Tornati a casa, la giornata passò veloce. Il piccolo Bill, che aveva ormai 8 anni, si era accorto del comportamento strano dei suoi genitori.
<<Mamma...?>>
<<Che c'è?>>
<<Posso chiederti una cosa?>>
<<Dimmi.>>
<<Perchè non riesco ad alzare più la scrivania?>>
La donna sbarrò gli occhi spenti.
Poi disse
<<Non lo so, avrai perso le forze.>>
<<Oh. Un'altra domanda.>>
La madre annuì con un cenno del capo.
<<Perchè tu e papà avete gli occhi neri? Insomma...dove sono i tuoi bei occhi azzurri? >>
<<Non lo so tesoro. Ora va' a giocare.>>
<<Ma mamma, io voglio saperlo.>>
<<Non puoi saperlo, ok?!>> disse in tono irritato
<<Ma....>>
<<Ti ho detto che non puoi saperlo!>>
I suoi occhi diventarono rosso fuoco e fece per buttarsi addosso al bambino.
Bill, terrorizzato, indietreggiò lentamente.
<<Dove credi di andare?>>
Si bloccò di colpo, sentendo quella voce maschile alle sue spalle. Si voltò e trovò suo padre che lo fissava.
<<Volevo solo andare a giocare nel bosco...>>
<<Va pure...va pure...>>
Aveva un tono terrificante.
Si avviò verso la porta di casa.
Mentre camminava nel bosco sentì delle voci.
Le seguì, fino a ritrovarsi in un campo estivo per bambini.
Si nascose dietro un albero e si mise a guardare. C'erano bambini che giocavano a palla, a nascondino, altri si rincorrevano, alcuni disegnavano e altri ballavano o chiacchieravano. Le bambine giocavano con le bambole o con i trucchi.
Una donna gli si avvicinò.<<Ciao piccolo, ti sei perso?>>
<<N-no, credo di no. Facevo una passeggiata nel bosco.>>
<<Nel bosco? I tuoi genitori non ti hanno avvertito sui suoi pericoli?>>
<<Veramente no, signora.>>
<<Oh...Come ti chiami?>>
<<Bill Cipher.>>
<<Vuoi unirti a noi?>>
<<Oh, okay.>>
Si avvicinarono ad un gruppo di bambini che giocavano al gioco della bottiglia.
<<Bambini, lui è Bill. Starà qui a giocare solo per oggi.>>
Fece sedere Bill. Poi andò via, lanciando un'occhiataccia ad uno dei bambini seduti.
<<Ehm...scusa se mi permetto...ma perchè ti ha guardato così male?>>
<<Ma che ne so. Tocca a te Jeff.>>
<<Ok, Thomas.>>Jeff girò la bottiglia e toccò a Bill.
<<Ehi nanetto, tocca a te. Obbligo o verità?>>
<<Ehm...verità...?>>
<<Mmh, bene vediamo....i tuoi genitori sono cattivi con te?>>
<<No...>>
Thomas, guardando l'espressione di Bill, dedusse il contrario.
<<Tocca a te, Bill girare la bottiglia.>>
Bill girò la bottiglia.
Thomas soffiò sulla bottiglia che stava per fermarsi e la fece bloccare in direzione di Bill.
<<Obbligo o verità?>>
<<L'obbligo in cosa consiste?>>
<<In una penitenza umiliante o difficile da fare...>>
Bill era un bambino molto tranquillo e fare una penitenza umiliante o difficile, richiedeva molto coraggio e autostima. Due cose che lui non aveva.
<<Verità.>>
<<La tua mamma ti ha mai sgridato o urlato contro?>>
<<Beh si a volte.>>
<<Qual è stata la volta più recente?>>
<<I-io n-non m-me lo ricordo....>>
Non riuscì a dire altro. La figura terrificante di sua madre continuava ad apparirgli davanti agli occhi e non poté fare a meno di far scendere una lacrima.
<<Ehi nanetto...stai... Stai piangendo?>>
<<No...No! Non sto piangendo.>>
Si asciugò nervosamente la lacrima ribelle che gli era scesa con il maglione giallo.
<<Stai piangendo! Ragazzi guardate il piccoletto piange!>>
<<Smettila, ti ho detto che non sto piangendo!>>
<<Si invece, guardati!>>
<<Basta!>>
<<Tua madre ti odia!>>
<<No, no non è vero!>>
Indietreggiò guardando tutti i bambini che poco prima giocavano con lui avvicinarsi sempre di più.
<<È vero. Sei solo uno sfigato che ha dei genitori malvagi!>>
<<No...no...>>
Si girò ed iniziò a correre verso il bosco, inoltrandosi sempre di più, piangendo.
Si guardò in giro per il bosco buio.
Si era perso.
Chiamò aiuto, ma non ricevette nessuna risposta.
O quasi...
STAI LEGGENDO
Io-Bill Cipher
FanfictionBill Cipher, semplice bambino. Genitori malvagi e misteriosi, amici noncuranti, vita orribile e terrificante. Bill vorrebbe cambiare la sua vita. Vorrebbe scappare da quella realtà invivibile per un bambino. Fan fiction. Fantasy. Horror. Romantico.