Capitolo 3: Maybe...

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Il giorno seguente mi sveglio alle tre del pomeriggio per una chiamata di Dinah, mi ha chiesto se potevo andare a darle una mano in negozio anche se sapeva che era il mio giorno libero, ed io non sono riuscita a dirle di no... e del resto il negozio è mio.

Una volta arrivata la trovo a suonare qualcosa con la chitarra.

-Hey Dinah- dico avvicinandomi per poi sedermi sul bancone.

-Hey Jauregui noto che le occhiaie sono sparite- dice.

-Dopo quattordici ore di dormita? Se non andavano via sarei rimasta a casa a dormire- dico ridacchiando.

-Cosa stavi suonando?- chiedo curiosa.

-Niente di che- risponde facendo la vaga.

-Conosco benissimo quello che stavi suonando- dico punzecchiandola mentre ghigno.

-An si? Allora canta- mi provoca lei.

Balbetto senza emettere suono, ogni volta che succedeva non cantavo.

-Visto? Come far tacere La- si ferma di botto notando che sto cantando il primo verso.

-"You, with your words like knives and swords and weapons that you use against me"- canto pensando che la cosa finisse lì ma, come non detto.

-"You, have knocked me off my feet again, got me feeling like I'm nothing. You, with your voice like nails on a chalkboard, calling me out when I'm wounded. You, pickin' on the weaker man"- continua lei.

-"Well you can take me down, with just one single blow, but you don't know, what you don't know"- canto seguendo la chitarra.

-"Someday, I'll be living in a big old city, and all you're ever gonna be is mean. Someday, I'll be big enough so you can't hit me, and all you're ever gonna be is mean."- cantiamo all'unisono.
-"Why you gotta be so mean?"- finisco e in quel momento si sentono degli applausi.

-Non ti avevamo mai sentite cantare, lo fai divinamente!- dice Normani avvicinandosi al bancone.

-Grazie, scusatemi un attimo- dico andando nel retro del negozio.

So già che hanno chiesto a Dinah se hanno fatto qualcosa di male e lei, come sempre, nega e se chiedono il perché della mia reazione resta in silenzio... l'ho pregata di non dire a nessuno quello che mi è successo, non so neanche perché... e lei mi è fedele in questo, non lo ha mai detto a nessuno.

-Tutto a posto?- chiede una voce che ormai conoscevo a memoria visto che la sopportavo anche a scuola.

-Si- rispondo guardando in alto in modo che non possa vedere che stavo piangendo.

-Canti bene, Perché non provi a tornare nella squadra di Softball?- chiede lei mentre io comincio a ridere senza ironia.

-Perché è stato ciò che mi ha rovinata- rispondo voltandomi verso di lei.

-Come ha fatto una cosa così bella a rovinarti?- chiede.

La guardo completamente confusa e... mio dio perché la sto a sentire.

-é stato quello che mi ha rovinata!- dico trattenendo la rabbia.

Me ne vado dal negozio salutando Dinah e il duo felice tornando a casa per dormire e distrarmi, anche se le lacrime mi bagnano il viso.

La domenica passa piuttosto tranquilla, mi diverto al negozio con Dinah e guadagniamo parecchio, e poi seratona al pub che mi stravolge.

La mattina seguente alla prima ora ho letteratura ed io non vedevo l'ora di saltarla, ma alla fine decido di tornare in classe.

Night Changes (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora