Capitolo 5

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Era nel suo studio, i gomiti appoggiati sulla scrivania e gli occhi puntati sulle fotografie, oramai non provava più nausea per quelle scene visto che ne aveva già viste di simili anni prima; doveva solo riabituarsi. Quando bussarono alla porta lei rispose senza neanche alzare lo sguardo per paura di perdersi un qualche indizio importante <<Avanti.>> sentì la porta aprirsi e dei passi avvicinarsi alla poltrona <<Hanno tolto la mia scrivania!>> commentò a voce alta e abbastanza indispettita Darry , a quel punto Ashley alzò isintivamente la testa verso il secondo, e finora inutile, divano dove stava tempo prima la postazione di lavoro del suo collega; le tornarono in mente dei ricordi di Anderson che continuava a lamentarsi scherzosamente di tutto: della connessione lenta, del fatto che non potesse bere una birra al lavoro, dei novellini che non facevano bene il loro lavoro, del fatto che il loro capo non perdeva mai la voce nonostante urlasse così tanto, del traffico troppo inteso e di tutto il resto. Sorrise leggermente. Si alzò e si diresse verso la finestra che si affacciava sulla strada: non c'era nessuna macchina in giro e poca gente girava a piedi a quell'ora; sul marciapiede di fronte stava passeggiando una donna con un passeggino mentre tre ragazzi stavano di fianco ad un muretto guardando attentamente tutte le adolescenti che passavano di lì. Chissà dov'era in quel momento l'assassino e cosa stava facendo?

<<Pensi sia stato Jack?>> gli chiese senza voltarsi, la donna in strada si fermò e prese il bambino in braccio <<No, e sai benissimo perché...>> <<Già.>> si allontanò dal vetro e si risedette sulla sua sedia mentre Darry si era seduto sulla poltrona rossa bordò alla destrea della scrivania con le foto in mano <<Direi che è uno che si è dato da fare.>> <<Che intendi?>> domandò curiosa <<Intendo che sappiamo come è riuscito ad entrare in casa, come li ha uccisi e tutto il resto.>> <<Illuminami.>> <<Un giorno il nostro uomo ha staccato la corrente, poi ha intercettato la telefonata all'elettricista, ha teso un agguato a quest'ultimo e l'ha ucciso, poi ha buttato il cadavere in un bosco accanto. Infine con il vestito e il veicolo di quest'ultimo ha raggiunto la casa, si è fatto aprire, ha legato i coniugi per poi ucciderli con un oggetto pesante e dalla forma rettangolare.>> ci fu silenzio per qualche minuto, ognuno preso dai propri pensieri <<Quindi erano sposati?>> <<Esatto: stavano insieme da circa tredici anni, per un certo periodo hanno usato Greyman, il cognome di lei, per poi utilizzare Tickenson, che era il cognome di lui.>> <<Tickenson?>> esclamò lei <<Esatto. L'uomo era imparentato non so bene in quale modo con Jack.>> si fece pensierosa <<Che possa essere la causa dell'omicidio?>> <<Non lo so. Bisogna tenere in considerazione questa traccia. Però ho un'altra notizia importante.>> le mise sotto gli occhi una cartellina chiusa, l'aprì: all'interno c'erano delle foto di due ragazzi, un maschio ed una ragazza, inalcune erano in compagnia dei due coniugi ormai defunti <<Chi sono?>> <<I figli dei signori Tickenson.>> rimase di sasso <<Avevano due figli?>> <<Due gemelli per l'esattezza.>> <<Ma dove sono?>> Darry ridacchiò per la domanda <<Questo è un bel grattacapo. In casa le loro stanze sono in ordine e non manca pressoché nulla di loro.>> lo fissò per alcuni secondi <<Tu sei convinto che, in qualche modo, siano coinvolti in questa faccenda, non è vero?>> lui annuì <<Appena ho scoperto della loro esistenza ho chiesto ad Henry Johnson di indagare dove fossero durante l'omicidio. E, indovina un po', erano a casa...>> <<Mica penserai che due ragazzi della loro età...>> <<No, ovviamente,>> la interruppe lui <<penso semplicemente che, se erano davvero in casa, forse abbiano visto l'assassino.>>.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2016 ⏰

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