un sorriso. «Non ti preoccupare, solo i Candidi dicono la verità in quella.»
Sento la tensione allentarsi, forse la situazione non è così grave come la immagino.
«In realtà non è del tutto vero. Le persone che dicono la verità sono i Candidi... e gli Abneganti» continua. «Il che pone un altro problema.»
Lo immaginavo. Eric sarà furioso quando lo verrà a sapere.
«Da una parte, ti sei gettata sul cane invece di lasciare che attaccasse la bambina, che è una reazione compatibile con gli Abneganti... ma dall'altra, quando l'uomo ti ha detto che la verità l'avrebbe salvato, ti sei comunque rifiutata di dirla. Reazione incompatibile con gli Abneganti.» Sospira. «Il fatto che tu non sia scappata dal cane suggerirebbe un'inclinazione per gli Intrepidi, ma avresti anche dovuto prendere il coltello, cosa che non hai fatto.» Si schiarisce la gola e continua: «L'intelligenza della tua reazione di fronte al cane indica una forte consonanza con gli Eruditi. Non so come interpretare la tua indecisione nella prima fase, ma...»
«Un momento» la interrompo «quindi non hai idea di quale sia la mia attitudine?»
«Sì e no. La mia conclusione» spiega «è che hai mostrato pari predisposizione per gli Abneganti, gli Intrepidi e gli Eruditi. Le persone che ottengono questo tipo di risultato sono...» Si guarda alle spalle come se temesse di veder comparire qualcuno dietro di sé. «...sono chiamate... Divergenti.» Pronuncia l'ultima parola a voce così bassa che quasi non la sento.
Gira intorno alla poltrona e si china su di me.
«Miriam» sussurra «non rivelare questa informazione a nessuno, per nessun motivo. È molto importante.»
«Non ci è permesso comunicare i nostri risultati» puntualizzo.
«No.» Tori si inginocchia accanto alla poltrona e appoggia le braccia sui braccioli.
«È una cosa diversa. Non ti sto dicendo di non rivelarli ora; intendo dire che non devi parlarne con nessuno, mai, qualunque cosa accada. La Divergenza è molto pericolosa. Capisci?»
Annuisco.
Sì, capisco perfettamente. So cosa sono i Divergenti, anche se nessuno mi ha mai detto molto su di loro. L'unica cosa che so è che sono dannosi per il sistema delle fazioni e che uno dei compiti di Eric è quello di trovarli e riferirlo a Jeanine. Almeno così mi ha detto, ma quando gli ho chiesto spiegazioni lui mi ha detto la solita frase: Per il tuo bene, non posso dirti di più.
Io sono una Divergente e per il mio bene deve dirmi che cosa sono e che cosa rischio.
Se gli Eruditi sono così interessati ai Divergenti devono essere davvero pericolosi, ma io non mi sento pericolosa, sono sempre stata tranquilla e ho sempre seguito le regole.
Io non sono una minaccia, io non voglio arrecare danno a nessuno... io non riesco a capire, sono confusa.
Ho paura, non so cosa devo fare. Tori mi ha detto di non dirlo a nessuno, ma non posso nascondere una cosa così importante a Eric. È il mio ragazzo e sono sempre stata sincera con lui.
Vorrei riuscire a far tacere la mia coscienza convincendomi che, se non si è mai accorto di quello che sono, probabilmente non lo farà mai, ma so che non funzionerà.
Mi fido di lui e so che sarà in grado di trovare una soluzione a questo problema.
«Ti consiglio di andare a casa» dice Tori. «Hai molte cose a cui pensare. Aspettare insieme agli altri non ti aiuterebbe.»
«Il mio ragazzo mi sta aspettando qui fuori.»

«Glielo faccio sapere io se mi dici...»
«No. Vado da lui» dico in tono perentorio.
«Come vuoi. Il risultato che ho inserito nel computer è Eruditi.»
Eric ne sarà felice, è quello che vuole, ma io ora so di essere anche un'Intrepida. È una delle mie tre attitudini e non intendo ignorare questo risultato. Io sceglierò di seguirlo e lui dovrà accettare la mia decisione, perché questo non è un semplice desiderio, è qualcosa che ho dentro di me.
Esco dalla stanza e vedo Eric seduto su una sedia del corridoio. Appena mi vede si alza e mi corre incontro preoccupato.

FACTIONLESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora