Beato Guglielmo di Norwich

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Fanciullo martire (1132-1144)

Emblema: Palma

La nostra unica fonte riguardante l'esistenza di Guglielmo è una Vita scritta da un monaco di Norwich, Tommaso di Monmouth, ca. il 1170, e inclusa da Giovanni di Tynemouth (m. ca. 1340) nella sua "Nova Legenda Angliae" che, a sua volta, è la fonte del testo di Giovanni Capgrave pubblicato negli Acta Sanctorum.
Secondo Tommaso di Monmouth, il sabato santo (25 marzo) 1144, in un bosco presso Norwich, si trovò appeso ad un albero un sacco contenente un corpo che, in seguito, fu identificato come appartenente a Guglielmo, un apprendista conciatore di dodici anni. Un mese dopo la scoperta, il corpo fu sepolto dai monaci della cattedrale di Norwich, nel loro comitero. I segni di violenza riscontrati sul corpo suggerirono che Guglielmo fosse stato crocifisso, ma soltanto dopo cinque anni si tentò di dare una spiegazione al fatto. In seguito, un ebreo convertito, di nome Teobaldo, affermò di aver visto degli ebrei assassinare il ragazzo in ossequio ad una credenza giudaica, secondo cui ogni anno si doveva sacrificare un cristiano per ottenere la liberazione del popolo ebreo. Una donna, inoltre, disse che veramente il venerdì santo (24 marzo 1144) Guglielmo era stato ucciso nella casa ebrea presso cui ella lavorava.
Qualunque sia il valore del racconto di Tommaso di Monmouth, questa leggenda costituisce il più antico esempio dell'accusa di sacrifici rituali rivolta agli ebrei. Probabilmente la leggenda ebbe origine dall'accertato culto tributato ad un bambino santo, chiamato Guglielmo di Norwich il cui corpo nel 1151, fu trasferito dal capitolo di Norwich, dove era stato sepolto, nella cattedrale. In questa occasione vi furono scene di grande fervore religioso ed il culto rimase costante, con attestazione di miracoli, per tutto il Medio Evo. La festa di Guglielmo è celebrata il 26 marzo a Norwich e il 25 altrove.

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