Capitolo 4

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Aveva appena varcato la soglia e una miriade di emozioni contrastanti si stavano facendo strada dentro di lei, quasi come quando era enterata insieme a Darry nell'ospedale abbandonato dove si nascondeva l'assassino del suo primo caso. Era carica di tensione: il sangue scuro, ed ormai secco, ricopriva buona parte della porzione di corridoio davanti alla porta come se quest'ultima fosse una bocca mentre vomitava.
Le bastò sporgersi di qualche centimetro perché un senso di nausea si facesse strada dentro di lei, si ritrasse e si mise entrambi le mani davanti alla bocca per resistere; chiuse gli occhi ed inspirò profondamente per farsi forza, rimase lì appoggiata alla parete per uno o due minuti senza preoccuparsi degli sguardi dei colleghi fuori dalla casa.
<<Forza, Ashley... Ce la puoi fare...>> si disse tra sè e sè; inspirò ancora una volta e si staccò dal muro. Entrò nella stanza e quasi cadde inciampando in un comodino riverso per terra, il cassetto più alto era per metà aperto e il suo contenuto era in parte per terra: forchette, coltelli e cucchiai erano sparsi per terra senza alcun ordine logico di fianco ad un vaso in mille pezzi con dei fiori ormai morti; si rimise in equilibrio e si guardò attorno: il pavimeto e il tappeto erano completamente rossi per il sangue, in mezzo alla stanza c'erano due sedie con legati sopra due corpi senza testa, anch'essi pieni di sangue; la testa di un uomo era tra i piedi dei due cadaveri e vicino, tra le sedie e il divano, la fissava la testa della donna con gli occhi spalancati e la bocca aperta in un grido muto.
Il resto della sala erano in ordine eccetto per il tavolo e altre quattro sedie ribaltati contro la parete, probabilmente per far spazio al centro dov'era avvenuto l'omicidio.

Dopo una mezz'oretta etra seduta sul sedile anteriore della sua auto e stava fissando un punto indefinito davanti a lei persa nei suoi pensieri. Tutta l'euforia di prima era svanita e rimaneva solo un grande vuoto dentro di lei.
Sobbalzò per lo spavento quando venne riscossa dai suoi pensieri da qualcuno che bussava sul vetro del finestrino, quando si girò per vedere chi era vide il viso abbronzato e circonciso da barba e capelli castani del suo vecchio collega, Darry Anderson. Rimase shoccata e lui si mise a ridere vedendola con quell'espressione. Subito scese dall'auto e si abbracciarono <<Ma cosa ci fai qui?>> <<Sono stato contattato dal caro Taylor che mi ha chiesto, coi suoi soliti modi gentili, di venire qui ad indagare.>> lei ridacchiò immaginando il mal d'orecchi del poliziotto dopo una telefonata con il suo capo <<Allora, com'è la situazione?>> si rabbuiò ripensando al macabro spettacolo dentro la casa <<Nel salotto ci sono due morti, sono stati decapitati e colpiti con una violenza inaudita, tutta la stanza è piena di sangue e non c'è praticamente niente in disordine.>> lui si fece dubbioso e si carezzò la barba come faceva sempre quando pensava intensamente <<Bhè, direi che abbiamo un nuovo incarico da portare a termine.>>.

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