Servo di Dio Alberto Michelotti

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Giovane focolarino (Genova, 14 agosto 1958 - Monte Argentera, Cuneo, 20 agosto 1980)

Etimologia: Alberto = di illustre nobiltà, dal tedesco

Alberto nasce a Genova il 14 agosto 1958 da Silvio Michelotti e da Albertina Vinciprova. Fin da piccolo rimane affascinato dalla figura del nonno materno, insignito di medaglia d'oro per un atto di eroismo. E' da questo suo background che hanno origine i valori della lealtà e della dedizione di sé, tenace e generosa.

In parrocchia

Nell'adolescenza egli si impegna nella parrocchia di San Bartolomeo di Staglieno, sia frequentando l'Azione Cattolica Ragazzi, sia insegnando catechismo. Qui il rapporto col suo parroco, d. Mario Terrile, si fa significativo. Alberto così racconta in una registrazione: "È la prima persona che mi fa discorsi molto chiari: - Alberto, davanti a te ci sono tanti specchi, continui a guardarci dentro e perdi del tempo: spaccali. Questa persona mi parla di Dio. Ma la vita non cambia. Domenica sera, torno a casa dopo essere stato con gli stessi amici di sempre; non è successo niente di diverso, che giornata stupida! Una frase dell'Apocalisse mi batte nella testa:"Perché non sei né caldo né freddo ho cominciato a vomitarti".

L'ideale Gen

Nell'agosto 1977 un gruppetto della parrocchia partecipa ad una Mariapoli, meeting del Movimento dei Focolari; lì Alberto entra in contatto in particolare col gruppo giovanile, i Gen. "E' in questo periodo che conosco il movimento GEN. Da loro sento parlare di Dio Amore. Un Dio che parla a me, ad Alberto, mi chiama alla sua rivoluzione che fa a pugni col mio quieto vivere. Da solo? No, è impossibile; con altri, con i GEN, posso farcela".
Con i Gen inizia l'operazione "Morire per la propria gente".
"Un giorno entro in un vecchio locale vicino al porto di Genova, la Stella Maris, ritrovo di marinai di colore, sbandati perché col contratto d'imbarco scaduto: non hanno nulla da mangiare, da vestire. Lì da alcuni mesi i GEN stanno aiutando un sacerdote solo in questa situazione disperata di promozione umana. Appena entro, l'odore di quelle stanze è per me una fucilata. Il primo istinto è quello di scappare; non posso credere che così vicino, nella mia città, possano esistere situazioni come questa. Un ragazzo del Ghana mi domanda qualcosa; non conosco la lingua. Insieme agli altri ragazzi gen ci mettiamo a cercare un paio di pantaloni che gli vadano bene. A sera torno a casa: forse è la prima volta che sono felice. Ora so da dove arriva questa gioia".

Leader

Per le sue doti umane diventa un "leader" per gli altri giovani, che si meravigliano di trovare tanta maturità ed equilibrio spirituale in un coetaneo: Alberto con la sua forte personalità ed i suoi esempi sa trasmettere a tutti gioia ed entusiasmo per una vita permeata dall'ideale di Dio-Amore.
"Per caso conosco Giorgio: è un ragazzo di vent'anni; è all'ospedale per una grave forma di leucemia. Decido di andare a fargli visita. Tutte le sere passate con lui sono fatte di cose semplici: magari un giorno si parla di sport e fumetti e il giorno dopo non so cosa dire; la febbre sale e la "flebo" sembra interminabile. Però ogni volta che esco dall'ospedale, la stessa sensazione: sono stanco ma sono certo che la giornata non è stata sprecata. Dopo alcune settimane Giorgio muore: ecco, la sua esistenza in poco tempo finisce: penso che anch'io non posso più perdere tempo.
Adriano l'ho conosciuto all'uscita di una chiesa che chiedeva l'elemosina. E' una di quelle persone che molte volte facevo finta di non conoscere. Ma questa volta non me la sento di dire che ho fretta."

"Non ho soldi, cerco da mesi un lavoro" sono le prime cose che mi dice. Gli metto in mano quello che ho, ma il problema non può essere risolto così. Comincia a parlarmi, mi investe di preoccupazioni, di porte in faccia, di delusioni, di dolore. Lo ascolto: "Adriano, non ho la soluzione in tasca - gli rispondo - ma possiamo cercare insieme il lavoro". Un giorno siamo insieme da un direttore. "Forse sì, qualcosa, fra due mesi". Una risposta uguale a tante altre: quanti uffici, telefonate, speranze, dubbi, "facciate"! Adriano un giorno mi dice che forse l'avrebbe fatta finita se non mi avesse conosciuto: per lui la nostra amicizia è diventata la cosa più importante.
Giacomo: lui è comunista da lunga data. L'amicizia con lui però non è mai intaccata dalle idee completamente opposte. Ma una sera è veramente a terra. "Alberto, vieni a casa mia a bere qualcosa". Il caffè è solo una scusa. "Tutto mi sta crollando intorno - mi dice - l'idea della 'comune' con gli amici... Si sono tutti tirati indietro e sono rimasto solo con un sacco di debiti e poi a sposarmi non ci credo; il lavoro, lo studio... Non ce la faccio più! Troppi compromessi: ogni giorno devi venderti per tirare avanti!". È tardi e continuo ad ascoltarlo. Ad un certo punto mi dice: "Ora capisco la bellezza e la grandezza di avere una fede, un ideale grande come hai tu, in cui credere!". "Giacomo - gli dico - questa sera la nostra amicizia si è fatta più spessa, possiamo ancora girare pagina!".

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 20, 2017 ⏰

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